La recensione di Wonka, il nuovo film di Paul King con Timothée Chalamet
Trasporre un prequel de La Fabbrica di Cioccolato narrando le origini di Willy Wonka poteva non essere una cosa semplice. Dall’alto guardavano con molto giudizio gli spettri delle due caratterizzazioni geniali, buone in profondità ma un po’ spietati e malefici in superficie di Gene Wilder e Johnny Depp. Come costruire dunque una storia che funzionasse, che delineasse il carattere del giovane Wonka e lo trasformasse nel magnate dei dolci in cui si andrà a imbattere Charlie Bucket?
Warner Bros lo ha fatto battendo la strada del film per famiglie, scegliendo le atmosfere calde che Paul King aveva saputo portare nei suoi Paddington e costruendo assieme a lui un Willy, speranzoso, ambizioso e legato alla sua famiglia e totalmente privo di malizia, da affidare a Timothee Chalamet. Il risultato è un musical che riprende la tradizione del classico di Mel Stuart e la rielabora per restituirci un nuovo classico di Natale.
Di cosa parla Wonka
Prequel del più celebre “Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato”, eterna fiaba di Roald Dahl che ha avuto successo nelle due trasposizioni di Mel Stuart con Gene Wilder e del più recente remake del 2005 di Tim Burton con Johnny Depp.
Questa volta a interpretare lo stravagante (non ancora) imprenditore e Re Mida dei dolci è il ragazzo maledetto dei film di Guadagnino Timothée Chalamet. Il giovane Willy aspira a diventare un grande imprenditore dolciario grazie alle sue conoscenze, ai suoi viaggi e alle sue esperienze fatte e arriva in città pronto a iniziare la sua attività. Qui però le cose non vanno esattamente come se l’era immaginate e dovrà vedersela con dei perfidi industriali intenti a mantenere il monopolio della vendita di dolci. King sceglie di narrare il tutto con il tono di un musical colorato e ottimamente scenografato che racconterà l’ascesa di Wonka e la sua maturazione da ragazzo ingenuo a grande imprenditore, senza però perdere mai il sorriso e i valori che vorrebbe regalare a chiunque assaggi i suoi cioccolatini.
Cosa funziona nel film?
Chalamet calza perfettamente nel ruolo così come Paul King che porta la tenerezza dei suoi due Paddington al servizio di questa storia. E se quest’ultimo si conferma un perfetto regista da film per famiglie confezionandoci questa storia che diventa un instant classic natalizio per colori, atmosfere e sensibilità dei personaggi. Per Timothée Chalamet la cosa non era così scontata. Abituati a vederlo nei ruoli di ragazzo malinconico o dal cuore pieno di rimorsi e peccati nascosti, il personaggio di Willy Wonka lo aiuta a scostarsi da quelle atmosfere e ad entrare definitivamente (come se non lo avesse ancora fatto) nell’immaginario collettivo di tutti. Anche di chi si era ritenuto distante dai suoi precedenti film. Il suo Wonka è genuinamente positivo e speranzoso, ed è impossibile non empatizzare con lui e schierarsi dalla sua parte. E il sorriso che sfoggia dall’inizio alla fine del film è assolutamente contagioso.
Potrebbe essere un difetto, quello di allontanarlo così tanto dai ritratti cinici dei suoi predecessori, eppure l’interpretazione che Chalamet e King portano in scena è così travolgente che non capita mai di voler paragonare i personaggi. E se questo Wonka non dà segni di poter diventare quello di Wilder o di Depp, sicuramente dà la certezza di poter creare una grande fabbrica e poter offrire a un fortunato, una fornitura a vita del suo prelibato cioccolato.
Molto bene anche tutto il comparto di spalle e sgherri, dove spadroneggiano l’Oompa Loompa di Hugh Grant e la perfida oste di una irriconoscibile Olivia Colman.
Cosa non funziona in Wonka
In un film che al 70% del suo tempo è musicato a soffrirne è il doppiaggio italiano. La volontà di potersi rivolgere a tutti con un film del genere è sacrosanta, ma la scelta di tradurre anche le canzoni in italiano finisce per generare un effetto straniante su quelle che sono le melodie immortali del personaggio di Wonka, quando sentite nella nostra lingua. Per apprezzarlo al meglio e per testare Chalamet il film andrebbe visto in lingua originale.
Cosa resta impresso del film?
Il sorriso di Timothée Chalamet senza dubbio ma anche la creatività delle sue delizie. Le scenografie e i materiali di scena sono creati con cura e sono quei piccoli dettagli che aiutano il pubblico a farsi trasportare senza alcuna fatica nel racconto al seguito di Willy, credendo a tutti gli strani ingredienti concettuali che riesce a tirare fuori dalla sua valigia.
Wonka riprende ottimamente gli stilemi del classico di Dahl e ancora un volta li lega saldamente al Natale, restituendoci un film che entra dritto nella playlist dei classici che vedremo in questo periodo per i prossimi anni e confermando il talento di Timothée Chalamet anche in un ruolo che guarda dritto ai più piccoli con un personaggio ispirante, sognatore, positivo e capace di trasmettere il bene che ancora si può vedere in autori che ci tengono a trasmettere queste sensazioni come Paul King.
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Foto: trailer film