Nella sterminata filmografia di John Ford si nasconde un significativo topos del suo cinema: l’Irlanda.
Ecco i 5 migliori film del regista ambientati “nell’isola di smeraldo”.
Gli aspetti che legano indissolubilmente il nome di John Ford alla storia del cinema sono innumerevoli. Tutti lo conoscono come uno dei più grandi registi di sempre. Portano la sua firma capolavori come Ombre rosse, Furore, Com’era verde la mia valle, Il massacro di Fort Apache, Sentieri selvaggi e L’uomo che uccise Liberty Valance.
Durante l’epoca del muto Ford ha definito i canoni stilistici e narrativi del western, genere che ha cavalcato per oltre quarant’anni consacrando icone del calibro di John Wayne e Henry Fonda.
Gli amanti della statistica lo ricordano poi per il record personale di Oscar vinti per la Miglior Regia (ben quattro), mentre in qualche spettatore che di recente ha frequentato le sale è rimasto impresso il memorabile ritratto-omaggio delineato da Steven Spielberg nelle sequenze finali di The Fabelmans.
Tuttavia, celato tra pistolettate, carovane e gli altopiani dell’Arizona, nella sterminata filmografia di John Ford si nasconde un altro significativo (e forse inaspettato) topos del suo cinema: l’Irlanda. Tra le pieghe dell’uomo scontroso e pragmatico, che ha dedicato con rigore e testardaggine la propria vita alla settima arte, si può intravedere l’affetto di un figlio di immigrati irlandesi verso le proprie origini. Ma non solo, anche l’immaginario di uno dei Paesi più “cinematografici” del mondo.
Per questo motivo abbiamo pensato, in occasione del St. Patrick’s Day, di consigliarvi cinque film per scoprire la vena irlandese di uno tra i più grandi registi che abbiano calpestato questa terra.
I 5 migliori film di Ford ambientati in Irlanda
La corsa a ostacoli di Shamrock (1926)
Un anno prima dell’approdo del sonoro al cinema, Ford gira quello che potrebbe essere considerato uno degli antenati dei film sportivi incentrati sulle corse di cavalli. Inutile sottolineare che diverse sequenze sembrano appartenere a un’epoca nettamente successiva per idea e qualità nella costruzione dell’inquadratura.
Un dramma familiare su partenza e ritorno, malinconia e riabilitazione. Per chi non lo sapesse, shamrock è il termine che indica il classico trifoglio irlandese, probabilmente il simbolo più riconoscibile del Paese.
Il traditore (1935)
Il primo grande successo di critica per John Ford, che gli vale l’Oscar per la regia. Tra le ciminiere fumose e i muri di mattoni dei quartieri operai, assistiamo alla caduta rovinosa di Gypo Nolan (interpretazione che valse anche a Victor McLaglen l’Oscar come miglior attore protagonista), che in piena guerra civile a causa di una soffiata agli occupanti inglesi finisce per inimicarsi alcuni membri dell’IRA ed ex amici, con conseguenze facilmente immaginabili.
Ambientato interamente nella città di Dublino, è imperdibile per tutti gli amanti della città, dal momento che si tratta di una delle prime sue rappresentazioni in un film di finzione.
Un uomo tranquillo (1952)
Per uno dei suoi capolavori più apprezzati (premio Oscar per la regia), abbandoniamo un attimo i toni intensi del dramma e il duro contrasto del bianco e nero. The Quiet Man è infatti una commedia amorosa ambientata nella rigogliosa campagna irlandese.
John Wayne torna dagli Stati Uniti nel villaggio in cui è nato, innamorandosi della rossissima Maureen O’Hara. Poco da aggiungere: in questo film abbiamo l’Irlanda nel suo massimo splendore, anche grazie a un Technicolor che ne esalta ogni aspetto. Prati verdi, capelli rossi, ponticelli che dànno su fiumiciattoli, i tipici cappelli alla gavroche, pinte di birra e scazzottate: tutto richiama l’isola di smeraldo.
Difficile non leggerci un parallelismo tra il personaggio di Wayne e lo stesso Ford: l’uomo stanco del caos della vita negli Stati Uniti che cerca conforto nel ritorno alle proprie origini. Mai come in questa pellicola, infatti, l’Irlanda è stata presentata come locus amoenus e fonte di ristoro per il corpo e l’anima.
Storie irlandesi (1957)
Opera decisamente inedita nella filmografia di John Ford, soprattutto per la struttura. The Rising of the Moon è infatti un film antologico, composto da tre episodi. Ogni segmento è introdotto e commentato da Tyrone Power. Tutti i capitoli sono incentrato su aspetti e modi di stare al mondo tipici del popolo irlandese, ognuno con un tono differente.
Trasposizione di alcuni racconti popolari di Frank O’Connor, Storie irlandesi certamente non rientra nella cerchia dei film più noti di Ford, ma costituisce una gemma rara e consigliatissima. Un piccolo grande film tutto da scoprire.
Il magnifico irlandese (1965)
Concludiamo questo piccolo elenco con il penultimo film di Ford. Diretto solo parzialmente, in realtà. Siamo nel 1965, e dopo l’ennesimo, malinconico ritratto dei nativi americani de Il grande sentiero, Ford decide di tornare al suo secondo riferimento narrativo preferito. Dopo poche settimane dall’inizio delle riprese, mentre si trovava nella Contea di Wicklow, il regista fu costretto ad abbandonare il progetto per l’aggravarsi delle sue condizioni di salute. L’opera, che racconta le disavventure di un giovane idealista dall’atteggiamento ribelle, viene conclusa da Jack Cardiff.
Soltanto un’altra volta, nel conclusivo Missione in Manciuria del 1966, vedremo comparire la scritta Directed By John Ford nei titoli di testa di un film.