
Esordio sfavillante della Mostra di Venezia che ha alzato oggi il sipario della 73esima edizione.
La La Land è il film d’apertura perfetto per il festival, un manifesto limpido e incontaminato che risplende grazie e soprattutto all’amore per il cinema e alla sua straordinaria magia. La pellicola diretta dall’autore prodigio di Whiplash, Damien Chazelle, è un musical romantico e dinamico, a metà tra il pop e il retrò, profondamente radicato nel presente ma al momento stesso influenzato dal passato. Un inno alla gioia e alla speranza, dominato da sogni e illusioni e orchestrato dalla volontà di fondere due forme d’arte come la musica e il cinema in maniera impeccabile.
Illuminato dallo poetica di Gene Kelly e Stanley Donen (Cantando sotto la pioggia), La La Land è un omaggio soave e meraviglioso all’età d’oro delle pellicole musicali, da Vincent Minnelli a Jacques Demy, che viene articolato brillantemente da Chazelle, confermando tutto il talento e l’intelligenza creativa del regista. I colori di Los Angeles diventano saturi e compatti (è raro che ci siano sfumature, gli oggetti spesso sono monocromatici), sfiorano i corpi dei protagonisti e li avvolgono dolcemente, tanto da donare alle vicende quell’atmosfera onirica che ha il potere di sedurre il pubblico.
È proprio nella città dei desideri, dove le persone comuni cercano di coronare la promessa americana/hollywoodiana di felicità, che le storie di Sebastian (Ryan Gosling) e Mia (Emma Stone) si incrociano e scorrono in parallelo. Un artista jazz, disincantato e deluso dall’idea di una musica pura e incontaminata, conosce Mia, un’aspirante attrice in cerca di fortuna. Da questo incontro le vite dei due sono destinate a cambiare per sempre.
