Intervista al regista Alessio De Bernardi

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Alessio De Bernardi

Abbiamo intervistato Alessio De Bernardi, regista indipendente di Stuck – Intrappolati nell’oscurità e Plissken. Ecco cosa ci ha raccontato!

Buongiorno Alessio! Come, quando e con quali film nasce la tua passione per la Settima Arte?

Ciao Massimo, intanto grazie per il tuo tempo! Il cinema è sempre stato importantissimo per me, fin da piccolo: in casa non si parlava di altro, dato che era l’attività di famiglia; lavoravano tutti nella distribuzione e questo ha influenzato molto la mia formazione.

Ho passato gran parte della mia infanzia in un cinema e sono cresciuto con i film di John Carpenter, Tim Burton, David Cronenberg e ovviamente Steven Spielberg; grazie a loro ho scoperto la fantascienza e l’ horror.

Non avevo ancora 11 anni quando vidi per la prima volta “JFK – Un caso ancora aperto” di Oliver Stone. Quel film mi ha segnato profondamente, merito anche del montaggio serratissimo di Pietro Scalia, e dopo la visione ricordo di aver avuto gli incubi, ma è stato così che ho scoperto e amato nel tempo, uno dei tanti mestieri del cinema: il montaggio. Da ragazzino era quello che avrei voluto fare: montare i film. All’ epoca non sapevo neppure che cosa fosse la regia e quando guardavo un film osservavo il montaggio, contavo i secondi che passavano tra un inquadratura e l’altra di ogni pellicola.

La Cronenter Films nasce nel 1999, un bel po’ di tempo fa. Come nasce questa tua crew cinematografica, e con quale scopo?

Cronenter Films nasce come casa di produzione indipendente, creata da tre ragazzi con tanta voglia di sperimentare e mettersi in gioco: Matteo Salemi, Mirko De Bernardi ed io.

Ovviamente i primi cortometraggi erano amatoriali e grezzi, non eravamo una vera e propria società, solo un gruppo di amici appassionati di cinema, ma con il tempo e tanta devozione abbiamo imparato dai nostri errori, facendo quello che per noi era si  un hobby, ma allo stesso tempo una palestra.

Negli ultimi anni si sono aggiunti Leopoldo Susio, Mario Giustini e Camilla Grilli e siamo diventati una produzione a tutti gli effetti, abbiamo già realizzato e distribuito insieme due lungometraggi e diversi corti.

Il nostro obbiettivo è quello di rilanciare il cinema indipendente ad un livello di intrattenimento tale da soddisfare anche gli spettatori più esigenti; siamo convinti che si possano realizzare film di qualità anche senza budget troppo elevati.

La tua prima regia, correggimi se sbaglio, è datata 2016, la serie tv di ben 12 episodi “L’insediamento di Pino”, andata in onda sul TeleNord e disponibile su Youtube. Ce ne puoi parlare?

Quando ho realizzato L’insediamento di Pino avevo in mente una serie per il web, pensavo che una volta terminati gli episodi li avrei proposti ad una televisione locale, ma temevo un rifiuto: la nostra sarebbe stata una sit-com, con tanto di risate in sottofondo, un genere che non va più tanto di moda.

Fortunatamente i primi episodi sono piaciuti subito alla rete; è stata la nostra prima messa in onda.

Ricordo che è stato il set più divertente di sempre: c’era un clima molto positivo, si rideva sempre, anche quando non si doveva. Spesso durante le riprese  dovevamo fermarci e aspettare che tutti tornassero seri: dall’operatore di macchina al fonico, per non parlare degli attori o delle comparse. Tutta la troupe ha dato il meglio e sono sicuro che è stata una bella esperienza anche per loro, non li ringrazierò mai abbastanza.

Lo considero il primo vero e proprio progetto di Cronenter Films, non solo perché è stato trasmesso in televisione ma perché per la prima volta avevamo la fortuna di lavorare con persone professionali e serie (a volte). Matteo Salemi e Mirko De Bernardi sono stati due comici straordinari e so che vorrebbero continuare il progetto. Si vedrà.

