
Lo zombie movie è forse il prodotto culturale e mediatico più inflazionato dell’ultimo decennio. Ne abbiamo visti proprio di tutti i tipi e a tutti i livelli: blockbuster con i divi di Hollywood, serie tv di cui si perde il numero della stagione a cui si è arrivati, le micro-produzioni no budget, piccoli cult diventati fenomeni virali in nome di una dimensione “trash” sempre più in voga, love stories, saghe epiche, parodie deliranti e si potrebbe continuare così quasi all’infinito. Quasi, appunto. Che cosa mancava? Cosa poteva arricchire il discorso di un universo narrativo ed iconografico tanto spremuto e consunto? La risposta è semplice, un film sugli zombie diretto da Jim Jarmusch.
Presentato all’ultima edizione del Festival di Cannes (e accolto in maniera tiepida dalla stampa), The Dead Don’t Die segna il ritorno del campione delle produzioni indipendenti americane al cinema veemente e fuori dalle righe che lo ha sempre caratterizzato, dopo la pausa dello splendido dramma intimo Paterson (2016).
Jarmusch affianca ai suoi fedelissimi Bill Murray, Tilda Swinton e Steve Buscemi un cast strepitoso composto tra gli altri da Adam Driver, Danny Glover, Chloë Sevigny, Selena Gomez, Caleb Landry Jones, RZA ed un’inquietante (ma divertentissimo) Iggy Pop.
