Venezia 73: SPIRA MIRABILIS di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti

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Spira Mirabilis - Photo: courtesy of La Biennale di Venezia
Spira Mirabilis - Photo: courtesy of La Biennale di Venezia
Spira Mirabilis - Photo: courtesy of La Biennale di Venezia
Spira Mirabilis – Photo: courtesy of La Biennale di Venezia
Spira Mirabilis è il nuovo lavoro in coppia dei documentaristi Massimo D’Anolfi e Martina Parenti, uno dei tre lungometraggi italiani in concorso alla 73. Mostra del Cinema di Venezia. Ellittico e privo di una prosa narrativa, il film è una sinfonia estetica che parla della tensione umana, nel percorso verso l’immortalità, attraverso quattro racconti visivi.
La pellicola segue la corrente dell’astratto e dell’approccio anticonvenzionale, senza dare punti di riferimento allo spettatore che può esclusivamente abbandonarsi, in un costantemente spaesamento, alle pure sensazioni scaturite dalle immagine e dai suoni. I due registi utilizzano raramente le parole, centellinano i dialoghi, quasi a riportare la vicenda ad una dimensione primordiale ed artistica. I lemmi, in qualche modo, sembrano disturbare uno stream of consciousness figurativo e quando sono presenti risultano estranei – o divertenti nel caso della parabola sulle meduse scarlatte – come se il documentario abbia un fine aulico e senta l’esigenza di esprimere al pubblico una devozione all’infinito e al concetto di eternità a cui l’uomo non può aspirare. Una prospettiva sicuramente molto chiara in tutte le declinazioni, ma forse eccessivamente pretenziosa, o ancor meglio rischiosa, se si parla di esposizione filmica.
Spira Mirabilis - Photo: courtesy of La Biennale di Venezia
Spira Mirabilis – Photo: courtesy of La Biennale di Venezia
Le trasformazioni, il passare del tempo e persino l’idea della rigenerazione sono ambiti complessi da esplorare e rendono il lungometraggio così alienante, tanto da essere poco pragmatico e di difficile inserimento in qualsiasi ambito o genere. Spira Mirabilis è un’opera ibrida che contempla e, al contempo, cerca di spiegare la natura evolutiva delle cose che non hanno fine.
Il significato del titolo, la spirale meravigliosa, rievoca il movimento che fa ruotare cinque storie legate ai quattro elementi naturali (fuoco, terra, aria, acqua) e ad un quinto elemento: l’etere. Così ritroviamo il fuoco, con i rituali dei nativi americani, l’aria con le note di uno strumento musicale in metallo, la terra con il restauro delle statue del Duomo di Milano, l’acqua con gli studi di un biologo giapponese sulla medusa eterna ed infine la narrazione de L’immortale di Borges recitata da Marina Vlady. Ermetico.
Michela Vasini

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