Kriminal” e “Il marchio di Kriminal”: dal fumetto al cinema
A partire dagli anni 60 in Italia inizia a spopolare il cosiddetto “fumetto nero”. Sulla scia di “Diabolik” nascono altri personaggi con caratteristiche simili, ma sempre contraddistinti da una loro personalità. Come non ricordare il fumetto “Kriminal”, nato dalla mente di Max Bunker, pseudonimo di Luciano Massimiliano Secchi, e disegnato da Magnus, alias Roberto Raviola. Dal 1964 al 1974, seguiamo in edicola le gesta di un ladro scaltro e spietato, contraddistinto da un costume con cappuccio nero e giallo che rappresenta uno scheletro.
Il primo film che si ispira alla serie è appunto “Kriminal”, diretto nel 1966 da un maestro del cinema di genere come Umberto Lenzi. Il protagonista, interpretato da Glenn Saxon, è un affascinante ladro che, aiutato dalla sua ex moglie, vuole impossessarsi di una partita di gioielli e allo stesso tempo truffare l’assicurazione che si occupa di trasportarli da Londra a Istanbul. Troverà molteplici insidie nella sua avventura tra cui l’ispettore Milton di Scotland Yard che non gli darà tregua. Tra un crescendo di colpi di scena, armi non convenzionali che il nostro “anti-eroe” mette di continuo in atto e inseguimenti, possiamo godere di un film che richiama alla memoria le spy story di James Bond, naturalmente con un personaggio più cattivo e spietato. Una particolarità: dopo alcune delle scene più significative, viene mostrata la tavola del fumetto disegnata a colori della scena stessa.
Dopo esattamente un anno uscirà il seguito, “Il marchio di Kriminal”, diretto da Fernando Cerchio, con gran parte del cast del precedente film. Sembra che Londra possa finalmente dormire sonni tranquilli da quando l’ispettore Milton è riuscito a rinchiudere Kriminal nel carcere turco di Istanbul. Ma ne siamo proprio così sicuri? Infatti Kriminal è sempre a piede libero e gestisce, sotto falso nome, una casa di riposo per ricche vedove, che ogni tanto ne provocherà la morte, riuscendo ad intascare l’assicurazione sulla vita. Un giorno scopre, insieme ad una sua complice, una statua di un Buddha custodita da una sua ospite. All’interno di questo oggetto è contenuta parte di una mappa che conduce ad un tesoro situato a Beirut, in Libano. Il resto della mappa è dentro altre 3 statue identiche appartenenti ad alcuni collezionisti sparsi per l’Europa. Dopo aver scoperto e ucciso la sua complice che ha tentato di avvelenarlo, Kriminal si mette alla ricerca delle altre statue per arrivare al tesoro. Giungerà fino a Madrid alla caccia di una affascinante, quanto misteriosa, ballerina di Flamenco. In tutto ciò l’ispettore Milton (scoperto che Kriminal non ha mai scontato un giorno di galera) si metterà sulle sue tracce…e questa volta preparerà una trappola molto ingegnosa. Come nel film di Lenzi, anche nella pellicola di Cerchio si vedono le tavole originali del fumetto, che compaiono dopo le scene più importanti.
Con questi due film il cinema italiano ha omaggiato uno dei personaggi più crudeli e affascinanti della storia del fumetto, che ha spopolato sia nel nostro paese sia a livello mondiale.
Alessio Frosini