I 90 ANNI DI CLINT EASTWOOD
Clint Eastwood compie 90 anni. Sarebbe sicuramente un’occasione d’oro per stilare liste, classifiche, citazioni, elenchi, celebrazioni di ogni tipo. Certo, è il suo compleanno, e cifra tonda per di più. Ma forse non è così rilevante.
Precisiamo: Clint Eastwood non è solo un grande attore (oggi tutti lo riconosceranno ad ogni latitudine, ma se si provasse a leggere quello che scrivevano di lui qualche decennio fa…); non è solo uno tra i più prolifici e influenti registi di sempre, unico attore-regista tra l’altro a centrare l’accoppiata miglior film e miglior regia ai premi Oscar per ben due volte (1993 e 2005); non è solo l’incarnazione di oltre cinquant’anni di cinema americano.
Clint Eastwood è un’icona. Un’immagine imperitura sottratta alla concretezza del momento per essere consacrata all’eternità dell’immaginario collettivo. È senza tempo e non si può scalfire, facendo passare in secondo piano dibattiti sulle singole circostanze (il personalissimo parere sull’ultimo decennio del cinema di Eastwood da parte di chi scrive, per esempio, è tutt’altro che lusinghiero).
Clint Eastwood appartiene a tutti, proprio come Marilyn Monroe alle prese con la gonna che si alza, Audrey Hepburn che fuma con il bocchino, Humphrey Bogart con l’immancabile sigaretta, Paul Newman e i suoi occhi di ghiaccio o John Wayne in sella al suo cavallo.
Avendo tutti in mente il freddo pistolero, l’ispettore ruvido e innumerevoli celebri ruoli, il consiglio spassionato per festeggiare Eastwood ricade su un particolare momento della carriera: l’esordio da regista nel lungometraggio Brivido nella notte (Play Misty for Me). Siamo nel 1971, a diversi anni dalla Trilogia del dollaro di Leone che lo ha reso celebre e nel bel mezzo del sodalizio professionale con Don Siegel, anche grande amico e vero mentore cinematografico di Clint. Pochi mesi dopo sarebbe apparso per la prima volta nei panni dell’ispettore Callaghan, “Dirty Harry” o, come più noto in Italia, “Harry la carogna”.
In Brivido nella notte Eastwood interpreta un playboy incallito che lavora come DJ e speaker radiofonico di una trasmissione notturna. Ogni sera riceve la richiesta da parte di un’ascoltatrice anonima di passare il brano Misty di Errol Garner, da cui il titolo originale. Una notte di passione con una ragazza incontrata apparentemente per caso scatena un susseguirsi di vicende che sfociano in una storia di stalking e ossessione, violenta e dolce, rigorosa ma anche un po’ anarchica, proprio come il nostro protagonista.
Brivido nella notte è un neo-noir conturbante e dalla natura artigianale, con evidenti rimandi al cinema di Siegel (che compare anche in un cameo nei panni di un barista). Diretto, esplicito e tutto d’un pezzo, il primo lungometraggio di Eastwood manifesta i primi segnali di quell’idea di cinema che lo accompagnerà per oltre mezzo secolo. Ed è un film che, se perso, va recuperato assolutamente.
Di attori, registi, sceneggiatori, fotografi, tecnici ce ne sono ancora molti, alcuni grandi, altri grandissimi, altri ancori superbi, qualcuno inarrivabile. Di icone e di miti, invece, ne restano ben pochi. Per questo motivo dobbiamo celebrare un gigante come Clint Eastwood, esaltandone, giorno dopo giorno, la sua grandezza.