![human flow recensione](http://www.cineavatar.it/wp-content/uploads/2017/09/Human_Flow_1____2017_Human_Flow_UG-1.jpg)
L’artista concettuale e attivista cinese Ai Weiwei approda alla 74. Mostra del Cinema di Venezia con il suo imponente documentario sulle grandi migrazioni in atto nella terra.
Human Flow impressiona infatti per la quantità di materiale ottenuto da una presenza in loco. Wewei segue da vicino i suoi protagonisti, i migranti, e li riprende con grande dispendio di tempo.
La lunga durata del documentario (2 ore) permette all’artista di soffermarsi sulle interazioni con gli intervistati quell’attimo in più rispetto a quello che è il canone dei documentari di informazione. Una volta raccolta una testimonianza, la videocamera continua a riprendere e coglie, negli istanti di spontaneità, un’umanità spiazzante.
Human Flow non offre nessuna informazione aggiuntiva a quelle che si potrebbero ottenere leggendo un buon servizio giornalistico. Eppure Weiwei si mette a servizio dell’immagine e la modella per raggiungere il suo scopo. Il regista fa di tutto per mostrare l’umanità schiacciata dei migranti. Sebbene non manchi l’intento di scioccare (vengono mostrati cadaveri, non vengono risparmiate le immagini di attacchi), il regista non ha paura di perorare la propria causa attraverso i momenti felici.
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