I personaggi raccontati attraverso la fotografia
Articolo a cura di Olga Andreoli
I personaggi sono il cuore pulsante di ogni film, animano le storie, le arricchiscono, le completano. In questo articolo ci soffermeremo sui personaggi di alcuni film, su ciò che trasmettono e raccontano. Un ruolo fondamentale è svolto dalla fotografia che, grazie alla sua forza comunicativa, caratterizza i diversi personaggi.
Natalie Portman nel ruolo di Mathilda in “Leon”
Léon racconta la storia di Mathilda, una ragazzina a cui uccidono tutta la famiglia. Rimasta sola, andrà a vivere con il suo vicino di casa. Mathilda sa che deve essere forte perché è sola al mondo. Il suo vicino è un criminale ma lei lo segue e diventa sua complice; tra i due
si forma un particolare legame d’affetto.
L’immagine selezionata qui sopra mostra la protagonista, Natalie Portman, in primo piano. Una foto che ci comunica quanto Mathilda sia triste e disperata, prigioniera della sua giovane vita ormai segnata indissolubilmente. Nello spettatore nasce subito il desiderio di vederla salvarsi dal suo destino tragico, rappresentato dalla pistola puntata alla tempia. Un frame che cattura il suo viso in ombra, perso, vuoto. Proprio come la sua vita.
Natalie Portman nel ruolo di Anna Bolena ne “L’altra donna del re”
È la storia vera, ambientata nel XVI secolo in Inghilterra, di Anna e Maria Bolena, due sorelle che abbandonano la loro vita di campagna per trasferirsi alla corte di Enrico VIII come damigelle della regina.
Noi ci concentriamo sulla figura di Anna, interpretata da Natalie Portman: una donna molto diversa dalle altre, consapevole della propria femminilità. Lei ama molto la sua indipendenza. La sua determinazione la spingerà a conquistare il posto di nuova Regina d’Inghilterra, tramando alle spalle di Mary e della legittima moglie del re, Caterina d’Aragona.
Anna è una donna ammirevole per la sua epoca, in quanto porta avanti le proprie idee fino in fondo. Allo stesso tempo, però, il suo animo ribelle la condurrà alla disperazione e a perdere la vita.
Nell’immagine selezionata Anna indossa un vestito di un colore molto più acceso rispetto agli altri soggetti, sfocati sullo sfondo, proprio per rimarcare la sua diversità. Lo sguardo di Anna ha un’aria di sfida.
Saoirse Ronan nel ruolo di Brony Tallis in “Espiazione”
Tratto dall’omonimo best seller di Ian McEwan, il film di Joe Wright è ambientato in Inghilterra poco prima della Seconda guerra mondiale.
Brony Tallis (Saoirse Ronan) è una ragazzina a cui piace scrivere, ha molta fantasia, è fin troppo curiosa per la sua età. La sua gelosia rovinerà la vita di una coppia, fardello che peserà per sempre sulla sua coscienza.
Brony è segretamente innamorata di Robert, il fidanzato della sorella Cecile: sarà lei ad accusarlo ingiustamente dello stupro di una cugina.
Nell’immagine qui sopra, è presente una luce bianca, pallida, simbolo di innocenza, che risalta i bellissimi occhi azzurri di Brony, creando una contrapposizione con i pensieri e le emozioni che sta provando in quell’istante.
La fotografia di Seamus McGarvey gioca un ruolo fondamentale perché ci aiuta a comprendere meglio il personaggio, mettendone in risalto la sua vera anima. Un mosaico di luci ed ombre che rivela emozioni tutte diverse.
Saoirse Ronan nel ruolo di Josephine March in “Piccole donne” (2019)
Tutti noi abbiamo letto Piccole Donne e ne conosciamo benissimo la storia.
Delle quattro sorelle, Jo (Saoirse Ronan) è la più intraprendente, fa molte cose considerando la giovane età e i costumi della sua epoca. Vuole fare la scrittrice e si impegna a fondo cominciando a firmare degli articoli sul giornale della città.
Per il pubblico femminile, Jo potrebbe rappresentare un’icona.
La foto scelta, con uno sfondo che evoca la pittura impressionista di Claude Monet, mostra una donna che corre veloce verso la libertà, indipendente ed emancipata. Una grande vittoria per l’epoca.
Luke Bracey nel ruolo di Dawson Cole ne “Il meglio di me”
Il protagonista è Dawson Cole, un ragazzo che viene da una famiglia di criminali ma vuole dimostrare di essere diverso, di essere onesto e anche buono.
