Titolo: La carne e l’anima. Il cinema di Abdellatif Kechiche
AutoreEmanuele Di Nicola
Casa editriceMimesis
Pagine123
Prezzo12 euro

È una scrittura, quella di Emanuele Di Nicola, che si adatta perfettamente al linguaggio cinematografico di Abdellatif Kechiche. 

La penna digitale dell’autore e critico cinematografico è fatta della stessa sostanza di quella di luce che scaturisce dalla cinepresa del regista tunisino naturalizzato francese.

Non si limita a spiare dal buco della serratura, Di Nicola, ma preferisce insinuarsi nelle sfumature epidermiche dei personaggi portati in scena dal cineasta nel corso della sua carriera.

Come un’onda silenziosa, nata da quel mare immortalato dallo stesso Kechiche in Mektoub, My love, o La vita di Adele, Di Nicola ci travolge immergendoci tra i significati più nascosti dell’operato di questo grande autore degli anni Duemila. 

Il suo è uno sguardo attento alle problematiche sociali narrate al cinema. Lo aveva dimostrato con la sua precedente pubblicazione, La dissolvenza del lavoro, e lo riconferma anche adesso con La carne e l’anima. Il cinema di Abdellatif Kechiche edito da Mimesis.

Senza retorica, o voli pindarici, Di Nicola individua i messaggi più o meno impliciti lasciati da Kechiche, tra denunce sociali, lo sforzo di lasciare un posto nel mondo da parte di uomini e donne scappati o ritrovatasi in mondi nuovi, terre a cui si sentono di appartenere, per poi esserne spesso rigettati a causa di desideri (Adele), conformazioni fisiche (Venere Nera), o passaporti e origini diversi da quelli francesi (Tutta Colpa di Voltaire).

Kechiche

Il grande pregio di Emanuele Di Nicola è quello di saper tradurre le proprie in parole in immagini, e così anche un film mai visionato scorre sullo schermo della nostra mente, spingendo lo spettatore ad accendere il pc e recuperarlo immediatamente.

Con semplicità, l’autore ci racconta il mondo di Kechiche, analizzandolo a livello tecnico ma senza appellarsi a tecnicismi e/o definizioni di difficile comprensione. Ciò che ne risulta è un testo adatto a tutti, permettendo sia appassionati che non di (ri)scoprire il cinema di un cineasta quanto mai sottovalutato e ingiustamente attaccato per quel voyeurismo che altro non è che il desiderio di entrare nell’anima dei suoi personaggi e rendere accessibile ogni loro pensiero, o emozione tenuta sottaciuta. 

Partendo dalla definizione di cinema beur e post-beur a cui lo stesso Kechiche appartiene, Di Nicola passa in rassegna la carriera del regista, analizzando ogni film come tassello di un puzzle personale e sociale. Dominato da un realismo ambientato nelle periferie delle grandi città (soprattutto Parigi), e da uno stile tendente al naturalismo, di una vita che si genera nel suo (r)esistere, il cinema di Kechiche è un saggio umano che dallo specifico si eleva all’universalità. Che siano personaggi che  tentano a fatica di sbarcare il lunario, o giovani in preda alle pulsioni erotiche o di profondo amore, il cineasta parla al proprio pubblico mettendo in scena problemi quotidiani, facilmente condivisibili e fin troppo intimamente conosciuti. Un abbassamento della distanza diegetica che rende i suoi Adele, Amin, Jallel e Rym uomini e donne reali, tangibili.

Con grande acume e intelligenza, Di Nicola riesce a spiegare ogni singolo passaggio di questa umanizzazione e rete di empatici collegamenti tra il mondo dentro e fuori dallo schermo, fornendo allo spettatore le chiavi di lettura essenziali con cui iniziare questo viaggio da compiersi tra carne e anima. 

Sa cosa bisogna analizzare, studiare, indagare per redigere una buona critica, Di Nicola. Una conoscenza che il critico riesce a estendere in tutte le 123 pagine di questo volume assolutamente da non perdere.

Le carne e l’anima aspira dunque a essere la perfetta mappa del tesoro verso un’isola da scoprire, dove le palme sono sostituite da pellicole e la sabbia sono pixel di opere da vedere in un mare di umanità, presa, assimilata e offerta al proprio pubblico da Kechiche, tra strade affollate, tavole imbandite e discoteche in cui lanciarsi e danzare.