THE SILENT MAN, la recensione del film con Liam Neeson

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Liam Neeson è Mark Felt in The Silent Man
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Liam Neeson è Mark Felt in The Silent Man
Dopo l’uscita di The Post, il film di Steven Spielberg sulla pubblicazione dei Pentagon Papers, approda nelle nostre sale italiane un altro lungometraggio, prodotto nel 2017, che racconta le rivelazioni top secret dello scandalo Watergate che portò alle dimissioni nel 1974 dell’allora presidente degli Stati Uniti Richard Nixon.
Se nel film di Spielberg il nucleo narrativo è incentrato sui giornalisti del Washington Post, in The Silent Man il protagonista è colui che ha reso possibile una simile fuga di notizie: si tratta di Mark Felt, vice-direttore dell’FBI durante il governo di Nixon. Alla morte del superiore di Felt, viene nominato come direttore dell’FBI Patrick Gray, favorito dalla Casa Bianca per mettere l’agenzia investigativa ai servizi del governo. Vedendo minacciata l’integrità dell’FBI, Mark Felt, uomo intransigente e dedito al dovere, si trova, costretto dalla situazione, a comportarsi in modo diverso rispetto ai suoi ideali per evitare che l’agenzia venga compromessa dalla guerra interna delle istituzioni americane.
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Liam Neeson è Mark Felt in The Silent Man
Come lo stesso Mark Felt, anche The Silent Man, scritto e diretto da Peter Landesman, è un film classico e rigoroso nella messa in scena, nella scelte delle inquadrature e più in generale nella narrazione. Non è certo semplice riuscire a districarsi in una storia spinosa e delicata, densa di vicende e notizie compromettenti. Per queste ragioni la sceneggiatura si compone anche di espedienti che lasciano al pubblico la facoltà di stabilire le persone coinvolte e il loro ruolo nell’intreccio. Nonostante il carico imponente di informazioni, il film non si limita a parlare della corruzione in ambito politico che Felt ha dovuto affrontare, ma una seconda linea narrativa si focalizza sulla vita personale dell’agente dell’FBI, la ricerca della figlia e il rapporto con una moglie depressa e stanca del lavoro del marito. Audrey Felt è interpretata da una integerrima Diane Lane, i cui monologhi (ma anche i dialoghi col marito) sono i più intensi dell’intero lungometraggio.
Il fulcro di The Silent Man è soprattutto la performance di Liam Neeson nella panni di Mark Felt. Malgrado un evidente trucco di scena, l’indimenticabile Oskar Schindler del capolavoro Schindler’s List dimostra una forte presenza scenica anche in un film biografico come The Silent Man. Neeson interpreta abilmente un personaggio totalmente diverso dai quelli portati sul grande schermo in epoca recente (da Taken a Run All Night ecc.) che, ormai, lo hanno reso un simbolo del cinema action contemporaneo. Le interpretazioni dei due attori protagonisti hanno sicuramente giovato al biopic che, benché onesto e godibile, non è dotato di particolari guizzi o lampi di originalità che gli consentano di ottenere, post-visione, l’attributo di “memorabile”.