Your Honor, di Peter Moffat, il sottile confine tra legalità e giustizia privata, con Bryan Cranston, Michael Stuhlbarg, Hope Davis e Hunter Doohan
In fondo, è pure comprensibile come l’attesa per Your Honor (2020) di Peter Moffat abbia raggiunto attese vertiginose con la presenza confermata di Bryan Cranston. All’indomani dello straordinario successo di Breaking Bad (2008-2013) infatti, ci si chiedeva fin dove sarebbe potuta arrivare la rinata stella del suo meraviglioso – e pluripremiato – interprete. Una più che meritata nomination agli Oscar 2016 per il Miglior attore protagonista in L’ultima parola – La vera storia di Dalton Trumbo (2015); la partecipazione al delizioso – e spesso bistrattato – Last Flag Flying (2017) di Richard Linklater; poi però ben poche soddisfazioni tra piccolo e grande schermo.
Dalle partecipazioni in opere decisamente dimenticabili come Proprio lui? (2016) e Sempre amici (2017), agli annunci in pompa magna per le sue partecipazioni in Sneaky Pete (2015-2019) ed Electric Dreams (2017) – risolte poi in aspettative malriposte – al ritorno nella Albuquerque di Vince Gilligan in forma di digressione temporale in El Camino (2019) dopo voci rincorsesi negli anni che lo volevano apparire sullo sfondo di Better Call Saul (2014 – in onda).
Entusiasmo per Cranston che va di pari passo con il pedigree del suo ideatore e showrunner. Quel Moffat che dopo anni di gavetta british tra Silk (2011-2014); The Village (2013 – in onda); Undercover (2016), piazza la zampata vincente con cui garantirsi una pensione d’oro e l’immortalità artistica: The Night Of – Cos’è successo quella notte? (2016). Assoluto gioiello (tele)filmico targato HBO di cui Moffat risulta co-sceneggiatore assieme al Premio Oscar Steven Zaillian e Richard Price, atto d’accusa totale del disastrato sistema giudiziario americano con protagonisti Riz Ahmed e John Turturro.
Nel cast della serie TV in onda su Sky Atlantic dal 24 febbraio 2021 figurano Bryan Cranston, Michael Stuhlbarg, Hope Davis, Hunter Doohan; Tony Curran, Lilli Kay, Carmen Ejogo, Isiah Whitlock Jr., Amy Landecker, Benjamin Flores Jr., Lamar Johnson, Maura Tierney e Margo Martindale.
Your Honor: la sinossi della serie TV di Peter Moffat
Michael Desiato (Bryan Cranston) è un rispettato giudice di New Orleans. Vive con il figlio Adam (Hunter Doohan) dopo la morte della moglie. Nel giorno dell’anniversario della scomparsa, Adam va a portare un mazzo di fiori nel luogo in cui la madre è morta, una zona malfamata di New Orleans. Una gang si avvicina in modo minaccioso al ragazzo che scappa ma nel farlo investe un motociclista, uccidendolo. Adam confessa al padre l’accaduto e insieme decidono di andare al distretto di polizia per costituirsi, ma il giudice scopre che la vittima dell’incidente è il figlio di uno dei grandi boss criminale della città.
Per il figlio andare in prigione significherebbe morte sicura, perché la lunga mano della criminalità organizzata arriverebbe anche dentro le mura del carcere a consumare la sua vendetta. Padre e figlio si trovano nella difficile condizione di doversi nascondere dalla legge e, soprattutto, dalla famiglia mafiosa. Per il padre, fino a quel momento giudice rigoroso e difensore della legalità, significherà anche dover compiere scelte difficilissime e disperate.
Delitto e castigo…e Bryan Cranston
Come facilmente prevedibile dalla sinossi, dinanzi a Your Honor ci troviamo a un racconto dal duplice livello di comprensione. C’è un primo livello tutto avvolto a un rapporto padre-figlio classico nella forma, meno negli sviluppi, portato magnificamente in scena dalla strana coppia Bryan Cranston-Hunter Doohan. C’è però un altro livello di lettura, più tra le righe. Quello che contrappone un omicidio colposo/omissione di soccorso – e relative conseguenze psicologico-esistenziali e legali – alla giustizia e le sue vie procedurali e burocratiche. Nel mezzo c’è Moffat con la sua sapienza da veterano della penna capace di amalgamare le due componenti in modo magistrale.
