Amore, rotture e nuovi inizi, o forse no? Ridatemi mia moglie di Alessandro Genovesi, con Fabio De Luigi, Anita Caprioli, Diego Abatantuono e Carla Signoris

Nell’ultimo triennio le produzioni Sky Originals hanno sempre più raggiunto vette d’eccellenza. Tra Sky Italia, Sky Deutschland e Sky UK, il colosso televisivo ha sempre più diversificato le produzioni seriali realizzando autentici gioiellini. Gangs of London (2020) ci ha mostrato il mob-drama sotto una nuova luce combattiva; We Are Who We Are (2020) ha dato un nuovo senso alla poetica di Luca Guadagnino e al coming-of-age; Speravo de morì prima (2021) con cui raccontare le ultime fatiche dell’ottavo Re di Roma: Francesco Totti; non ultimo la fantascienza distopica condita da female power di Intergalactic (2021).
A mancare, nel portfolio, era la commedia romantica (rom-com), ed è qui che entra in gioco Ridatemi mia moglie (2021) di Alessandro Genovesi.

ln onda su Sky Serie (e in streaming su NOW) in due parti tra il 13 e il 20 settembre, per poi approdare on demand, Ridatemi mia moglie racconta di Giovanni (Fabio De Luigi) e sua moglie Chiara (Anita Caprioli). Sposati da tanti anni, il loro rapporto è logoro ma sembra che solo lei se ne sia accorta. Giovanni invece è convinto del contrario, che tutto proceda per il meglio. Chiara, confrontatasi con la sorella minore Lucia (Diana Del Bufalo) decide di lasciarlo con una lettera che scrive ma che sceglie poi di gettare nel cestino; fa le valigie e si allontana da casa mentre Giovanni, ignaro di tutto, le sta preparando una festa a sorpresa per il suo compleanno.

Fabio De Luigi, Anita Caprioli, Diego Abatantuono, Carla Signoris

Mentre attende la festeggiata assieme all’amico e capo Antonio (Alessandro Betti), dentro il cestino viene ritrovata per caso la lettera. Il povero Giovanni apprende così le intenzioni della moglie. Solo che, il momento della rivelazione, arriva proprio mentre aspetta le decine di festeggiati tra cui i genitori di lei: Renato (Diego Abatantuono), legato, forse troppo, al genero, e Rossana (Carla Signoris).

L’opportunità di una vita, le tante facce del sodalizio Genovesi/De Luigi, l’inversione di tendenza

Dice Genovesi che Ridatemi mia moglie rappresenta l’opportunità di una vita. Quella di realizzare la tipica rom-com ma soprattutto di farla raccontare da De Luigi:


“Ormai è una specie di mio alter-ego. È molto più bravo di me a recitare, e anche con più capelli.”

Comunemente useremmo la parola sodalizio per definire il rapporto artistico tra Genovesi e De Luigi. Forse però, in questo caso – un po’ alla maniera di Scorsese/De NiroBurton/Depp – sarebbe meglio parlare di amore; o ancora meglio: musa. Tutto della carriera di Genovesi infatti racconta di (e attraverso) De Luigi.

Fabio De Luigi in una scena de Ridatemi mia moglie

Classe di ferro 1973, drammaturgo, sceneggiatore prima e regista poi. Genovesi sale agli onori della cronaca grazie alla sceneggiatura de Happy Family (2010) di Gabriele Salvatores. Opera incompresa, a-lineare, meta-linguisticamente folle che piazza però, in apertura di racconto, una rielaborazione del prologo del dramma teatrale Kvetch (Piagnistei) di Steven Berkoff consegnando al medium cinematografico una delle più acute riflessioni sull’esistenziale terrore della paura con in sottofondo la suggestiva Anji di Simon & Garfunkel a cullare volto e voce di De Luigi.

Per Genovesi sarà nomination ai Nastro d’argento 2010 nella categoria Miglior sceneggiatura, e l’inizio di un’ascesa registica dove, sempre affidandosi al buon De Luigi, inanellerà successi di pubblico come La peggior settimana della mia vita (2011) e 10 giorni senza mamma (2019) e relativi sequel. Commedie leggere dalla scrittura semplice principalmente costruite attorno all’istrionico talento dell’ex Mai Dire Gol De Luigi, dove è già ben presente il sapore rom-com ma con più com che rom. Ridatemi mia moglie rappresenta, in tal senso, l’inversione di tendenza.

Ridatemi mia moglie: l’altra faccia di Love Bugs

Remake all’italiana dell’infelice e nemmeno di troppo successo miniserie britannica I Want My Wife Back (2016), la visione di Genovesi diluisce la portata comica distruttiva dell’originale attraverso una scrittura capace di ben bilanciare il talento comico naturale di un De Luigi in totale stato di grazia (strepitosi i siparietti comici con Abatantuono e Betti), ad una crisi di coppia seria e malinconica nel decidere se quello tra Giovanni e la Chiara di un’intensa Caprioli, sia un’amore prossimo all’estinzione o più semplicemente da ravvivare.

Tra le ragioni di lei e quelle di lui, figli voluti e timidamente accennati, opportunità di carriera e routine malsane, regali disastrosi ed equivoci da commedia sofisticata, Genovesi racconta della misteriosa ed ontologica incomunicabilità relazionale tra uomo e donna attraverso l’a-linearità delle prime e (chissà) ultime volte di una coppia come tante ma speciale nella sua sincera semplicità.

Fabio De Luigi, Diego Abatantuono e Carla Signoris in una scena de Ridatemi mia moglie

Capace di far ridere ed emozionare fino all’ultimo minuto delle sue scorrevoli tre ore narrative, la miniserie Ridatemi mia moglie è il salto di qualità della finora troppo statica – ma molto apprezzata dal pubblico – produzione del Genovesi-regista. Un ritorno alla maturità tonale e tematica di Happy Family che, unita all’umorismo vivace de 10 giorni con Babbo Natale (2020), dà a Ridatemi mia moglie un’inconsapevole aura da post-Love Bugs (2004-2005) con cui raccontare – da Fabio e Michelle a Giovanni e Chiara – l’altra faccia di gioie e noie della vita coniugale, quella più problematica e buia delle separazioni e delle incomprensioni apparentemente inconciliabili.