LA RECENSIONE DI MOLLY’S GAME,
IL FILM DI AARON SORKIN CON JESSICA CHASTAIN E KEVIN COSTNER

Molly’s Game è un film che gioca con il pubblico e per il pubblico.

L’opera prima dietro la macchina da presa dello sceneggiatore Aaron Sorkin (The Social Network, Steve Jobs) non delude. Il lungometraggio parte dalla vera storia dell’ex sciatrice olimpionica Molly Bloom che diventa la “principessa del poker” dopo aver abbandonato gli studi di legge e in seguito all’infortunio subìto durante una gara. Catapultata in un universo prettamente maschilista, Molly entra in contatto con il mondo di Hollywood, dello sport e degli affari, sfidando il potere dei partecipanti alle serate di poker. Molly è una figura forte ed estremamente intelligente che non si lascia sottomettere ma rimane fedele a sé stessa fino alla fine.

La storia, raccontata in voice over dalla protagonista, è sviluppata su diversi livelli temporali. In questo, Sorkin gioca con l’ordine cronologico degli eventi, dall’infanzia di Molly alla carriera nel mondo del poker, passando per il suo arresto da parte dell’FBI e il processo che la vede coinvolta in quanto accusata di cospirare con la mafia russa (che a sua insaputa aveva membri che partecipavano alle serata da lei organizzate).

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Jessica Chastain è Molly Bloom in Molly’s Game di Aaron Sorkin

La regia e la sceneggiatura impeccabile di Sorkin, unita alla fotografia di Charlotte Bruus Christensen (La ragazza del treno), sono crude e taglienti, con una punta di glamour hollywoodiano. Mettono a nudo il personaggio di Molly Bloom, interpretato con decisione e grande sensibilità da una magnifica Jessica Chastain, che mostra al pubblico la forza, l’intelligenza, l’ambizione e la debolezza del personaggio senza sfarzo alcuno. Accanto a lei spicca Idris Elba, l’avvocato Charlie Jaffey che decide di difenderla in tribunale, che crea un contrasto forte col mondo nel quale Molly ha deciso di appartenere. Il suo personaggio ricorda la figura del padre autoritario di Molly (Kevin Costner), con cui la donna aveva da sempre avuto una relazione difficile e conflittuale. I tre attori, con battute pungenti, a volte ironiche, ma acute, donano spessore ai personaggi rendendoli reali, a tratti fragili, ed emozionando lo spettatore.

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Jessica Chastain e Idris Elba in una scena di Molly’s Game

Il gioco del poker guida la storia, imponendosi con forza sin dal suo ingresso nel racconto. Ecco che ci si ritrova immersi in situazioni altamente realistiche, con dettagli e linguaggio ben precisi, a una velocità disarmante. Come per la protagonista, non c’è tempo di meditare su quanto viene narrato, bisogna entrare in quel mondo e imparare a nuotarci senza annegare ed è così che si viene catapultati in un gioco che può distruggere vite e famiglie. Solo il nome di Molly Bloom è però quello reale, come da lei stessa affermato fin da subito. Da qui si dipana infatti il centro della vicenda: Molly racconta la propria storia allo spettatore, all’avvocato e a chiunque voglia ascoltarla, ma è la sua storia: non quella degli attori, degli sportivi, degli imprenditori che lei ha conosciuto. Molly non vuole rivelare le vere identità delle persone con cui è entrata in contatto e di cui ha scoperto scabrosi segreti, a costo di essere arrestata e processata. È anche per questo che lei fino all’ultimo si dimostra una persona estremamente coraggiosa e integerrima.

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Jessica Chastain è Molly Bloom nel primo film da regista di Aaron Sorkin Molly’s Game recensione

Con il suo sguardo e la sua sapienza da scrittore, Sorkin studia attentamente i personaggi donando loro profondità e tridimensionalità. Il pubblico impara perciò a conoscere Molly, e chi la circonda, grazie all’alternanza delle vicissitudini che ritraggono il mondo difficile e crudele in cui viviamo ma in cui possiamo imparare a giocare, mettendo in campo ogni possibile strategia.