Addio ad Akira Toriyama, “padre” di Dragon Ball e autore rivoluzionario della storia dei manga.

Ci sono dei momenti in cui vorresti che le sfere del drago esistessero nella realtà, che non fossero solo il frutto della fervida immaginazione umana. Akira Toriyama, mangaka il cui nome è divenuto celebre a livello internazionale grazie all’opera a fumetti Dragon Ball, si è spento all’età di 68 anni il 1° marzo. Bird Studio e Capsule Corp. hanno diffuso il comunicato ufficiale della sua triste dipartita stamattina 8 marzo.

40 anni di Dragon Ball

Era il 20 novembre 1984. Il primo capitolo dell’opera destinata a gloria eterna faceva il suo debutto. Il protagonista? Un ragazzino dalla forza straordinaria e dotato di improbabile coda. Le avventure di Dragon Ball, dunque, approdavano sulla rivista «Weekly Shōnen Jump». La storia era una rivisitazione molto libera del celebre romanzo Il viaggio in Occidente, testo inserito nel canone dei quattro grandi romanzi classici della letteratura cinese. Di acqua sotto i ponti ne è passata da quel primo incontro tra Goku e Bulma e molti altri personaggi, sempre ispirati alla materia originaria, fino alla quest della ricerca delle sette sfere del drago. Lo stesso autore ha in seguito rivoluzionato completamente la sua materia, dettando linee narrative e leggi nuove nello sviluppo di uno shōnen, ovvero opere a fumetti destinate ad un pubblico di adolescenti.

I progetti dalla fine del manga, avvenuta nel 1995, hanno trovato continuazione fino ad arrivare alla serializzazione di un nuovo anime e ulteriore manga, ovvero Dragon Ball Super. Si tratta di un midquel, in realtà reboot, che ha visto sempre Akira Toriyama, coinvolto nella supervisione. A questa nuova etichetta si sono affiancati i progetti dei due lungometraggi cinematografici animati, divenuti veri e propri successi di pubblico, Dragon Ball Super: Broly e Dragon Ball Super: Super Hero.

Un anniversario senza Toriyama

L’universo di Dragon Ball ha conosciuto un’espansione notevole in tutti i media e canali di trasmissione: video, ludico e del merchandise. La fama legata al franchise ha ricevuto anche un’impennata importante dovuta alla realizzazione di videogiochi del genere “picchiaduro”. Si attende infatti l’uscita di Dragon Ball: Sparking! ZERO, prevista per la fine del 2024.

Per festeggiare l’inizio dell’anno nuovo, l’anno del Drago, in Cina si è svolto un evento dal vivo senza pari: un musical ispirato proprio a Dragon Ball, trasmesso in diretta sulla piattaforma Bilibili.

A completare il quadro è la nuova serie anime Toei Animation, Dragon Ball Daima, annunciata durante il panel tenuto al New York Comic Con. Il progetto è stato realizzato con il coinvolgimento dell’autore originale per celebrare i 40 anni dalla prima pubblicazione del manga.
Purtroppo, la celebrazione di questo importante anniversario avverrà senza il suo “padre” effettivo.

Non solo Dragon Ball

Se sei l’artefice di uno dei manga più famosi al mondo, è sufficiente menzionare tale opera per eleggere il tuo status a Maestro indiscusso, conosciuto in ognidove. Tuttavia Toriyama fu autore anche di molto altro. È bene ricordarlo per rispetto del suo genio creativo, che ha fatto scuola segnando la grammatica narrativa nei manga, come anche l’impostazione cinematografica delle tavole.

Quindi prima di (e durante) Dragon Ball chi era Akira Toriyama? Tanto ha realizzato “l’autore indolente” e che “non aveva voglia di lavorare”. Alcuni titoli di storie brevi sono Wonder Island (1978), Tomato Police Woman (1979), Escape (1982) e molto altro ancora. È con Dottor Slump (1979-1984) però che la sua vena creativa esplode e il suo stile si perfeziona ulteriormente. The Adventure of Tongpoo (1983), invece, è il banco di prova della sua opera più celebre.

Dopo dieci anni di serializzazione della sua opera magna, periodo nel quale lavora anche ad altre storie autoconclusive, allenta un po’ la presa. Tuttavia, si ricorderanno Sand Land (2000), Nekomajin (2005) e varie collaborazioni a quattro mani, di cui la più importante e è sicuramente Cross Epoch (2006) con Eiichirō Oda.

L’omaggio commosso di alcuni suoi colleghi

La notizia della morte del Maestro ha scosso la comunità dei fan e degli addetti ai lavori.
Il rispetto per la sua persona è stato oggetto di ricordi di numerosi personaggi. Kazuhiko Torishima, uno dei più illustri editor dell’industria fumettistica giapponese e storico collaboratore di Toriyama, non poteva certo mancare. Dalle sue parole emergono l’amicizia consolidata, la stima e il rispetto per gli anni condivisi.

Altro contributo importante è stato quello di Yūji Horii, ideatore e game designer della serie di videogiochi Dragon Quest, cui il Sensei partecipò in veste di character designer.

Non si è fatto aspettare anche il messaggio di cordoglio della storica doppiatrice di Goku (e altri personaggi dell’adattamento animato), Masako Nozawa.

L’autore di One Piece, Eiichirō Oda ha espresso il suo dolore; in molte occasioni ha mostrato nei confronti di Toriyama profonda gratitudine e sincera ammirazione.

Come anche sono state emozionanti le parole di Masashi Kishimoto, creatore di Naruto, e di tante altre persone che hanno speso messaggi commossi per Toriyama.

Un autore di successo intergenerazionale

La portata del successo di Dragon Ball e del suo autore si spiega anche dalle piccole cose. La scoperta della sua morte, che ha invaso il web, i social, oltreché la stampa, ha fatto eco anche sui miei schermi. Ho voluto condividere la notizia con mia madre. Lei è assolutamente digiuna dall’arte dei manga e degli anime giapponesi, ma ha avuto modo di esserne ugualmente testimone “involontaria” e forse “passiva”. Se c’è un anime, meglio dire “cartone animato”, di cui conosce per osmosi la storia “generale” questo è proprio Dragon Ball. Detta come va detta era obbligata alla visione sugli schermi televisivi del siddetto cartoon, trasmesso consuetudinariamente nella prima fascia pomeridiana su Italia 1 al ritorno dalle ore di scuola.

«Purtroppo, è venuto a mancare Akira Toriyama, sai l’autore di Dragon Ball, il cartone che tu chiamavi “Goku” per semplicità». Questo è il modo in cui le ho comunicato la notizia. E si è dispiaciuta, nonostante sia un mondo molto lontano dalle sue corde intime di interesse.

Arrivederci e grazie di tutto

So per certo che in tanti avranno da condividere una storia simile: mi piace immaginare che siano stati molti i nonni e i genitori che hanno vissuto inconsapevolmente il successo e la passione per quest’opera, che in taluni casi ha unito persone al di là dei confini di casa o scuola. Mi sembra dunque che questa chiusa spieghi bene come e perché Akira Toriyama abbia travalicato i confini della leggenda, meritata e conquistata grazie al suo talento.

Il “papà” di Dragon Ball, e anche un po’ di tutti noi, è venuto a mancare, proprio nell’anno del Drago nell’oroscopo cinese. Strano pensare che per alcune persone l’eternità sembri scontata. Tuttavia, ciò che resterà sono la sua arte e le sue opere, indelebili come l’inchiostro sulla carta che ha dato vita a immagini e storie memorabili.

Grazie Sensei.