Venezia 74: VITTORIA E ABDUL, la recensione del film di Stephen Frears

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Vittoria e Abdul © Focus Features
Vittoria e Abdul © Focus Features
Vittoria e Abdul
Vittoria e Abdul © Focus Features
Stephen Frears porta alla luce una vicenda poco conosciuta riguardante gli ultimi anni di vita della regina Vittoria e rimasta celata per più di un secolo. Presentato fuori concorso a Venezia 74, Victoria & Abdul racconta la storia della profonda amicizia che legò la sovrana a Abdul Karim, un indiano che dopo essere stato ingaggiato come servitore diventò suo segretario, maestro e consigliere spirituale.
La figura di Abdul fu letteralmente cancellata dalla storia per opera della corte della regina stessa e soprattutto per volere di suo figlio Bertie, l’erede al trono Edoardo VII. L’indiano (Ali Fazal), sopraggiunto alla casa reale in maniera totalmente inaspettata, non era accettato dalle alte sfere dell’aristocrazia britannica sopratutto per il forte legame instaurato in poco tempo con sua Maestà.
Vittoria e Abdul © Focus Features
Vittoria e Abdul © Focus Features
Frears indaga così la quotidianità e la fragilità di una regina, interpretata da Judi Dench, al tramonto del suo regno e attraverso l’ironia pungente, propria del suo cinema, mostra un personaggio sempre meno austero e aggressivo; basta uno sguardo e un semplice sorriso per superare il muro di etichette, convenzioni sociali e “rigidità” eretto intorno alla regnante che si abbandona così a conversazioni intime e malinconiche.
Il regista porta sul grande l’omonimo romanzo di Shrabani Basu che parla del legame tra Vittoria e Abdul, un rapporto sincero che con il tempo divenne sempre più profondo. Non solo perché permise alla regina di conoscere le tradizioni e appassionarsi alla lingua delle zone più remote del suo regno, ma soprattutto perché Abdul diventò il suo personale confidente e unica via d’uscita dalla monotonia della quotidianità.
Vittoria e Abdul
Vittoria e Abdul © Focus Features
È l’incontro di due anime differenti in ogni aspetto della vita che sanno dapprima apprendere l’uno dall’altra per poi iniziare un percorso di crescita e di consolidamento di una solida fiducia reciproca. Il ritmo della storia parte incalzante per poi rallentare verso le battute finali quando i tempi dilatati delle scene riprendono le emozioni dei protagonisti, fino al sopraggiungere di un finale di grande potenza emotiva.
Un racconto universale, affascinante e tenero, narrato con la giusta dose di dramma e dolcezza e con una superba interpretazione di Judi Dench ormai affezionata al ruolo di sovrana d’Inghilterra.

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