Dawson è in effetti una persona gentile, molto intelligente e amabile. Nella storia si innamora di una ragazza di buona famiglia, che però contrasta la loro relazione.
Il ragazzo scappa di casa perché non vuole stare con suo padre e i suoi fratelli; va a vivere con un vecchio che lo ospita nella sua abitazione, consapevole della sua situazione, diventando a tutti gli effetti un secondo padre per il protagonista.
Un giorno Dawson si reca al ballo di fine anno del liceo insieme ad un amico e alla sua fidanzata. Torna a casa dopo aver dimenticato i fiori per la sua ragazza e trova il padre “adottivo” picchiato da padre “biologico”. Nella rissa Dawson per sbaglio uccide il suo migliore amico che si era messo in mezzo a loro per dividerli. Condannato va in prigione e chiede alla fidanzata Amanda di dimenticarlo in modo da rifarsi una vita.
Questo gesto d’amore estremo è la cosa che più colpisce del personaggio interpretato da Luke Bracey. The Best of Me è un film che riflettere e pensare sul rapporto padre-figlio.
Per quanto riguarda la fotografia come mezzo di comunicazione, l’immagine scelta mostra un ragazzo pensieroso e preoccupato per il suo futuro incerto. La luce del sole proietta un’ombra sul muro e fa venire in mente il tramonto, la fine dei sogni, la notte che arriva. Lo sguardo di Bracey è sovraccarico di pensieri, sensazioni, angosce. Nei suoi occhi c’è un vuoto di dolore, ha l’aria è preoccupata come quella di chi sa di dover fare i conti con il proprio destino.
Luke Bracey nel ruolo di David Mason in “The November Man”
In The November Man Luke Bracey interpreta un giovane poliziotto di nome David che cerca una figura paterna nel suo capo, caratteristica che lo accomuna al personaggio di Dawson in “The Best of Me – Il meglio di me”.
David è alla prime esperienze. All’inizio del film uccide una persona per sbaglio e dovrà trovare il modo per riscattarsi. Un personaggio molto freddo e distaccato, dedito al lavoro, che vuole dimostrare soprattutto ai suoi superiori di essere brillante e determinato.
Nell’immagine scelta il soggetto è incorniciato da una luce fredda. David sembra apparentemente forte, ma in realtà dentro di sé nasconde le proprie ansie e preoccupazioni.
Mario Casas nel ruolo di Killian in “Palme nella neve”
È una storia ambientata in un paese dell’Africa durante gli anni Cinquanta, ai tempi dell’occupazione spagnola. Il protagonista è Killian (Mario Casas), un giovane uomo che si innamora di una donna del posto. Tra i due nascerà un’intensa storia d’amore, che porterà Killian a svelare il lato più umano e profondo della sua personalità. Sarà una relazione molto complicata perché la ragazza è promessa sposa di un uomo che non ama.
Nonostante il grande amore tra i due, la relazione si interromperà.
La foto mostra i due amanti avvolti da una luce tenue, calda, fascinante, quasi a simboleggiare l’ultimo atto di una storia interrotta, passionale ma incompiuta.
Killian, catturato dalla macchina da presa in primo piano, osserva una foto che lo ritrae insieme a Bisila (Berta Vázquez). La giovane ha uno sguardo triste e con le mani cerca di trattenere l’uomo che ama.
Mario Casas nel ruolo di Adrian Doria in “Contrattempo”
Mario Casas intrepreta Adrian Doria, un uomo d’affari con una bella moglie e una figlia. Adrian è un uomo sulla carta perfetto ma in realtà è egocentrico e vendicativo. Ha anche un’amante, Laura (Bárbara Lennie), un personaggio che si rivelerà molto importante nel film.
Adrian viene coinvolto in un incidente d’auto insieme alla sua amante, durante il quale investe un ragazzo. Convinti entrambi che il ragazzo sia morto, Adrian e l’amante nascondono il corpo nel bagagliaio. Andrian si accorge però che il ragazzo è ancora vivo e, in preda al panico, decide di gettare l’auto – con lui dentro – in un lago.
Laura all’inizio lo copre in modo che non venga accusato, ma poi comprende di aver commesso un errore e confessa tutto alle autorità, non sapendo però che questa rivelazione le costerà caro.
L’immagine scelta (qui sopra) mostra un uomo spaesato e confuso dopo l’incidente, ma non oppresso dal senso di colpa. La fotografia, buia e in controluce, amplifica la sensazione di panico sperimentata da Adrian mentre osserva la scena dell’incidente che ha provocato.