![Spira Mirabilis - Photo: courtesy of La Biennale di Venezia](http://www.cineavatar.it/wp-content/uploads/2016/09/Spira_mirabilis_1.jpg)
Spira Mirabilis è il nuovo lavoro in coppia dei documentaristi Massimo D’Anolfi e Martina Parenti, uno dei tre lungometraggi italiani in concorso alla 73. Mostra del Cinema di Venezia. Ellittico e privo di una prosa narrativa, il film è una sinfonia estetica che parla della tensione umana, nel percorso verso l’immortalità, attraverso quattro racconti visivi.
La pellicola segue la corrente dell’astratto e dell’approccio anticonvenzionale, senza dare punti di riferimento allo spettatore che può esclusivamente abbandonarsi, in un costantemente spaesamento, alle pure sensazioni scaturite dalle immagine e dai suoni. I due registi utilizzano raramente le parole, centellinano i dialoghi, quasi a riportare la vicenda ad una dimensione primordiale ed artistica. I lemmi, in qualche modo, sembrano disturbare uno stream of consciousness figurativo e quando sono presenti risultano estranei – o divertenti nel caso della parabola sulle meduse scarlatte – come se il documentario abbia un fine aulico e senta l’esigenza di esprimere al pubblico una devozione all’infinito e al concetto di eternità a cui l’uomo non può aspirare. Una prospettiva sicuramente molto chiara in tutte le declinazioni, ma forse eccessivamente pretenziosa, o ancor meglio rischiosa, se si parla di esposizione filmica.
![Spira Mirabilis - Photo: courtesy of La Biennale di Venezia](http://www.cineavatar.it/wp-content/uploads/2016/09/29566-Spira_mirabilis.jpg)