RECENSIONE DI COVERED SUN, IL FANTASY INDIPENDENTE DIRETTO DA ELIA ROSA, IN COLLABORAZIONE CON PAOLO S. BORGATO

In un mondo popolato da esseri umani e gigantesche creature chiamate Konoc, San dovrà affrontare numerose insidie per condurre Snoun, una ragazza senza passato, alle Montagne Dolenti, il più antico dei luoghi. I destini di altri personaggi si intrecceranno ai loro, rischiando di compromettere l’esito della missione di San.
Questa, in estrema sintesi, è la trama del lungometraggio fantasy “low budget” diretto da Elia Rosa (con la collaborazione di Paolo S. Borgato), sceneggiato da Rosa e dall’attrice protagonista, Erica Andreose. Il film è stato girato soprattutto in Veneto, con una gestazione quasi interminabile: ben 5 anni. Inoltre, è stato premiato con un importante riconoscimento distributivo: l’uscita in DVD e BLU-RAY per la nota label italiana Digitmovies.
Covered Sun ha ricevuto diversi consensi a livello di critica cinematografica, ottenendo in giro per il mondo, premi e selezioni in numerosi festival di settore.
La sceneggiatura ha un pregio importante (nonostante le difficoltà di un budget pressoché inesistente), cioè quello di riuscire, attraverso una trama complessa e non banale, a regalare allo spettatore dei personaggi veri, profondi, ben delineati. Non solo: una storia che va a tratteggiare in modo empatico, efficace e senza sbavature alcuni sentimenti basilari dell’essere umano: la voglia di vendetta e giustizia, la sofferenza del lutto, la ricerca della felicità. I personaggi hanno sfumature psicologiche inaspettate per un’opera così “amatoriale” e risultano ben scritti, come raramente capita nei film fantasy, italiani e non. Un altro rischio era quello degli effetti speciali: nel genere fantasy il pubblico, anche se sa di trovarsi di fronte ad un prodotto ultra-indie, comunque “pretende”(ed ha ragione di farlo). A tal proposito “Covered Sun” non ne esce con le ossa rotte da questa sfida, anzi.
Premesso che non tutti gli effetti risultano riusciti, in linea di massima il regista, che si occupava anche di questo comparto, non sfigura affatto. Altra menzione positiva va alla cura certosina nella scelta dei costumi medievali e delle scenografie.
Il cast ci regala l’ottima interpretazione della sceneggiatrice-protagonista, Erica Andreose. Il resto del cast invece, per quanto volenteroso, fornisce una prova discreta. Una maggior cura nella selezione degli attori avrebbe giovato al progetto. Il difetto più grande del film, per certi versi evitabile, è la durata di oltre 130 minuti, troppo elevata per un progetto ultra-indipendente fantasy. Alcune lungaggini, soprattutto nella parte centrale, rischiano parzialmente di compromettere l’attenzione dello spettatore e la bontà dell’opera. In conclusione, l’opera di Rosa risulta essere, oltre che coraggiosa, più che dignitosa, e ha meritato la fiducia di un’uscita su supporto fisico. Tutto ciò grazie alla Digitmovies, che ha dimostrato per l’ennesima volta di stare dalla parte del cinema indipendente italiano.