Il gatto con gli stivali 2 è un film coraggioso che affronta con successo il delicato tema della morte.

“Chi sei tu?”
“Sono la morte”
“Sei venuta a prendermi?”
“È già da molto che ti cammino a fianco”.

Cosa succede quando un film d’animazione per famiglie riesce, a suo modo, a parlare di un tema delicato come la morte? La risposta è nel nuovo film d’animazione Il gatto con gli stivali 2 – L’ultimo desiderio.

Due anni dopo gli eventi narrati nel primo film, Gatto è ormai diventato una leggenda, ma anche un ricercato fuorilegge. In seguito all’ennesima impresa, il protagonista perde la vita accidentalmente e, al suo risveglio, il medico di paese lo informa che è morto già otto volte. A disposizione ha una sola, ultima, vita. Dopo l’incontro con un funesto personaggio che lo pone davanti alla paura di morire, per la prima volta nella sua esistenza, Gatto decide di appendere stivali e cappello al chiodo. Ma un’altra avventura lo attende, alla ricerca di una stella magica che può esaudire qualsiasi desiderio, tra nuove e vecchie alleanze e rivali da affrontare.

Una divertente avventura, con un punta di riflessione.

Il sequel del film del 2011 dedicato al felino co-protagonista della saga di Shrek è diretto dall’esordiente animatore Joel Crawford, che succede all’esperto Chris Miller. Il risultato è un’appassionate epopea per tutta la famiglia, con sotto testi inusuali per un prodotto di questo genere.

Uno dei temi principali è, infatti, la reazione davanti alla fine di tutto. Cosa succede quando ci troviamo di fronte alla morte? Questa è la domanda che il film suggerisce, innescando una riflessione sul senso della vita. La sceneggiatura, scritta a quattro mani da Paul Fisher e Tommy Swerdlow, mette in scena un’inquietante (soprattutto per i più piccoli) rappresentazione del tristo mietitore, che è anche uno dei villain più interessanti del cinema d’animazione degli ultimi anni.

Il gatto con gli stivali 2 recensione
Il Lupo di Il gatto con gli stivali 2 – L’ultimo desiderio recensione
Vita, morte e cambiamento

Un altro tema del film è il cambiamento. Nel corso del film Gatto passa da uno stato di onnipotenza e noncuranza di fronte al pericolo ad una metamorfosi che lo porta a crescere, ma anche a maturare e capire i suoi limiti. Impara  a mettere da parte il proprio egocentrismo affidandosi a nuovi e vecchi amici. Un percorso di mutazione che affronta anche il personaggio di Riccioli d’oro (doppiata in lingua originale da Florence Pugh), accompagnata dalla famiglia degli Orsi, qui rielaborati, in puro stile Shrek, in versione banda di criminali alla ricerca della stella. Un cammino che porta il personaggio di Riccioli d’oro a riflettere sul significato di famiglia.

Il gatto con gli stivali 2 recensione
I personaggi di Il gatto con gli stivali 2 – L’ultimo desiderio recensione
Cinema d’animazione e di qualità

In tutto questo si staglia la vera mela marcia del film, “Big” Jack Horner, personaggio ispirato ad una vecchia ballata britannica, qui rappresentato come un corpulento bambinone egoista e viziato, disposto a tutto pur di accumulare più potere magico. Il suo personaggio rappresenta anche un pretesto per innumerevoli citazioni di altre note fiabe, dal tappeto di Aladdin alla zucca trasformata in carrozza di Cenerentola, passando per il grillo parlante di Pinocchio.

Dal punto di vista tecnico, le animazioni sono fluide e fresche, chiaramente debitrici di un film come Spider-man: Un nuovo universo che sta facendo scuola. Soprattutto nelle scene più “action” è visibile quel passaggio dal 3D classico alla commistione tra quest’ultimo e l’animazione 2D, che ha reso popolare il film d’animazione del 2018 dedicato al Tessiragnatele.

Il gatto con gli stivali 2 – L’ultimo desiderio è un esempio lampante di come si possa coniugare perfettamente l’intrattenimento per famiglie con la qualità e le innovazioni del miglior cinema d’animazione contemporaneo. Un piccolo gioiellino della Dreamworks Animation che supera il precedente capitolo e si rivela tra i prodotti più riusciti dello studio in epoca recente.

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