Bradley Cooper torna a Venezia con Maestro, il suo secondo film da regista basato sulla vita di Leonard Bernstein.

Di cosa parla Maestro?

Maestro ricostruisce la vita di Leonard Bernstein (Bradley Cooper). Pianista, musicista, direttore d’orchestra, compositore: Bernstein è divenuto una vera e propria icona nel mondo della musica e nello spettacolo americano.

Presentato in concorso a Venezia 80, Maestro si focalizza in particolare sul rapporto tra Bernstein e la sua compagna di vita, l’attrice Felicia Montealegre Cohn Bernstein (Carey Mulligan).

Leonard Bernstein nel mito

Oltre alla regia Bradley Cooper firma anche la sceneggiatura insieme a Josh Singer (Il caso Spotlight). Il film è interessante per molti aspetti, la narrazione è di ampio respiro ma nella parte centrale manca di ritmo e consistenza. E per un film su un musicista è un ostacolo non indifferente.

Maestro è visivamente coinvolgente nei momenti in cui Bernstein dirige l’orchestra, ma è piatto e sfibrato nella rappresentazione del quotidiano. La figura di Bernstein, d’altro canto, è trattata con delicatezza e garbo, mantenendo la complessità di un personaggio così carismatico e controcorrente. Cooper rilegge il Bernstein uomo partendo dal libro Famous Father Girl: A Memoir of Growing Up Bernstein, scritto dalla figlia del compositore.

Maestro recensione
Credits Netflix – Maestro recensione
La seconda volta non si scorda mai

Alla sua seconda regia dopo A Star is Born (qui la recensione), Bradley Cooper si avvale, ancora una volta, di uno stile formale ed elegante per inquadrare i personaggi. C’è tanta umanità in Bernstein e quel giusto tormento che rende godibile l’atmosfera del biopic.

Il regista e attore dimostra grande maturità, soprattutto nei grossi contrasti del film: il passaggio dal bianco e nero al colore, dalla leggerezza alla gravità, dal dramma all’ironia, dalla musica solenne al musical.

Il lungometraggio ha degli spunti interessanti ed è affascinante la trasformazione dello stesso attore, ma non appena si accendono le luci in sala il film si spegne. Il ritratto non è freddo e distaccato, anzi, il lavoro di Cooper su Bernstein è molto intimo e rispettoso. Ma la sensazione è che al film manchi qualcosa; una scintilla, un pretesto o un guizzo che lo possa consacrare e restituire ad una lunga vita in sala.

maestro recensione
Credits Netflix – Maestro recensione
Amore, devozione e delicatezza

La vita di Bernstein è stata piena di successi professionali e riconoscimenti internazionali. Ma è la vita privata che si rivela l’aspetto più toccante del film, in particolare l’amore non convenzionale, e al tempo stesso sincero e intrigante, con Felicia. Un plauso a Cooper che riesce a raccontare la bisessualità apertamente senza mezzi moralismi.

Il racconto si muove su un tracciato tortuoso che oscilla tra genialità e passione per poi arenarsi, forse, e scivolare nel didascalismo in alcuni segmenti.

In conclusione, Maestro è un film libero da trappole narrative banali, delicato e poetico, ma sembra scontare una retorica già vista, che non riesce ad emozionare fino in fondo.