Titolo: Il mistero del cinema
Autori: Bernardo Bertolucci
Casa editrice: La nave di Teseo
Pagine: 96 pagine
Prezzo: 8 euro

A poco meno di un anno dall’uscita di A proposito di niente di Woody Allen (qui la nostra recensione), arriva un’altra imperdibile autobiografia edita da La Nave di Teseo. Il mistero del cinema di Bernardo Bertolucci, a cura di Michele Guerra e introdotto dalla prefazione della moglie Clare Peploe, è un testo scritto in occasione della laurea honoris causa in Storia e Critica delle Arti e dello Spettacolo che Bertolucci ha ricevuto dall’Università di Parma nel 2014.

Il mistero del cinema è un viaggio, che parte dalla cittadina fuori dal tempo di Casarola per arrivare alla smisurata Pechino, passando per Parigi e il cimitero giapponese dove si trova la tomba di Ozu. Tuttavia, come si può ben immaginare, l’itinerario attraverso cui ci accompagna il cineasta parmense nella lettura non si limita alla sola dimensione geografica. Un percorso, sia artistico sia esistenziale, variegato e a tratti difficile da inquadrare, che si articola in pensieri, esperienze e incontri decisivi.
Chiarissimo, però, è il centro propulsore: il cinema. O, più precisamente, l’ossessione per quell’atto creativo e al contempo misterioso che è girare un film, offrendo al lettore una concezione della settima arte che lo stesso Bertolucci definisce miracolistica. Questo è il solo Nord della bussola a cui fare riferimento per orientarsi in un universo tanto politico quanto poetico, tanto provocatorio quanto aulico.

L’infanzia passata in ammirazione del padre Attilio, l’esperienza come assistente alla regia di Accattone e la presa di distanza artistica da Pasolini, la scoperta della Nouvelle Vague e della cinéphilie sono solo alcuni dei frammenti che ci aiutano a capire il ruolo rivestito dal cinema nella vita di Bertolucci (anche se basterebbero le prime due righe del testo: “ …mi è naturalmente capitato di parlare del mio cinema e quindi di me.”). Poco importa che si tratti di un “film Miura”, un kolossal da nove Oscar o uno sfogo cinefilo nella Parigi sessantottina, ciò che resta è l’urgenza di indagare un mistero, di scandagliare le pieghe labirintiche di un linguaggio che non si può mai sostenere totalmente decriptato.

Proprio l’assenza di una risposta definitiva alimenta il fuoco della ricerca, e la capacità di provare meraviglia che trasuda da ogni parola scritta in questo testo rende l’idea dello spessore di Bernardo Bertolucci.

Il mistero del cinema è una piccola gemma, assai preziosa per accedere a pensieri e ricordi di uno degli ultimi grandi Maestri della cultura italiana.