Il nuovo political drama targato Sky Original, Cobra – Unità Anticrisi di Ben Richards, con Robert Carlyle, Victoria Hamilton e Joshua Hogan

Nell’ultimo triennio le produzioni Sky Originals hanno sempre più raggiunto vette d’eccellenza. Tra Sky Italia, Sky Deutschland e Sky UK, il colosso televisivo ha sempre più diversificato le proprie produzioni seriali realizzando gioiellini artistici del calibro di Chernobyl (2019); Gangs of London (2020); We Are Who We Are (2020). In tempi recenti Intergalactic (2020) ha saputo dare una nuova impronta innovativa alla fantascienza d’avventura propriamente detta. Lo stesso può dirsi, nell’ambito del political drama, per Cobra – Unità Anticrisi (2020-2021) di Ben Richards (The Fixer, Spooks, The Tunnel).

In onda su Sky Atlantic dal 18 giugno 2021 racconta di una Gran Bretagna scossa da un’emergenza spaventosa. Una massiccia esplosione solare ha infatti colpito il Vecchio Continente. Le conseguenze sono catastrofiche. Rete elettrica e sistemi di navigazione saltati. Gran parte della Gran Bretagna senza energia: il caos sociale e politico.

A far fronte al problema la commissione COBRA. Una squadra costituita da massimi esperti dello Stato e importanti personalità della politica con a capo il Primo Ministro Robert Sutherland (Robert Carlyle) e il Capo di Gabinetto Anna Marshall (Victoria Hamilton).

I due dovranno affrontare decisioni politiche impossibili e allo stesso tempo gestire le vite private messe estremamente sotto pressione. La politica è un mestiere intricato e oscuro. I giochi di potere non si fermano davanti a niente e nessuno. Tutto vale per soddisfare ambizioni e fame di potere. Sutherland e Marshall si troveranno così non solo a portare il peso delle aspettative pubbliche e i bisogni delle proprie famiglie. Dovranno anche tenere conto degli avversari politici. Questi, infatti, coglieranno qualsiasi segno di debolezza come un’opportunità per colpire.

Completano il cast Joshua Hogan (Genius), Richard Dormer (Il trono di spade), David Haig, Lucy Cohu, Lisa Palfrey, Edward Bennett; Marsha Thomason (White Collar), Marisa Abela, Ellie Kendrick ed Emmanuel Imani.

Stato di crisi, manipolazione politica e acronimi istituzionali

Prodotta da Sky Studios e New Pictures. Per i spettatori meno giovani la visione di Cobra accenderà più di una lampadina in testa. Nel mostrarci una crisi in atto e le contromisure dalla sala dei bottoni del governo britannico infatti, la creatura seriale di Richards sembra rievocare (indirettamente) le atmosfere di tensione del sorkiniano The West Wing (1999-2006) nella war-room del Presidente Bartlet (Martin Sheen); e non solo quelle.

Il ritmo dialogico teso e crescente, un lieve accenno di walk-and-talk che non può non far gridare alla reference, il focus del racconto sugli uomini di potere. Se però Sorkin poneva al centro del conflitto lo Studio Ovale raccontandoci di una visione utopica già ai tempi di Clinton e Bush (figuriamoci con Trump) della bella politica americana, Richards sceglie una via opposta. Raccontare cioè di un’emergenza nazionale dalla posta in gioco altissima così da mettere a nudo i politici britannici e le loro capacità gestionali; quasi come fosse una simulazione di Stato di crisi che gioca di simbiosi con la vita reale.

Robert Carlyle e Victoria Hamilton

E seppur con qualche sbavatura produttiva, di quelle che costringe Cobra ad alternare – in un momento topico come quello del disastro aereo – cg posticcia degna di Con Air (1997) a realismo estremo e dallo stile asciutto e caustico, riesce a portare a casa il risultato attraverso una scrittura capace di amalgamare amabilmente fiction e dinamiche politico-sociali rigorose. Fedeltà nelle procedure e negli ambienti di 10 Downing Street unite ad un intreccio solido e drammaturgicamente coinvolgente in grado di combinare complottismo e patriottismo, ricatti e manipolazioni.

Il resto è opera di Carlyle, Hamilton e Dormer. Interpreti rodati tra piccolo e grande schermo a cui Richards dà loro personaggi dalla caratterizzazione scolastica ma efficace. Quel tanto che basta per renderli compiuti, veri, umani. In perfetto bilico – proprio come Cobra e le sue tante anime narrative – tra vita privata e pubblica.

Richard Dormer in una scena di Cobra - Unità Anticrisi

Infine il titolo. Perché se del 1980 della Rettore de Il cobra non è un serpente e dell’omonimo (s)cult targato Cannon Films non v’è alcuna traccia ecco come la ratio dell’opera seriale di Richards va così ricercata sin alle altissime sfere. In un acronimo nello specifico. In quel COBR-A (Cabinet Office Briefing RoomA) utilizzato come identificatore della parola in codice per la convocazione d’emergenza del Primo Ministro e dei 22 segretari di gabinetto, dei capi delle agenzie militari e di intelligence, e di qualsiasi altro funzionario ritenuto necessario nelle situazioni critiche.

Il massimo che il panorama seriale ha da offrire quindi? Non esattamente. In un genere come il political drama tanto inflazionato ma solo di rado originale, Cobra si pone come ventata di aria fresca narrativa pur nella sua cornice da già visto. Abbastanza però da convincere anche lo spettatore più sperimentale e ardito da scegliere di intraprendere un viaggio seriale di sei puntate in pieno stile british magari non del tutto convincente e memorabile, ma capace di lasciare il segno con naturalezza e semplicità.