Monza. Destinazione paradiso, destinazione Serie A.
Il 29 maggio 2022, la “maledizione” di Renato Pozzetto in Agenzia Riccardo Finzi si spezza definitivamente: il brianzoli, a 110 anni dalla loro fondazione, conquistano per la prima volta la massima Serie.
Per l’occasione, Giulio Artesani e Stefano Peduzzi ripercorrono il cammino biancorosso, dal 1912 fino all’incredibile vittoria di Pisa, attraverso la voce dei protagonisti che hanno segnato la storia del club nel libro “Monza. Destinazione Serie A” (Diarkos, 2022).
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Nel 1979 Bruno Corbucci, specialista del cinema di comico italiano e fratello di Sergio (regista di Django), viene ingaggiato da Galliano Juso per dirigere una commedia investigativa a tinte gialle con protagonista Renato Pozzetto: Agenzia Riccardo Finzi… praticamente detective, tratto dall’omonimo romanzo del 1978 di Luciano Secchi, alias Max Bunker. L’idea è quella di cavalcare il successo del cinema poliziottesco dell’epoca e, quindi, Corbucci sviluppa il film come risposta milanese alla saga romana (da lui lanciata insieme a Mario Amendola) di Nico Giraldi, eroe borgataro di Tor Marancia impersonato dal mitico Tomas Milian.
I giochi sono fatti: Pozzetto, con un passato al Derby Club di Milano a fianco del “socio” Cochi Ponzoni, interpreta uno scalcinato detective privato, Riccardo Finzi, che approda nel capoluogo meneghino in cerca di fortuna. Una sera incontra in un night Susy (Lory Del Santo), una ragazza che tingerà di mistero la sua permanenza sotto la Madonnina. All’uscita dal locale la giovane si imbatte in un individuo (probabilmente una vecchia fiamma) e lo manda a quel paese, in modo colorito. Pozzetto non ci pensa due volte e rincara la dose, rispondendo: “eh, per forza è dell’Inter! Io sono del Monza, non riusciremo mai a venire in Serie A…vuoi che gli spacchi la faccia?”.
“Io sono del Monza” e quel rigore sbagliato.
La citazione di Pozzetto diventa famosa in Brianza tra i tifosi biancorossi. Non era per niente scontato che in un film italiano ambientato a Milano il protagonista rivelasse la propria fede calcistica affermando di essere tifoso del Monza. Non del Milan o dell’Inter, ma del Monza.
Il film esce nelle sale il 21 dicembre 1979, anno che i supporter brianzoli, purtroppo, ricordano bene e non potranno mai dimenticare. Infatti, il 17 giugno di quello stesso anno Divo Vannucci respinge il rigore del possibile pareggio, calciato da Massimo Silva (omonimo di Henry, attore in voga nei polizieschi degli anni ’70) a 13 minuti dalla fine di Monza – Lecce, penultima giornata del campionato cadetto 78/79. Risultato finale 0-1: i salentini espugnano il Sada e frantumano i sogni di promozione dei biancorossi, agganciati al terzo posto in classifica dal Pescara dopo la vittoria casalinga per 3-0 contro la Pistoiese.
Addio sogni di gloria
Monza e Pescara chiudono la stagione a pari punti, in seguito ai rispettivi successi contro Pistoiese e Foggia. E dunque, spareggio promozione. Nella finalissima di Bologna, in uno stadio gremito di tifosi biancoazzurri, non c’è partita: gli uomini allenati dall’ex bomber Antonio Angelillo trionfano per 2-0 sul Monza di Alfredo Magni. I delfini tornano in Serie A. Dopo una stagione incredibile, il Monza vede sfumare sul più bello il primo storico approdo nella massima serie. Addio sogni di gloria. “Abbiamo perso la serie A per quel rigore” dirà, amareggiato mister Magni.
Qualche mese più tardi, come strenna natalizia, Agenzia Riccardo Finzi…praticamente detective approda al cinema e quella frase detta da Pozzetto diventa una maledizione, una profezia che porta con sé tutto il rammarico e la rassegnazione dei tifosi biancorossi.
Chi scrive, il sottoscritto, non era ancora nato, ma ha vissuto quei momenti nei racconti di suo padre, Roberto, tifoso doc del Monza. Lui che, nella partita contro il Lecce nel 79′, era dietro la porta di Vannucci, incredulo, quando Silva fallì il rigore dal dischetto. Una ferita ancora aperta. Per tanti, lui compreso.
