Un film sulla fragilità dell’uomo messo di fronte alle difficoltà della vita
Bruno Salvati (Kim Rossi Stuart) è un regista di scarso successo e con una famiglia verso la rottura. Quando viene a scoprire di avere una malattia del sangue inizia un’odissea alla ricerca di un donatore di midollo che potrebbe salvargli la vita.
Cosa sarà è il film di chiusura della 15ª Festa del Cinema di Roma e ci racconta una dolorosa esperienza di vita dello stesso regista Francesco Bruni, in una chiave romanzata ma non priva di sincerità e realismo.
Cosa sarà non è solo la storia di un regista che si ammala di un tumore al sangue, ma si concentra sul tempo che precede il ricovero tra flashback e vita presente, raccontando di un uomo in balia di rapporti familiari tesi ed equilibri personali precari. Bruno Salvati, un Kim Rossi Stuart in pieno stato di grazia, contrasta la tempesta che colpisce la sua vita con arguta ironia, ma anche malinconia e fragilità; è un personaggio pieno di contraddizioni e sfaccettature. Da un lato abbiamo l’artista egocentrico e autoironico e dall’altro l’uomo con le sue debolezze.
In questa pellicola, infatti, il regista Bruni sembra voler rivendicare il diritto alla fragilità e alla delicatezza dell’uomo. Le parole fragile e delicato sono quelle che più caratterizzano gli uomini del racconto in netto contrasto con le figure femminili che invece si fanno forti per la famiglia. Non è, quindi, solo la malattia il filo conduttore di questa storia, ma c’è la rivendicazione del diritto ad essere fragili e delicati nei momenti i n cui la vita ci mette alla prova. E c’è anche il diritto di smettere di essere forti a tutti i costi e lasciarsi andare, qualche volte, alle proprie debolezze senza essere sempre infallibili. E proprio qui Bruni affida alle donne, ad Anna (Lorenza Indovina) e Adele (Fotini Peluso), il compito più difficile: quello di essere la colonna portante della famiglia, di sobbarcarsi il peso della situazione e delle responsabilità.
Tutta la costruzione del film è quasi perfetta; una narrazione che non perde mai di ritmo passando da sequenze d’infanzia a quelle di vita privata giungendo al momento presente dell’ospedale. Bellissime le scene con Fiorella (Barbara Ronchi) nella Livorno del regista.
Cosa sarà è un film universale che riesce a toccare corde molto intime in tutti gli spettatori, è un film catartico e sarcastico che riesce a far ridere e piangere allo stesso tempo. Un bellissimo esempio di un cinema italiano che, con una storia semplice, si mette a nudo con grandissima sensibilità.
VOTO CINEAVATAR