Dopo Terror Take Away, Alberto Bogo torna alla regia con Terror Zone

A 4 anni dall’ultima regia, nel 2018, con lo slasher “Terror Take Away”, il regista genovese Alberto Bogo torna dietro alla macchina da presa con Terror Zone, un horror antologico con forti innesti di commedia, ambientato durante il lockdown da Covid-19 del 2020.

Tutti i segmenti, cinque per l’esattezza, più l’episodio-cornice, sono girati da Bogo. L’episodio-cornice vede protagonista il buon Alessandro Davoli, “prezzemolo” del cinema horror nostrano, che interpreta con grande verve un conduttore radiofonico un po’ particolare. Sarà lui il sarcastico traghettatore, da un segmento all’altro, di questo infernale incubo da lockdown. Le parole del Davoli-dee jay (qui in una delle sue migliori interpretazioni) sono a volte ironiche e a volte polemiche, e non risparmiano nessuno, nè i complottisti nè gli anti-complottisti. Molto curata la fotografia di Brace Beltempo.

terror zone recensione

Ma ora analizziamo ogni singolo segmento di questo horror antologico.

Locked Date

Una ragazza, in pieno lockdown, invita a casa un coetaneo conosciuto da poco in una chat di incontri. I due fanno sesso, ma poco dopo lui comincia a mostrare gravi segni di instabilità. Si parte subito in quarta con il classico binomio “sesso e violenza”: gran ritmo, una discreta tensione, qualche ingenuità narrativa ed un finale beffardo.
Voto: 6,5.

Lovedown

Una coppietta, che si pensava felice ed armoniosa, durante la convivenza forzata 24 ore su 24 del lockdown, scopre di avere più di un problema. Cercare di risolvere i guai con misteriose pasticche comprate chissà dove farà drammaticamente precipitare gli eventi.

Le premesse erano interessanti (i rapporti di coppia messi a dura prova durante il lockdown) ma il finale splatter banalizza un po’ il tutto. Bravissima Barbara Alesse quando balla in modo sensuale nel corridoio di casa sua. In una particina c’è anche Niky Argento. Voto: 5.

Locked Down

Due giovanissimi, nonostante il divieto di uscire di casa, scorrazzano per la città in piena notte, incontrando sulla loro strada barboni drogati, ballerine-vampire e un feroce serial killer.

Forse il miglior episodio del lotto: un divertente e scatenato “tutto in una notte” genovese di due ragazzini annoiati in cerca di emozioni forti. Un bailamme di personaggi grotteschi e fuori di testa, condito da un ritmo infernale e da un’ottima colonna sonora. Puro cinema anni 80, alla “Vamp”, per intenderci. Bellissima e sensuale come sempre Selene Feltrin, nei panni di una ballerina-vampira.
Voto: 7.

Breakdown

Uno psichiatra, totalmente anti-professionale, cerca in tutti i modi di finire a letto con le sue giovani e belle pazienti. E ci riesce. Peccato che finirà in un letto sbagliato, quello di un’assassina psicopatica.

Altro bel segmento, caustico, violento e cattivello. Ottime le prove di tutti gli attori, soprattutto quella di Emma Padoan, veramente bravissima. In una particina ritroviamo con piacere Tania Bizzarro di “Ore d’Orrore”.
Voto: 6.5.

Locked End

Durante il solito lockdown una coppietta un po’ truzza di mezza età si imbosca in un parco isolato con l’auto per fare sesso. Si accorgeranno ben presto che lì intorno è in azione una setta satanica. Ma quello sarà solo l’inizio dei loro guai.

Divertentissimo segmento da commedia horror pieno di colpi di scena, ben recitato e con situazioni per le quali è veramente difficile non spanciarsi dal ridere.
Voto: 7.

Terror Zone è, a detta del suo creatore, Alberto Bogo, una riflessione sul lockdown e sulle sue conseguenze devastanti, soprattutto sulla nostra psiche. Il regista genovese, come nel precedente caso di “Terror Take Away” (in quell’occasione l’argomento-cardine era il mondo del lavoro), vuole usare il genere horror per fare un “film politico” che abbia il coraggio di affrontare i drammi e i problemi della società attuale. Bogo non ha paura di affrontare certi temi di petto e senza fronzoli. Ma il tutto rimane sempre un po’ in superficie, non approfondito.

Terror Zone risulta invece vincente, addirittura il miglior film di Bogo, se lo si vede come una commedia horror di genere, debitrice di tanto cinema anni 80 americano, dello Zio Tibia, e di tutto quel milieu sexy-orrorifico tanto amato dai fan. Alcuni personaggi, per quanto stereotipati, sono irresistibili, e certe situazioni, deliranti e nonsense, fanno entrare lo spettatore in un divertente “caleidoscopio anarchico” dove l’abbondanza di “carne al fuoco” giova enormemente alla bontà del racconto.

Un “tutti contro tutti” condito di sana demenza, tanto splatter ed un’insolita cattiveria narrativa. Tutto ciò supportato da una colonna sonora strepitosa. Bogo si ritaglia pure un gustoso cammeo, nei panni di un villico che ogni due per tre sputa per terra. Un film assolutamente da non perdere per gli amanti del cinema horror in stile anni 80.