È un viaggio nei profondi abissi della mente Your Honor. Narrazione la cui inerzia viene dettata da un respiratore per l’asma sotto il sedile, uno scontro frontale con una moto, e una pozza di sangue. In quel balbettare al telefono dell’Adam di Doohan, nell’incapacità di soccorso e aiuto in modo naturale, c’è un mondo di certezze valoriali che crollano nell’ingresso di un mondo straordinario fatto di tracce cancellate, lasciate indietro, e sensi di colpa.
In un’inerzia spezzata dal caos pilotato di un turning point dei più classici, Adam si veste di valori e fattezze rievocanti la tragica e compromessa figura del Rodion Raskolnikov di Delitto e castigo (1866). Ciò che per l’antieroe di Fedor Dostoevskij si concretizzò in una febbre cerebrale frutto di rimorsi, pentimenti, tormenti intellettuali e solitudine, per quello di Moffat è un ricordo che non va più via, generante panico, sudore, asma e la consapevolezza che il suo intero mondo è crollato.
La criticità di un sistema giudiziario malato e marcio: rileggere l’inerzia di The Night Of
A differenza di Raskolnikov però, Adam ha dalla sua il brillante padre. Quel Giudice Desiato di un Cranston magnetico e machiavellico che come una chioccia avvolge il giovane Adam nel manto della sua reputazione benevola da intoccabile/ingiudicabile, proteggendolo da un mondo prossimo a sbranarlo. Una dinamica di ricostruzione degli eventi, di sfruttare le falle del sistema di cui Desiato si fa forza per render salva la pelle del suo sangue, generante una riflessione arguta sulla zona grigia della classica dicotomia bene/male.
Proprio come Delitto e castigo il senso di colpa mette Adam con le spalle al muro. Lo pressa, lo spinge verso una sempre più crescente voglia di mostrarsi quale il codardo assassino che è. Qui emerge la forte carica innovativa del racconto di Moffat. Se è vero infatti che tutti gli sforzi di Desiato muovono verso il salvare il figlio dal “vero nemico”, i Baxter di Stuhlbarg e Davis, la narrazione di Your Honor spinge padre e figlio verso uno scontro morale e valoriale, dove l’uno diventa l’antagonista dell’altro nel raggiungimento del diverso – e narrativamente dicotomico – oggetto di valore.
Criticità di cui Moffat attenua la carica, mostrandoci l’altra faccia. Ciò che accadrebbe se Adam vedesse concretizzati i suoi desideri di giustizia vecchia maniera. Intenti tutti traslati e cuciti addosso al Kofi Jones di Johnson: conseguenza degli eventi, vittima sacrificale dei privilegi dell’uomo bianco Adam Desiato, necessità narrativa. Agente scenico dalla carica valoriale straripante che nel suo inevitabile didascalismo diventa quintessenza del BlackLivesMatter oltre che opportunità con cui rileggere l’inerzia del sopracitato The Night Of mostrandoci gli orrori del sistema giudiziario americano e l’incapacità riformante di una società che vede solo e soltanto bianco.
Your Honor: la solidità di racconto della miniserie-evento più attesa della stagione
Un po’ come accadeva in The Good Wife (2009-2016) dove ambo le vicende dei coniugi Florrick vivevano della reciproca compenetrazione ma affondavano le radici in un tessuto narrativo tale da poter risplendere di luce propria, lo stesso può dirsi per Your Honor. Una solidità radicata e una gestione delle componenti narrative tale per cui, che sia il rapporto padre-figlio Desiato; la revenge story dei Baxter; o il pagar le conseguenze del giovane Kofi, ognuna di esse potrebbe si, vivere in solitaria, ma prosperare nella reciproca compenetrazione in un unico e grande reticolato narrativo. È un gran lavoro quello di Moffat. Ora nella gestione dell’inerzia della sua creatura; ora nello sfumare i contorni della dicotomia bene/male giocando con i punti di vista; perfino nel suo retrogusto di denuncia sociale.
Non essendoci ancora un’ufficialità relativa al rinnovo, non è ancora chiaro se Your Honor compirà il tanto atteso passo evolvendo da racconto miniseriale a seriale. Di certo il suo progenitore, l’israeliano Kvodo (2017-2019), lo era nel suo dispiegarsi attraverso due cicli di episodi. La tradizione di Moffat ci dice che le sue opere hanno la tendenza a vertere verso il miniseriale. In ogni caso, è un viaggio che val la pena intraprendere quello di Your Honor. Il ritorno sul piccolo schermo in pompa magna di Bryan Cranston non poteva essere dei più dolci.