Benvenuti in “A Classic Horror Story”,
il primo film che vi consigliamo per Halloween 2021
Quella che i due registi Roberto De Feo e Paolo Strippoli regalano al pubblico con A Classic Horror Story è una perla rara, un piccolo gioiello del cinema di genere italiano.
Il titolo dichiara l’intenzione stessa del film, ovvero: esporre ai telespettatori una storia classica dai toni horror rintracciabili nella gran parte delle produzioni contemporanee, soprattutto quelle d’oltreoceano.
Ed è proprio questo il fulcro di tutto. Malgrado la trama possa risultare inflazionata (grazie alla pletora di slasher movie che, da Venerdì 13 ad oggi, continuano a riempire di sangue il grande e il piccolo schermo), in A Classic Horror Story, prodotto da Netflix, viene invece trattata in modo alternativo e anticonvenzionale.
Nel cuore della storia
Ma addentriamoci nella trama: cinque ragazzi condividono lo stesso camper per raggiungere una meta comune. In seguito a un incidente, però, i protagonisti perdono i sensi e si risvegliano misteriosamente nel bel mezzo di una radura. Oltre a loro, solo una piccola e inquietante casetta, nella quale trovano una bambina che sembra essere tenuta prigioniera da oscuri individui. Ben presto, i ragazzi diventano a loro volta vittime di queste persone che, seguendo la leggenda dei Tre Fondatori della Mafia (Osso, Mastrosso e Carcagnosso), sacrificano i poveri sventurati in riti truculenti.
Tutti, tranne lei: Elisa (Matilda Lutz) che si appropria del titolo di “final girl” grazie alla ribalta vendicativa che stravolge lo sviluppo del suo personaggio. Il film è una denuncia esplicita a sé stesso e alla cinematografia italiana, nello specifico al genere horror e alle sue produzioni.
Con elementi metanarrativi, gli autori riescono a sfondare la “quarta parete” con plot twist che trasformano profondamente il significato intrinseco del film, giungendo ad un finale inaspettato e viscerale.
A Classic Horror Story sembra una fiaba. Una fiaba nera, però. Nella quale i protagonisti si muovono accompagnati da una soundtrack congeniata ad hoc per amplificare l’atmosfera di tensione e terrore. Tra citazioni ai cult horror degli anni ’70 e ’80, scene violente e rimembranze tarantiniane, il film merita un plauso per il coraggio dei due registi, De Feo e Strippoli, nell’avventurarsi in territori tortuosi senza mai perdere l’orientamento e la retta via. Un horror riuscito e appassionante, consigliato per la notte di Halloween.
VOTO CINEAVATAR