Chiara Iezzi: la forza della vulnerabilità
Abbiamo intervistato l’attrice Chiara Iezzi che ci racconta cosa finora ha capito del mondo della recitazione (dal suo debutto nel 2014), che considera un vero e proprio luogo delle emozioni!
Buongiorno Chiara! Come, quando e con quali film nasce la tua passione per la recitazione?
Ho sempre adorato guardare serie tv e film da ragazzina, la magia nell’andare a vedere un film al cinema, l’atmosfera e la possibilità di identificarsi in altre storie per evadere un po’ la realta’. Sono sempre stata un’adolescente timida, introversa. Nel guardare film trovavo spesso risposte alla solitudine, al bullismo, al bisogno di esprimermi. Ho pensato di voler diventare attrice a 13 anni, quando vidi per la prima volta un film con Steve Martin, era un comedy romantico ispirato al Cyrano de Bergerac. Ho pensato di studiare invece all’Accademia di cinema e teatro quando vidi Naomi Watts nel film “Mulholland Drive”. Recitando comprendi che tutto sta nella vulnerabilità, che la forza è lì. L’idea magica di poter vivere attraverso personaggi che non sono io, uscire da se stessi e raccontare le vite altrui, fare l’attore appunto.
Nel 2014 inizi con la tua prima esperienza come attrice nel ruolo d Tea, co-protagonista con Gianmarco Tognazzi nella serie di 10 episodi “Under the Series” di Ivan Silvestrini, girato a Roma. Come andò in quell’occasione?
Ivan mi fece fare due provini. Prima un self tape e poi uno screen test su un paio di scene a Roma. La produttrice, Gloria Giorgianni, mi fece i complimenti per la presenza in scena, ricordo mi fece molto piacere e alla fine mi presero. Presenza in scena non come aspetto fisico, ma come presenza attoriale, quella cosa mi ha fatto davvero felice. Essere sul set con Gianmarco Tognazzi ed altri importanti attori come Giorgio Colangeli, Valentina Bellè e Matteo Martari era bellissimo. Fu la prima volta che mi resi conto che ciò che avevo studiato potevo metterlo in pratica con naturalezza sul set, mi sono sentita per la prima volta un’attrice a un livello decente e che poteva fare ciò che le veniva richiesto.
Sempre nello stesso anno diventi Victoria Williams nella serie tv di grande successo “Alex & Co.”, prodotta da Disney Channel.
Il ruolo in questa serie internazionale Disney fu nel 2015. “Alex&Co.” è andata infatti benissimo ed è stata doppiata in molti paesi tra cui Stati Uniti, Inghilterra, Spagna, Francia e molti altri. Un ruolo sfaccettato e grottesco il mio, molto disneyano e “fashionista”. Mi attenevo molto alle direttive della produttrice Lesley Siniscalchi e del regista Claudio Norza per la costruzione del personaggio, ci ho messo qualcosina di mio e alla fine il risultato a detta degli altri è stato gradevole, era fondamentalmente una Cruella de Vil ovviamente un po’ fuori di testa. Recitare come ti dicevo mi permette di interpretare caratteri che nella vita non potrei mai essere. Tecnicamente ho dovuto fare due provini, uno screen test con costumi e attendere un’ulteriore approvazione da Disney UK per essere scelta nel ruolo.
“Il ragazzo della Giudecca” di Alfonso Bergamo. Di cosa parla il film e quale ruolo interpreti?
Questo film è un court case ed io interpretavo Anna, la moglie di un attore e musicista che per una serie di eventi diventa un pregiudicato, il film ruota intorno al processo e alla latitanza di questa persona con la sua famiglia. Nel cast c’erano attori di grande spicco come Luigi Diberti, Giancarlo Giannini, Tony Sperandeo e Mario Donatone (“Il padrino – Parte III”) che è purtroppo mancato da non molto. Fu proprio Mario a insegnarmi una sera a cena in pausa dalle riprese, una tecnica di come si piange a comando in scena. Ebbi la fortuna di conoscere anche Luigi Maria Burruano, grandissimo attore siciliano che poi non potè fare il film e purtroppo anche lui ora non c’è più.
