Un true crime tra realtà e fiction: The Staircase – Una morte sospetta, con Colin Firth, Toni Collette, Juliette Binoche, Michael Stuhlbarg e Sophie Turner

Dicembre 2001, Carolina del Nord. Quando sua moglie Kathleen (Toni Collette) viene ritrovata senza vita in fondo alla scalinata interna della loro casa in una pozza di sangue, il noto scrittore di romanzi crime Michael Peterson (Colin Firth), che ha chiamato il 911 proprio per segnalare la tragedia e per chiedere aiuto, si ritrova indagato. La polizia, infatti, non è convinta della sua versione dei fatti. Il sospetto è che la caduta di Kathleen non sia stata affatto un incidente, ma un omicidio. Cos’è dunque successo veramente quella notte? E che ripercussioni avrà questa faccenda sulla famiglia Peterson. Ideata dagli showrunner Antonio Campos (The Sinner, Le strade del male) e Maggie Cohn (American Crime Story) e co-prodotta da HBO: Max (L’assistente di volo, Raised by Wolves) e Annapurna Television, la miniserie televisiva The Staircase – Una morte sospetta (2022) debutterà su Sky Atlantic dal 8 giugno 2022.

Colin Firth e Toni Collette in una scena di The Staircase

Con nel cast attori del calibro di Michael Stuhlbarg (Your Honor), Juliette Binoche, Dane DeHaan e Sophie Turner. Lungo il suo sviluppo episodico di otto puntate infatti The Staircase mette in luce la vera storia del Caso Peterson. Vicenda giudiziaria di così grande impatto che, oltre ad aver già ispirato puntate di molti degli show televisivi statunitensi (Cold Case, The New Detectives, Dateline NBC, The Devil You Know, True Crimes with Aphrodite Jones), tra il 2004 e il 2012 ha visto una doppia docu-serie tra passato e presente/indagine e confessione (The Staircase/Soupçons, The Staircase II: The Last Chance) ideata dal premio Oscar Jean-Xavier de Lestrade (Murder on a Sunday Morning) che, un po’ sulla scia di Making a Murderer, The Jinx e The Keepers, è autentico pane per i denti di tutti i cacciatori di documentari crime. Eppure, molto prima di The Staircase, la vita di Michael Peterson era normale.

Prima di The Staircase: L’originale Michael Peterson

Nato a Nashville da Eugene ed Eleanor Peterson, il romanziere Michael Peterson (The Immortal Dragon, A Time of War, A Bitter Peace) si laureò in scienze politiche alla Duke University. A quel tempo Peterson fu presidente della confraternita Sigma Nu ed editore del The Chronicle. Peterson frequentò poi la facoltà di giurisprudenza dell’Università della Carolina del Nord a Chapel Hill.

Dopo la laurea accettò un lavoro civile presso il Dipartimento della difesa degli Stati Uniti dove lavorò come ricercatore di argomenti a sostegno di un maggior coinvolgimento delle forze armate in Vietnam. Sempre quello stesso anno Peterson sposò l’insegnante di scuola elementare Patricia Sue (la prima moglie non la Kathleen di The Staircase) da cui ebbe due figli: Clayton e Todd. Nel 1968 si arruolò tra i Marines dove prestò servizio sul campo vietnamita.

Nel 1971 ricevette il congedo con onore con il grado di capitano dopo che un incidente lo rese invalido. Anni dopo Peterson affermò di essere stato insignito di una stella d’argento e di una bronzo e di ben due Purple Heart. Aveva tutte le medaglie ma nessuna documentazione per comprovare simili riconoscimento. Su indagine del Raleigh North Carolina News & Observer sembrerebbe che i documenti di congedo non facessero alcuna menzione delle due Purple Hearts.

A detta di Peterson, secondo la sua versione dei fatti, l’invalidità era frutto di una ferita da schegge di granate in Vietnam. La ricostruzione operata negli anni racconta invece un’altra verità: semplice frutto di un incidente automobilistico in Giappone dove dopo la Guerra. Quasi quindici anni dopo Michael e Patricia divorziarono. Nel 1989 conobbe Kathleen Atwater che sposò poi nel 1997: l’inizio del viaggio di The Staircase.

The Staircase: trascendere il genere tra le righe di una solida narrazione

Digressioni temporali. Sembra essere questo l’ingrediente speciale che riesce ad accendere la narrazione di The Staircase. Similare alle atmosfere miniseriali di The Undoing nel raccontare della crisi di valori dell’upper-class statunitense, l’opera di Campos e Cohn parte da eventi conclamati nell’immaginario criminale per rielaborarne il contenuto in forma romanzata su di un doppio piano temporale tra passato e presente. L’espediente è efficace. E ci gioca tantissimo la narrazione di The Staircase, specie nel mostrarci il prima e il dopo nella vita dei Peterson. Nel riavvolgere il nastro dai giorni nostri sino ai giorni antecedenti/successivi all’evento luttuoso, The Staircase vede come dischiudersi segreti scabrosi e solitudini dell’anima, sino al graduale disfacimento di un’unità familiare tenuta in piedi per puro miracolo.

Nel mezzo ci sono i fatti, i depistaggi, le ragioni del delitto. Tutti elementi che The Staircase racconta alla maniera lucidissima dei crime consumati. Ma ci sono soprattutto le complesse caratterizzazioni dei suoi attori in scena. Quel Michael a cui un enigmatico e stratificato Firth presta il volto segnato e la fisicità incerta e di cui sappiamo già che la vita gli riserverà qualcos’altro, e quella Kathleen fragile e disattenta fatta rivivere nelle digressioni da una formidabile Collette che tra Little Miss Sunshine, Hereditary, Knives Out e Sto pensando di finirla qui, sembra davvero averci preso gusto nell’essere il caotico volto materno di famiglie folli e disfunzionali: un grande racconto miniseriale a cui il piccolo schermo va decisamente strettissimo.