La prima volta non si scorda mai
Ma il destino, parola del premio Nobel Hermann Hesse, “non viene da una sola direzione, ma cresce dentro di noi”. Ed è proprio così. Perché, come insegna Sallustio, “Faber est suae quisque fortunae”. Tradotto, “ciascuno è artefice della propria sorte”.
Spinto da un popolo pieno di passione, il Monza è riuscito a valicare i confini dell’impossibile con forza e determinazione, raggiungendo un traguardo inimmaginabile. Questa volta con la fortuna dalla sua parte, fedele alleata.
Sliding Doors. Nel 2022 non è solo il Monza a dover fare i conti con la storia e il suo passato, con l’incubo di una promozione in A mai raggiunta, ma è la storia a dover fare i conti col Monza. Storia che, come nelle migliori favole, è stata riscritta con un meraviglioso lieto fine.
Domenica 29 maggio 2022, nella vittoriosa finale di ritorno dei play-off contro il Pisa, il Monza entra nel calcio dei grandi, strappando sul campo il pass per la massima Serie con il vichingo Christian Gytkjær, aka il Thor della Brianza, eroe di giornata (MVP del play-off 21/22). Emozione unica, una gioia immensa per tifosi brianzoli, per una città in festa, per chi ci ha sempre creduto, per chi non ha mai mollato. Al termine dei tempi supplementari all’Arena Garibaldi il risultato è Pisa-Monza 3-4. Dopo 43 anni la “maledizione” di Renato Pozzetto si spezza definitivamente.
Destinazione Paradiso, destinazione Serie A. Per la prima volta dopo 110 anni.
Un libro ripercorre 110 anni del Monza
L’epopea pluricentenaria del Monza è una storia che merita di essere scritta, raccontata, condivisa. Sfida prontamente raccolta da Giulio Artesani, tifoso biancorosso di vecchia data, e Stefano Peduzzi, direttore di Monza-News, che hanno unito le forze per mettere nero su bianco l’avventura biancorossa nel libro Monza. Destinazione Serie A. 110 anni di storia nella voce dei suoi protagonisti (Diarkos, 2022). Un viaggio appassionato e coinvolgente nella galassia calcistica del club, dal 1912, anno della sua fondazione, fino all’incredibile impresa compiuta nella città di Galileo Galilei. Con un meticoloso lavoro di studio e ricostruzione filologica, i due autori realizzano un volume ricco di aneddoti, curiosità, ricordi e interviste ai protagonisti che hanno attraversato i 110 anni della società.
That’s amore
288 pagine che danno voce a chi il Monza lo ha vissuto e a chi ha dedicato una parte importante della propria esistenza. Giocatori, allenatori, dirigenti e tifosi: tutti insieme, uniti, in questa lunga cavalcata letteraria che abbraccia la passione biancorossa e la porta in trionfo. Dagli albori della società al primo campionato vinto, dalla ripartenza del calcio giocato post guerra alla prima promozione in serie B. E ancora, l’approdo allo stadio Sada, l’accordo con lo sponsor Simmenthal, la prima diretta tv, la vittoria in Coppa Italia contro il Milan di Liedholm nel 64′, la promozione in A sfiorata da Gigi Radice nel ’69, l’avvento di Cappelletti alla presidenza e la nascita della corazzata di Magni, ribattezzata “Borussia di Brianza”, che fra il 75 e il 79 sfiora la promozione in A con quel rigore di Silva passato alla storia.
Il testo di Artesani e Peduzzi è un mosaico inclusivo, un bellissimo percorso a tappe dove nulla è lasciato al caso. Tutto viene narrato con rigorosa precisione cronachistica, i dettagli diventano tasselli fondamentali per modellare il racconto. E quindi si passa agli anni ’80 con l’inizio dell’era Giambelli e l’esordio in prima squadra di Fulvio Saini, recordman di presenze in biancorosso (552) e bandiera del club. Proprio a capitan Saini (quasi un ventennio di militanza in maglia monzese) è affidata la prefazione del libro.
Il Monza cambia stadio: ecco il Brianteo.
Nel 1988 il Monza cambia terreno di gioco: si passa dal Sada al Brianteo, inaugurato davanti a diecimila spettatori nel match di Coppa Italia che il Monza vince per 2-1 sulla Roma di Liedholm. Gli anni successivi sono caratterizzati da un’altalena fra B e C1. Nel 1991 il Monza vince la sua quarta Coppa Italia di Serie C ai danni del Palermo e, dopo due anni di permanenza in serie cadetta, torna in C1 dove rimane fino al ’96.