Nel 2017 sei parte dell’interessante e ambizioso progetto “The Broken Key” di Louis Nero con attori del calibro di Rutger Hauer, Geraldine Chaplin, William Baldwin. Che parte avevi in questo sci-fi/thriller dal respiro internazionale?
Interpretavo Esther, la direttrice del Museo Egizio. Abbiamo a girato a Torino nella sala dei Re, meravigliosa location, aperta apposta per le riprese. Vedere il film alla conferenza stampa alla Casa del Cinema di Roma è stato molto emozionante. Anche per questo film due provini, uno screen test. Pensavo di non essere stata scelta invece poi arrivò la telefonata. Il primo provino non fu facile, nel teatro di posa a Torino andava memorizzata una pagina intera di dialogo in inglese e recitarla di fronte al regista una quindicina di minuti dopo. Sentii che era andata benissimo, ma poi la sicurezza di essere presi…quella non c’è mai.
Ti ritagli una piccola partecipazione anche in “Loro” di Paolo Sorrentino.
Si, girare sul set a Roma, anche se per poco, è stato spettacolare. Incontrare Paolo Sorrentino, e l’emozione nel momento in cui dovevamo fare la ripresa della mia battuta: un ricordo davvero bellissimo.
Che personaggio interpreti nello short “Roller Coaster – Montagne russe” di Manuela Jael Procaccia?
Interpreto Lea, una delle protagoniste della storia. Lea è malata di cancro e incontra un’amica interpretata da Eliana Miglio, con la quale si sosterranno a vicenda dandosi speranza. Il corto è sempre visibile su RaiPlay.it ed è stato selezionato al Festival dei Tulipani di Seta Nera sempre in ambito Rai (Paola Tassone, Diego Righini, Mauro Calandra) vincendo anche un importante riconoscimento. Per questo corto girato dalla bravissima Manuela Procaccia (regista di Milano che vive a Tel Aviv), ho vinto anche io il mio primo premio come attrice al Florence Film Award. Questo cortometraggio è stato selezionato anche al Festival di Venezia, durante gli eventi dedicati ai film con particolari tematiche in ambito medico. Tante soddisfazioni, davvero.
Quali sono i tuoi film e generi cinematografici preferiti?
Sono diversi i generi che apprezzo, dai thriller ai drammatici alla commedia, ma anche i romantici, quelli storici. Ogni genere regala emozioni diverse. Ho una predilezione per quelli drammatico/psicologici e i biografici.
In particolare, quali sono i film italiani che ami di più?
Sempre difficile fare elenchi. “La meglio gioventù”, “Miss Marx”, “La grande bellezza”, “Mediterraneo”, “Perfetti sconosciuti”, “Saturno contro”, “La migliore offerta”. Tra classici e presente, Michelangelo Antonioni, Luchino Visconti, Nanni Moretti, Luca Guadagnino, Giorgio Diritti, i fratelli D’innocenzo, Marco Bellocchio, Stefano Sollima, Susanna Nicchiarelli, Alessandra Gonnella, Manfredi Lucibello, Michela Andreozzi. La lista sarebbe lunghissima e fare nomi è sempre difficile. Amo parecchio il cinema italiano, poi ovviamente non sono gli attori a scegliere con chi lavorare ma vengono scelti; se una stima è ricambiata a quel punto è più semplice avere anche una piccola visuale di ciò che potrebbe essere la propria strada come attore e perseguirla con più precisione.
Molti lettori di CineAvatar sono grandi fan del cinema horror. Ti piace il genere? Se si, quali sono i tuoi film horror preferiti?
