terror take away
TERROR TAKE AWAY di Alberto Bogo
Un “magnate” della pizza ospita nella sua mega-villa, per la durata di un weekend, dei giovani disoccupati, i quali dovranno superare una serie di prove. Il premio in palio? Un posto di lavoro nella sua azienda. Nel frattempo si aggira nei dintorni dell’abitazione un serial killer, travestito da “consegna-pizze”, che si arrabbia molto se non riceve la mancia dopo la consegna a domicilio.
Il genovese Alberto Bogo torna alla regia di un lungometraggio dopo il folle e divertentissimo “Extreme Jukebox”, film che fu distribuito dalla Troma grazie all’interessamento di Lloyd Kaufman in persona.
“Terror take away”, come affermato da Bogo in diverse interviste, vuole essere “un horror politico in stile George A. Romero, una riflessione amara sull’Italia di oggi”. Il tema affrontato è quello dell’endemica mancanza di lavoro, ma anche dello sfruttamento nella società capitalista globalizzata. I giovani protagonisti di “Terror take away” sono disposti a tutto pur di ottenere un posto in una grande multinazionale della pizza, anche ad essere umiliati e a farsi ridurre ad oggetti dal proprio datore di lavoro (interpretato benissimo da Roberto Serpi, nei panni del corrotto “re della pizza”). Il messaggio politico, pur essendo evidente, rimane comunque in superficie, non troppo approfondito. Il secondo lungometraggio di Bogo è soprattutto una commedia slasher, un film di genere, indipendente e senza grosse pretese, per fortuna, di voler “spiegare il mondo”. “Terror take away” però non vuole solamente far ridere e tirare qualche frecciatina al “Sistema”.

L’assassino, protagonista del film, è particolarmente efferato e non involontariamente buffo e inadeguato, come spesso succede negli horror indie italiani. È un personaggio vagamente inquietante. Nemmeno gli ultimi 20 minuti del film sono poi così da commedia: Bogo, infatti, dopo una parte centrale un po’ troppo verbosa (ahi! il solito annoso problema dei dialoghi nei film italiani indie…), cambia parzialmente registro, e spiazza lo spettatore con un finale non esattamente ridanciano, bensì cupo e poco conciliatorio. Commedia orrorifica si, ma fino ad un certo punto.
L’incipit, adrenalinico e di forte impatto (grazie anche alla presenza della sensuale scrittrice/attrice Selene Feltrin), insieme al finale, è una delle cose migliori del film. Quasi meglio della prefazione di “Scream” di Wes Craven.
“Terror take away” funziona anche e soprattutto per la bellissima fotografia di Brace Beltempo, che impreziosisce l’opera (e non poco), mascherando mirabilmente le immancabili ristrettezze del budget. Tornando al cast, ottimo, spicca l’incredibile interpretazione di Fiorenza Pieri, attrice, sottovalutatissima, del nostro di cinema di serie B che meriterebbe, per la sua indubitabile bravura, un riconoscimento ben maggiore di quello finora ottenuto. Anche il regista è presente in “Terror take away”, con un piccolo e gustoso cammeo.