Il ritorno di mister Radice
Nel 1997 i biancorossi tornano in B con Gigi Radice in panchina, subentrato in corsa a Rumignani e tornato in Brianza dopo le storiche annate al Torino e altre esperienze tecniche in giro per l’Italia. La brigata del Sergente di Ferro vince a Ferrara contro il Carpi di Luigi De Canio nella finalissima play-off che assegna un posto in cadetteria. Risultato finale: 3-2 per il Monza. Dopo 26 anni lontano dalla città della Regina Teodolinda, Radice riporta i biancorossi in Serie B. Una rivincita straordinaria per il tecnico di Cesano Maderno.
Nel frattempo Giambelli stringe un patto col Milan e il Monza diventa una sorta di succursale dei rossoneri. A settembre del 97′ Radice lascia la panchina nelle mani di Bolchi, poi sostituito da Frosio. Quest’ultimo guida la squadra a una salvezza sofferta grazie ai 14 gol di Mino Francioso, (l’ultimo grande) bomber di razza biancorosso. Poi arrivano gli anni bui, quelli difficili, che coincidono con la retrocessione in C1 nel 2001 e il primo fallimento nel 2004. Ripulita dai debiti, la società va all’asta e viene acquistata da Begnini. Il neopresidente affida la squadra a Sonzogni, il quale sfiora la promozione in B nel 2006 nel doppio confronto play-off col Genoa.
Poi arrivano le bolle della holding Pa Sport e della presidenza Armstrong e il bluff inglese di Bringham, che vengono affrontati dai due autori in un lucido e puntuale resoconto. Sono gli anni del miracolo di Fulvio Pea, che nel 2015 fa esordire il giovane Matteo Pessina e riesce a salvare il Monza dalla retrocessione in seconda divisione nella doppia sfida col Pordenone (mitologica la vittoria al Brianteo per 6-3), ma senza potere nulla davanti al secondo fallimento societario che impone di ripartire dalla serie D. Altro reset.
L’avvento di Galliani e Berlusconi
Nel 2015 Nicola Colombo rileva il Monza e in un solo anno lo riporta tra i professionisti grazie alla promozione in Lega Pro conquistata dagli uomini di mister Zaffaroni. Nel 2018 il colpo di scena: la società passa nelle mani di Silvio Berlusconi e Adriano Galliani, entrando nel gruppo Fininvest che ne acquisisce il 100 % delle quote. Obiettivo dichiarato: portare il Monza per la prima volta in Serie A. In 4 anni l’impossibile diventa possibile. Tanti investimenti e una solidità economica che a Monza non si era mai vista, consentono al club brianzolo di raggiungere una meta impensabile.
Le parole del presidentissimo Silvio Berlusconi, dopo la vittoria di Pisa, fungono da colonna sonora di un film bellissimo e commovente, come Nuovo Cinema Paradiso: “abbiamo combattuto per un lungo anno e abbiamo raggiunto un traguardo storico. Il Monza non era mai stato in serie A e oggi ci è riuscito. È una cosa meravigliosa per noi, per i nostri tifosi e per tutti i cittadini di Monza e della Brianza”.
Destinazione paradiso, destinazione Serie A.
Dal Paradiso di Tornatore a quello di Gianluca Grignani: Destinazione Paradiso è il brano che accompagna la festa della promozione brianzola (insieme all’inno Monza Alé di Michele Magrin), una festa dedicata ai tanti protagonisti che avrebbero voluto vedere il Monza in Serie A ma purtroppo non ci sono riusciti: il presidente Cappelletti (subito menzionato da Galliani a fine partita), i mister Gigi Radice e Pierluigi Frosio, i giornalisti Giancarlo Besana e Claudio Parma (a cui il libro è dedicato) e molti altri ancora.
“Monza. Destinazione Serie A” è una preziosa testimonianza, una storia nella storia, racconto nel racconto, l’opera brillante di due autori, Artesani e Peduzzi, che con passione e romanticismo guidano il lettore alla scoperta del magico universo biancorosso. E se la figura del lettore coincide con quella di tifoso del Monza, è allora facile naufragar dolcemente nel mare magno delle emozioni, mossi dall’entusiasmo e dal sentimento d’orgoglio per una società che in 110 anni di storia, tra avventure e disavventure, non ha mai smesso di farci sognare.
P.S. un volume consigliato agli amanti dello sport e del calcio. E ovviamente, a tutti i tifosi del Monza.
Andrea Rurali