L’anno seguente giri il tuo primo fan movie, “The Flash: Timeline”. Come andò in quell’occasione?

Dopo aver dedicato due anni ad una sit-com avevo bisogno di cambiare drasticamente genere. Negli ultimi vent’anni siamo stati invasi da film sui supereroi, genere che io amo, essendo un lettore di fumetti fin da bambino. Questo mi ha sicuramente influenzato e col tempo ho iniziato a considerare l’idea del fan-film su Flash: uno dei miei personaggi preferiti da sempre.

Avevo voglia di sperimentare un nuovo genere, girare scene d’azione, qualcosa di mai fatto prima. Ho scritto anni fa una storia su Flash che parlava di combattimenti, inseguimenti ad alta velocità e viaggi nel tempo e volevo girarla. Ero curioso di vedere come sarebbe potuto risultare sullo schermo impiegando i miei pochi mezzi e sapevo di poter contare su di un ottimo cast, sia artistico che tecnico.

È stato un set molto faticoso ed era la prima volta che lavoravamo con effetti digitali. I costumi di scena erano fastidiosi per gli attori, il freddo non aiutava la loro performance e spesso avevamo dei problemi con le location; ma anche questa è stata una lezione che ci ha insegnato tante cose e siamo soddisfatti del risultato e dell’interesse che ha suscitato su Youtube. Non ce lo aspettavamo.

Alessio De Bernardi

Nel 2018 ancora fantascienza, con una mini-serie tv di 4 episodi intitolata “Reset” (anch’essa finita nel palinsesto di TeleNord). Che tipo di esperienza è stata?

Si, esatto: in Reset come in Flash torniamo a parlare di viaggi nel tempo, ma in modo diverso. Flash, correndo ad altissima velocità, riesce ad aprire dei varchi temporali, in Reset invece la protagonista viaggia indietro nel tempo quando prova dolore fisico. Più il dolore è intenso e più indietro viaggia; mi aveva rapito questo concetto.

Il primo soggetto è stato scritto da Nicola Marrone, un mio amico scrittore e appena finito di leggerlo gli ho detto: dobbiamo farlo. Abbiamo riscritto insieme la sceneggiatura ed è piaciuta a tutti i membri C.F. Anche questa serie era stata pensata per il web ed è stato bello poter girare tanti generi in un unico prodotto: in Reset c’è azione, è un thriller di fantascienza ma è anche una storia drammatica. Una donna che può vedere il futuro è condannata ad essere emarginata da tutti, proprio a causa del suo dono.

Il 2019 invece è l’anno del tuo primo horror, “Stuck – Intrappolati nell’oscurità”, distribuito su Chili e Prime, che ha avuto un buon successo. Ci puoi raccontare qualcosa?

Stuck – Intrappolati nell’oscurità è il progetto di cui vado più fiero ma è stato il più difficile da realizzare, essendo quasi tutto ambientato in un bunker. Fare un film dell’orrore nel sottosuolo è stata la prima motivazione che mi ha spinto a girarlo.

La seconda motivazione è stata la sfida di ricreare delle creature antropomorfe senza l’utilizzo della CGI e rendere il tutto credibile; volevamo a tutti i costi che le creature fossero realistiche e spaventose e credo che Camilla Grilli e Fabio Taddi (trucco ed effetti speciali) abbiano fatto un ottimo lavoro.

Due anni dopo arriva “Plissken”, un altro fan-movie…

Io amo i fan-film, passo le ore a guardarli su YouTube, e mi diverto tantissimo nel girarli. Realizzare Plissken è stato come tornare bambino, sono cresciuto con 1997: Fuga da New York, e da ragazzo mi sarebbe piaciuto vedere più film con protagonista Jena Plissken.

Erano anni che sognavo di poter fare un film su quello stile, poi mi sono imbattuto in Mario Giustini, oggi attore e produttore C.F. e scherzando abbiamo iniziato a tirare giù delle idee per una sceneggiatura. Quando poi Mario mi ha inviato una sua foto vestito da Jena con tanto di benda sull’ occhio, sono impazzito e abbiamo deciso di girarlo.

