Inside Out 2, la recensione del film Pixar

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La recensione di Inside Out 2, l’ultimo film Pixar che sta conquistando il box office mondiale.

Di cosa Parla Inside Out 2?

La Pixar con Inside Out 2 ci riporta nella mente di Riley, che ora ha 13 anni e inizia quindi quel complicato, affascinante ma anche spaventoso passaggio dall’infanzia all’adolescenza. Le emozioni primarie viste nei primi film, quindi, dovranno ovviamente anche loro fare i conti col cambiamento e con l’arrivo di nuove emozioni che tenteranno di soppiantare le vecchie perché ritenute troppo poco complesse. Intanto Riley tenta in tutti i modi di fare una buona impressione alla capitana della squadra di hockey più forte del liceo dove andrà a studiare. Durante un weekend ad un esclusivo camp hockey, con la speranza di entrare nella formazione, rischia di cambiare troppo e di mettere in pericolo le vecchie amicizie…

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Base narrativa consolidata ma nuove idee visive e spunti di riflessione.

La regista Kelsey Mann, qui al suo debutto in un lungometraggio dopo aver diretto un corto nel 2013 e anni di vari ruoli come disegnatrice e sceneggiatrice all’interno dell’organigramma Pixar, ha l’arduo compito di prendere il posto di un maestro come Pete Docter per la regia di questo Inside Out 2. Lo fa, con grande intelligenza, rimanendo fedele alla linea narrativa del primo capitolo (espulsione dal centro di controllo e viaggio di ritorno alla base) da cui essenzialmente non si discosta mai ma, allo stesso tempo, inserendo nuove riflessioni e idee visive molto interessanti e vincenti.

La prima fra queste è il senso di sé, la concezione che si ha di se stessi e della propria personalità, rappresentata come una sorta di fiore o un albero con le radici create dai ricordi. Questa nuova invenzione ci viene introdotta da gioia in una suggestiva scena che ci porta in una nuova zona della mente Riley ed è essenzialmente il fulcro del racconto attorno a cui si svolge tutta la storia del film.

La seconda è, ovviamente, l’improvviso arrivo delle nuove emozioni che fanno capolino dopo l’attivazione dell’allarme pubertà e della restaurazione della console di comando, molto più grande e complessa. Ansia, Invidia, imbarazzo ed Ennui (ovvero noia) sono tutte colorate, varie e creative nella loro rappresentazione personificata e descritte con dovizia di particolari nelle loro caratteristiche caratteriali: La frenesia ossessiva della prima, la voglia di copiare gli altri della seconda, la tendenza a nascondersi e il mutismo quasi totale del terzo e l’indifferenza e lassismo francese della quarta. Una di queste, però, prenderà il controllo e il sopravvento su tutte le altre causando non pochi problemi.

Ansia arriva al quartier generale e si presenta alle emozioni primarie.

L’importanza (e i pericoli) dell’Ansia durante l’adolescenza.

Inside Out 2, dopo una prima parte più ritmata, con momenti esilaranti e divertenti, vira in una seconda metà necessariamente più profonda. Questa seconda parte è caratterizzata dalla presenza sempre più importante e decisiva del sentimento che più di tutti caratterizza un certo tipo di adolescenza: l’ansia. Fin dall’inizio, l’ansia entra in contrasto con gioia sulla gestione dei ricordi e della vita di Riley e, una volta liberatosi del sentimento primario, decide di sostituire anche il senso di sè creato negli anni da gioia con uno nuovo e più incline alle sue idee. Lo svolgimento successivo a questo atto porta ad un finale in cui c’è una delle più forti e intense rappresentazioni di un attacco di panico viste sul grande schermo, causato da un’ansia fuori controllo.

La morale finale, anche qui, ricalca quella del primo film ma allargando il concetto: la collaborazione tra emozione è fondamentale e tutte devono contribuire per creare una Riley più equilibrata e complessa, con un senso di sé che comprende anche le radici create dai ricordi più negativi. L’ansia è importante, a tratti anche fondamentale, ma non deve mai prendere il controllo totale sovrastando le altre emozioni.

Da sinistra a destra: Imbarazzo ,asnsia, invidia e Ennui (noia) prendono il controllo della console.

Un sequel riuscito, intelligente e profondo

In conclusione, Inside Out 2 è un sequel di grande qualità. Divertente, intelligente, profondo e pieno di invenzioni visive ed estetiche di grande creatività. Non raggiunge, probabilmente, in pieno la profondità del film del 2015, ma la Disney/Pixar fa ancora centro creando grande cinema d’animazione che intrattiene e diverte i piccoli e fa riflettere i grandi. Come da tradizione degli anni migliori.