Il nuovo evento miniseriale targato HBO, Omicidio a Easttown di Brad Ingelsby e Craig Zobel, con Kate Winslet, Julianne Nicholson ed Evan Peters
“Non osare!” sembra abbia tuonato così Kate Winslet al regista Craig Zobel durante la post-produzione di una scena della miniserie Omicidio a Easttown (2021). Nello specifico una scena di sesso con Guy Pearce da cui Zobel avrebbe voluto eliminare un dettaglio della parte più gonfia della pancia. La Winslet, che qui figura anche come produttrice esecutiva, s’è impuntata in nome del body positivity in una carriera che da trent’anni la vede lontana dai canoni di bellezza hollywoodiani.
Su sua richiesta infatti – e contro il parere di HBO (The Undoing, Barry) che le avrebbe volentieri levigato la pelle – la locandina della miniserie è un inno alla naturalezza e alla spontaneità; o per dirla con le parole rilasciate al The New York Times:
I volti cambiano, mutano, ma sono comunque bellissimi. Ma abbiamo smesso di imparare ad amare quei volti perché continuiamo a coprirli con i filtri.
Una presa di posizione che suona quasi come una piccola (grande) rivoluzione sociale e di affermazione dell’individuo – quella della Winslet – ma anche funzionale alla caratterizzazione della sua Mare:
Avremmo potuto fare ancora la versione cinematografica e televisiva di quel personaggio. Avremmo potuto renderne i capelli ricci e perfetti e lei sarebbe potuta essere quel tipo di personaggio che si sarebbe truccato prima di andare al lavoro. Non ho mai creduto, nemmeno per un secondo, che Mare avrebbe avuto tempo e si sarebbe preoccupata di guardarsi allo specchio.
Per poi proseguire:
Non volevo che la rendessero una quarantenne impossibile e sovrumana (per via del background narrativo da ex-cestista nDr). La maggior parte delle donne non sono così. Facciamo quello che possiamo in mezzo a tutto il resto.
Nel cast della miniserie HBO in onda su Sky Atlantic e in streaming su NOW dal 9 giugno 2021 figurano Kate Winslet, Julianne Nicholson, Jean Smart, Guy Pearce, Angourie Rice, Evan Peters; David Denman, John Douglas Thompson, Cody Kostro, Enid Graham, Caitlin Houlahan, Cailee Spaeny, Joe Tippett, Cameron Mann, Jack Mulhern, Izzy King e Justin Hurtt-Dunkley.
Omicidio a Easttown: la sinossi della miniserie HBO con Kate Winslet
Mare Sheehan (Kate Winslet), una detective di una cittadina della Pennsylvania, indaga sull’omicidio di Erin McMenamin (Cailee Spaeny) in un momento tutt’altro che facile. Deve infatti affrontare una serie di problemi personali legati al suo travagliato passato più recente: il violento e macabro suicidio del primogenito Kevin (Cody Kostro). Divisa tra la madre Helen (Jean Smart), la figlia Siobahn (Angourie Rice) e l’ex-marito Frank (David Denman); sostenuta da Lori (Julianne Nicholson), l’amica di sempre e dolcemente corteggiata da Richard (Guy Pearce); Mare è una piccola celebrità locale. Quasi un quarto di secolo fa fece un tiro da record durante una partita di basket del liceo.
Nel frattempo però Mare è tormentata da un caso irrisolto da quasi un anno: la sparizione di Katie Bailey (Caitlin Houlahan); la figlia dell’ex compagna di classe Dawn (Enid Graham). Un caso che l’ha messa a dura prova e che ha spaccato la comunità (in tal senso sempre più scettica del suo fiuto da detective). Per venirne a capo Mare si troverà a collaborare – controvoglia – con il giovane detective Colin Zabel (Evan Peters). In un mondo così piccolo in cui tutti si conoscono non ci si può nascondere; o forse sì?
HBO al suo meglio, una stratosferica Kate Winslet per una miniserie evento imperdibile
Omicidio a Easttown. Questa la dicitura della distribuzione italiana. Scelta di parole che nella sua ordinarietà da giallo da spiaggia sembra quasi ampliare il raggio d’azione sulla portata drammaturgica del racconto (mini)seriale rispetto a quella originale. Quel Mare of Easttown poeticamente shakespeariano che rende bene però la ratio di uno small town mistery tutt’altro che canonico e tra i binari tipici del genere. È proprio la Mare della Winslet al centro del racconto. Agente scenico dalla caratterizzazione colorata e multiforme; o per dirla con le parole della sua stessa interprete:
È una donna eroica, imperfetta, di mezza età e non si scusa per quel che è. È disgustosa eppure affascinante; adorabile ma ripugnante; moralmente sana ma al contempo molto corrotta.
Tante le anime presenti nella complessità caratteriale di Mare. Capace di presentarsi a una serata di gala con grazia e scioltezza per poi, con la stessa naturalezza, sputare su di un tovagliolo una tartina appena ingurgitata infilandola tra i cuscini di un divano. Dai modi bruschi e grezzi ma affettuosa se toccate le corde giuste. Incapace di prendersi cura perfino dei suoi capelli sempre unti e scombinati eppure in grado di mantenere l’armonia familiare della propria casa; inequivocabilmente professionale e di grande acume d’indagine. Qui entra in gioco la bravura di una Winslet capace di dar vita e tener testa a un personaggio talmente magnetico e magnifico nella sua caratterizzazione già mitologica da risultare una sfida invidiabile per qualsiasi interprete.
Dialogando con altri pesi massimi della recitazione tra cui un prezioso Guy Pearce alleggeritore del tono e di una Julianne Nicholson la cui performance intensa e vibrante non è che l’ennesima conferma della piena maturazione artistica di un talento ancora del tutto inespresso, la Winslet – di ritorno sul piccolo schermo a dieci anni da Mildred Pierce (2011) – esplora i meandri della componente psicologica della sua Mare giocando con le inerzie di un arco narrativo il cui background caratteriale irrisolto diventa giustificazione e opportunità di racconto nel presente scenico tra traumatici fantasmi del passato familiari e casi irrisolti da gogna mediatica.
Grande merito, in tal senso, all’ideatore Brad Ingelsby. Al battesimo di fuoco seriale getta le basi uno script che, nella sua crescita del conflitto graduale e dosata di twist sorprendenti, orchestra sapientemente una narrazione in grado di amalgamare una marcatamente realistica e violenta componente crime ad un’altrettanto solida componente da drama familiare mista a spruzzate di rinascita e coming-of-age; o per dirla con le sue parole:
L’idea era interessante per me. Combinare il mistero e l’elemento poliziesco con un forte desiderio di (mostrare nDr) dove sono cresciuto; queste erano le due idee che ho cercato di sposare in una storia avvincente.
Nel mezzo Ingelsby serra la fila raccontando di una Philadelphia suburbana e fetida fatta di pedofilia e cam-girls, bullismo verso i disabili, psicopatia infantile e rapimenti ricattatori. Vera maestria sceneggiatoria che nel rendere Omicidio ad Easttown il perfetto punto d’incontro tra Broadchurch (2013-2017) la prima stagione di True Detective (2014) la consegna indelebilmente nel pantheon delle serie evento HBO e dei grandi eventi della stagione televisiva settando, al contempo, un nuovo standard di narrazione (mini)seriale da cui sarà impossibile non guardare negli a venire.