Certo, mi piace molto. I miei preferiti sono “The Ring” (il primo), “The Conjuring” e “Annabelle”. Un horror psicologico un po’ trasversale è “Black Swan”, studio balletto classico per hobby e i film su quel mondo mi affascinano sempre, magari capiterà anche un film sul balletto così potrei esprimermi in entrambe le arti. Tornando al genere horror, Carpenter e Craven tra i registi che seguivo di più. Luglio scorso 2020 sono riuscita a girare a Bologna un cortometraggio di questo genere, “Sleep Well”, scritto da Mauro Grosso, giovane e talentuoso regista e scriptwriter siciliano che vive a Torino. Mi sono innamorata dello script fin da subito e ho accettato di lavorare con il suo team. Anche questo cortometraggio sta portando diverse soddisfazioni in alcuni festival, soprattutto nell’area di Los Angeles. Un premio anche all’Hollywood Gold Awards come Best Actress. Sono piccoli passi che mi rendono felice e mi regalano il senso della direzione che ho scelto, ovvero il mio luogo di sogno: recitare.
Ti piace leggere? Quali sono gli autori e i libri che ami?
Mi piace leggere, certo. Sono onnivora, sempre sui drammatici o biografici, o familiari ,di viaggio, giornalistici. Primo Levi, Grossman, Tolstoj, Bruce Chatwin, “Orgoglio e pregiudizio” di Austen, “Delitto e castigo” di Dostoijjevsky. Tra i tanti autori italiani che amo, cito Ilaria Gaspari che ho anche un po’ conosciuto virtualmente, per caso ho letto un suo libro e me ne sono innamorata, e le ho scritto per farle i complimenti.
Cosa ne pensi del cinema indipendente italiano?
Che sia una grande forza creativa. Ho da poco girato un film con un regista pugliese di nome Eros D’Antona. Un ghost-movie psicologico che uscirà su Amazon Prime Usa e Canada. Forse sarà anche distribuito in Europa.
A causa del Covid-19, come sono cambiate, se sono cambiate, le tue priorità professionali e personali? Pensi che l’avvento nefasto del Covid-19 abbia davvero messo in ginocchio il cinema italiano, e più in generale, il cinema mondiale?
Da quel che si è visto non è stato e non è semplice. Al tempo stesso ha aperto un diverso modo di affrontare il lavoro, se si vuole vederla dal lato meno complicato. Ho cercato di farmi un’opinione tenendo conto che ho iniziato a recitare professionalmente dal 2015 dopo diversi anni di formazione e non posso parlare come chi fa questo lavoro da sempre. Un’opinione appropriata andrebbe chiesta a chi è del settore da sempre e può meglio spiegare quali sono le reali differenze tra il prima e il dopo Covid. Al tempo stesso il Covid non ha cambiato solo il lavoro per tutti, ma anche ormai la mentalità in generale.
Progetti cinematografici futuri in cantiere?
Questo film per Amazon Usa come ti dicevo, si chiama “The Solemn Vow”. Ho lavorato per una serie Rai come guest, girata a Bologna, che andrà in onda entro la fine di quest’anno credo, ma non vorrei svelare di più ma è stata una bella soddisfazione anche in quell’esperienza che spero di ripetere. E’ invece in onda attualmente “Unlockdown” su rete Sky, girata dal bravissimo regista pugliese Gianluca Leuzzi, e prodotta da Deakids ogni venerdì dal 16 Aprile (Blink Tv). Serie teen, o meglio “teen dramedy”, dove interpreto una mamma bloccata in vacanza col consorte alle Maldive, mentre i figli e i loro compagni di classe si riuniscono in casa dei due coniugi per affrontare insieme il lockdown. Ci sono anche altri progetti su cui sto lavorando, in termini di provini, call backs e possibili nuove collaborazioni. Spero sempre e ovviamente, come tutti gli attori, che arrivi un ruolo speciale, da protagonista. O supporting role in un film biografico, drammatico, o in un giornalistico d’inchiesta. Anche se poi sul genere, meglio non porre limiti. Quando venni presa per la Disney, fu la realtà a sorprendermi più di ogni altra fantasia, perché avevo sempre sognato di lavorare per la Disney, e mai mi sarei immaginata che accadesse davvero.
Hai voglia di salutare i tuoi tantissimi fans e i lettori di CineAvatar?
Assolutamente si. Un grandissimo saluto a tutti i lettori affezionati di CineAvatar.