Alessio De Bernardi

Nel 2022 giri un cortometraggio thriller, “La vittima numero quattro”. Dicci tutto!

Il corpo di una giovane donna viene ritrovato all’interno di una villa abbandonata. La Polizia inizia le indagini e dai primi rilevamenti capisce che si tratta della quarta vittima di un singolare assassino, a cui il Commissario Landi (Antonio Zavatteri) sta dando la caccia da mesi. Lentamente le forze dell’ ordine all’interno della villa iniziano a scomparire in modo molto misterioso. Il Commissario si ritrova da solo e scoprirà una terrificante verità.

E’ stato divertente girare questo corto e lavorare con Antonio Zavatteri (Gomorra, Sense 8, Il divin codino) è stata un’esperienza unica. Attualmente il corto è in lista a vari Festival, speriamo piaccia al pubblico.

Quest’anno sei impegnato in piu’ fronti, uno di questi è un lungometraggio spin-off di “Stuck”…

Il film si intitolerà “Der Doktor – L’ombra della morte” e si, fa parte dell’universo di Stuck, ma è ambientato nel passato, tra il 1945 e i primi anni 50.

In Stuck-Intrappolati nell’oscurità viene intravista la figura del medico nazista, responsabile degli esperimenti genetici che portano in vita i mostri del film, che in questo nuovo capitolo è il protagonista. Attualmente è in lavorazione ma posso già dire che sarà molto più violento e splatter rispetto al precedente! Agli amanti del gore piacerà!

Un altro fronte è un ambizioso cortometraggio horror dove sei aiuto-regista del maestro del fumetto Claudio Chiaverotti. Ci puoi anticipare qualcosa?

Quando Stefano Fantelli ci ha proposto la sua sceneggiatura, dicendoci che l’avrebbe diretta Chiaverotti, gli dissi subito che volevamo farne parte: sono entrambi scrittori brillanti, conosco bene il loro lavoro e sono un fan. Quando poi hanno aggiunto nel cast Carlo Lucarelli non potevamo dire no, è stato molto emozionante per tutta la crew lavorare con lui. Non so se posso parlare della storia, ma è un horror che affronta molti temi interessanti: la pandemia, l’amore, l’alienazione e la morte. Attualmente stiamo lavorando al montaggio e non vediamo l’ora di presentarlo. Lo stile narrativo di Fantelli  è presente in ogni scena e sono convinto che piacerà agli amanti del genere.

Alessio De Bernardi

Quali sono i tuoi film horror e sci-fi preferiti?

Adoro la fantascienza in tutte le sue forme e quando poi si tinge di horror non posso proprio resistere; considero capolavori film come Alien, La cosa, La mosca, Prometheus, ma amo anche la fantascienza più classica e leggera: sono un appassionato di Ritorno al futuro e Ghostbusters.

In particolare, il tuo horror italiano preferito?

Sicuramente i registi Horror italiani che amo di più sono Fulci, Argento e Bava e sono quelli a cui mi ispiro maggiormente, dei veri e propri pionieri del genere.

Quali sono i 3 libri che ti porteresti in un’isola deserta?

Bella domanda, direi: Pinocchio, Il padrino e Dracula, non è un caso che siano anche dei film.

Cosa ne pensi dell’attuale scena indipendente horror italiana?

Penso che purtroppo nel nostro paese non ci siano le condizioni adatte per poter far crescere i registi emergenti, e non parlo solo della difficoltà nell’ottenere finanziamenti; credo che il problema sia il pubblico. Allo spettatore medio italiano non piace il cinema underground. In altri paesi i film indipendenti riescono ad avere una distribuzione perché esiste un mercato, in Italia ancora no ed è un peccato perché ci sono molti giovani registi di talento.

Vuoi salutare in qualche modo i tuoi fans ed i lettori di CineAvatar?

Grazie Massimo, e un saluto a tutti i lettori di CineAvatar!