
Il nuovo film di Jason Reitman, The Front Runner, ci riporta al 1988 quando il senatore americano Gary Hart (Hugh Jackman) concorreva come candidato alle elezioni presidenziali. La sua campagna subì però una battuta d’arresto a causa dell’accusa di avere avuto una relazione extraconiugale con l’attrice Donna Rice. In breve tempo, il senatore Hart fu costretto ad abbandonare i suoi propositi elettorali.
Il racconto, denso e dettagliato, delle tre fatidiche settimane della vita di Hart, durante il periodo della nomination democratica, ha rappresentato un punto di svolta. È stato il momento in cui la politica degli Stati Uniti ha messo in discussione l’equilibrio tra il dovere nei confronti della notizia e la responsabilità morale verso gli elettori, sempre più interessati all’intrattenimento rispetto all’informazione.
Hart era un idealista la cui ingenuità iniziale sfociava, alla fine, in un atteggiamento a tratti superbo e arrogante. Il film offre una sfumatura su entrambi gli aspetti: l’uomo privato, a disagio quando l’attenzione si allontana dalla sua politica e si rivolge alla sua vita personale, viene risucchiato dal desiderio dei giornalisti di scoprire cosa si nasconde nel quotidiano, nella vita di tutti i giorni. E così, il sostanziale sospetto di un tradimento extra coniugale diventa ben presto il focus di una storia legittima che porta Hart ad uscire dalla sua confort zone e ad affrontare le accuse in pubblico.
