TRAFFICANTI, la recensione del film di Todd Phillips

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Trafficanti - Photo: courtesy of Warner Bros. Italia
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Trafficanti - Photo: courtesy of Warner Bros. Italia
Trafficanti – Photo: courtesy of Warner Bros. Italia
Reduce dalla trilogia di Una Notte da Leoni, che lo ha incoronato portavoce del cinema giovanile tarato sull’assurdo e “sull’auto-demolizione”, il regista Todd Phillips torna alla ribalta con Trafficanti, commedia iperbolica sugli aspetti politici, e soprattutto economici, della guerra tra USA e Iraq, dopo i fatti avvenuti l’11 Settembre 2001.
2005: David Packouz (Miles Teller) si guadagna da vivere a proprio modo per mantenere la moglie incinta ricoprendo qualsiasi mansione: da massaggiatore a venditore di lenzuola per le case di riposo. Tutto ciò che fa lo rende sempre più insoddisfatto e infelice.
Un giorno incontra un suo vecchio amico di scuola, Efraim Diveroli (Jonah Hill), che gli propone di entrare in società con lui e negoziare armi con il governo degli Stati Uniti. David accetta con entusiasmo pensando così di sistemare definitivamente la sua vita. E così avviene: i due diventano miliardari in poco tempo e questo permette loro di espandersi e di stipulare accordi con i più ricchi e potenti uomini d’affari di tutto il mondo. Purtroppo David non sa che Eifraim sta in realtà truffando le autorità americane trafficando armi di bassissima qualità e ricavandoci il massimo; quando lo scoprirà sarà ormai troppo tardi per tornare indietro.
Trafficanti - Photo: courtesy of Warner Bros. Italia
Trafficanti – Photo: courtesy of Warner Bros. Italia
Nonostante il film sia arricchito di scene alquanto assurde e portate ad una comicità grottesca, Phillips esprime molto chiaramente, fin dalle battute iniziale del film, il suo punto di vista: la prima sequenza ci mostra infatti i marines con accanto una cifra espressa in dollari. “Ognuno di loro ha un costo, ogni guerra ha il suo prezzo.”, una realtà devastante che viene prontamente captata dal filmmaker e sottesa tra le righe della narrazione in maniera provocatoria. Nel lungometraggio, il personaggio di Packouz è mosso dalla disperazione e dalla frustrazione di non riuscire a sostenere la famiglia e quindi si spinge inconsapevolmente oltre, incanalandosi in un tunnel a senso unico e senza alcuna via d’uscita. Jonah Hill è abile nel ricalcare il ruolo del Donnie Azoff dell’esaltante The Wolf of Wall Street di Martin Scorsese ma stavolta non c’è al suo fianco Jordan Belford, alias Leonardo DiCaprio. Qui avrà a che fare con una persona da convincere come Packouz, interpretato da un timido e indeciso Milles Teller (Whiplash, Fantastic 4, Divergent, Appuntamento con l’amore), molto più composto e formale nella sua performance. C’è spazio anche per Bradley Cooper (Una notte da leoni, Il sapore del successo), in una piccola parte da uomo d’affari scaltro e cinico, non così malvagio come sembra.
Sorretto da una scrittura brillante e da un montaggio frenetico, Trafficanti esibisce un indice caotico di registri, restando in perenne equilibrio tra commedia e dramma e smorzando i toni più seriosi con uno stile eccessivo e folle che da sempre contraddistingue il cinema di Phillips.
Alberto Vella

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