Il ragazzo e l’airone è un viaggio alla scoperta di sé, della vita e della morte. Recensione del nuovo gioiello di Hayao Miyazaki.

Il ragazzo e l’airone è arrivato nelle sale italiane. Un film che molti aspettavano e che rappresenta il ritorno sulla scena cinematografica del maestro dell’animazione Hayao Miyazaki, a dieci anni dal suo “addio” con Si alza il vento, sempre di produzione Studio Ghibli.

Il ragazzo e l’airone è l’ennesima opera che lascia il segno. Ispirato al romanzo E voi come vivrete? di Genzaburō Yoshino, il lungometraggio è denso di significato e di sfaccettature di analisi. Intreccia sapientemente il vissuto personale del regista, la finzione del racconto proposto e l’invenzione drammaturgica, arricchita quest’ultima da spunti provenienti dalla letteratura e dal cinema (calzante la citazione al film disneyano Biancaneve e i sette nani).

Non per questo, però, si tratta di un film ermetico; solo di un racconto che sceglie una poetica riconoscibile, immersa in un vissuto giapponese e una tradizione tipicamente orientale. Anche la traccia stilistica è ben definita e famigliare nella sua autorialità. Dunque, al termine della visione si avrà la sensazione di uscire arricchiti dalla sala, seppur colmi di domande e interrogativi.

Di cosa parla Il ragazzo e l’airone?

Tokyo, Seconda Guerra Mondiale. Il film segue la storia di Mahito Maki, un bambino che ha perso la madre in un incendio nell’ospedale dove la donna lavorava. Un anno dopo il padre si risposa con Natsuko, sorella della defunta moglie e da cui aspetta un bambino. Dopo essersi trasferiti in campagna, per sfuggire agli orrori della guerra, Mahito comincia a notare eventi molto strani attorno a sé. Questi portano verso un airone parlante e una torre misteriosa, il cui accesso è vietato. Che segreto si celerà al di là di quelle mura?

Una straordinaria ricchezza narrativa e allegorica.

L’intreccio di Il ragazzo e l’airone racchiude molteplici riferimenti, legati al patrimonio tradizionale letterario e artistico di entrambe le espressioni culturali: occidentale ed orientale. Quello che più colpisce è la rappresentazione del viaggio dantesco, metafora attraverso cui Miyazaki risolve ed esplica il cammino di formazione del protagonista. L’intero percorso si sviluppa in una condizione di partenza (l’Inferno) un’intermedia (il Purgatorio) e una finale (il Paradiso). Come tali non possono mancare anche le rappresentazioni delle guide dantesche delle tre Cantiche: Virgilio, Beatrice e San Bernardo Di Chiaravalle. Il magico onirismo che pervade l’intera narrazione però sugellerà un’interpretazione molto aperta e personale di questo magnifico viaggio.

C’è un significato nascosto?

Al di là di qualsiasi chiave di lettura o spiegazione, il migliore suggerimento che si può offrire allo spettatore è quello di lasciarsi trasportare dalla visione. Ricordate che i film di Miyazaki sono innanzitutto esperienze e che, come tali, vanno vissute e non subìte.
Magari non sarà possibile cogliere, in una volta sola, tutte le sfumature di significato, celate nel racconto, ma poco importa: le opere del Maestro sono per tutti, non per un’élite esclusiva. La lezione importante che Mahito imparerà sarà quella di accettare il passato come una parte importante di sé. Un “pezzo” che non condizioni la (ri)costruzione del proprio nuovo presente. Non sarà necessario dunque dimenticare quello che è stato, ma accantonarlo, per trovare il coraggio di scegliersi un futuro sempre diverso e non prestabilito.

Perché vederlo e perché in sala?

Come ogni prodotto dello Studio Ghibli, anche Il ragazzo e l’airone offre un’esperienza visiva straordinaria, travolgendo i sensi dello spettatore e inevitabilmente catturandone l’attenzione. Il film, inoltre, si avvale ancora una volta della collaborazione di Joe Hisaishi alla colonna sonora. L’accompagnamento musicale risulta calzante per entrare in profonda empatia con le immagini. La bellezza di questo connubio, nel buio della sala, esalta ed amplifica la piena potenzialità del film. Per questo Il ragazzo e l’airone merita di essere visto al cinema.

Piccolo plauso all’edizione italiana

L’edizione italiana del film è promossa e ne rende giustizia. La traduzione risulta fedele allo spirito dell’originale, senza però tradire lo scopo ultimo di servire la sensibilità del pubblico di arrivo italiano. L’opera di adattamento è rispettosa della fonte, e quindi ricalca una narrazione volutamente molto giapponese, ma soprattutto della comprensione.

Il ragazzo e l'airone (2023) - Recensione del film di Hayao Miyazaki.

In conclusione

Il ragazzo e l’airone è il gradito ritorno di Miyazaki a dieci anni dal meraviglioso Si alza il vento, opera-testamento del maestro dell’animazione giapponese. Il film si avvale del “sense of wonder” per alleggerire realtà complesse ed eventi cinici e consegnare al pubblico, di grandi e piccini, un messaggio importante: “rinascere a nuova vita”, come Mahito dopo il suo lungo viaggio attraverso la vita e la morte.

REVIEW OVERVIEW
Regia
Sceneggiatura
Fotografia
Montaggio
Colonna sonora
Interpretazioni
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Alessandra Sottini
Amante della settima arte, del cinema in ogni sua forma. Appassionata strenua del cinema asiatico: curiosa spettatrice del cinema di genere e di quello un po' dimenticato. Passo facilmente dal muto, a quello degenere di cappa e spada; dal Pre-Code, ai film di "serie B" di Roger Corman; dal neorealismo italiano, all'horror Hammer Productions. Critica e analitica, ma sempre pronta a lasciarsi trasportare dalla visione fantastica della realtà filmica, che è gioia per gli occhi.
il-ragazzo-e-lairone-2023-recensione-del-film-di-hayao-miyazakiIl ragazzo e l'airone, nuovo film d'animazione del Maestro del cinema Hayao Miyazaki, coniuga fantasia e realtà, in un gioco sapiente tra l'estro onirico surreale e il gioco combinatorio di più istanze della cultura, che guardano all'invenzione drammaturgica e alla vita vera dell'artista. Quest'opera magna, vero caleidoscopio di tutto il cinema miyazakiano, riuscirà a sorprendere lo spettatore e a meravigliarlo: questo è il potere dell'immagine d'animazione del creatore di sogni dello Studio Ghibli.