![I Magnifici 7 (2016) - Photo: courtesy of La Biennale di Venezia](http://www.cineavatar.it/wp-content/uploads/2016/09/27736-The_Magnificent_Seven_5.jpg)
È strabiliante quanto i film di supereroi debbano al western, grazie alla forza narrativa, alla caratterizzazione dei personaggi e all’uso delle abilità (i “superpoteri”) come elemento spettacolare. Ed è incredibile anche quanto quelli che chiamiamo western moderni debbano ai cinecomics. Forse bisogna sgombrare il campo da ogni dubbio e uscire dall’inghippo: I Magnifici 7 è tutto quello che aveva promesso dal trailer ma, allo stesso tempo, non ha nulla del racconto di frontiera classico, quello che abbiamo imparato ad amare e che ha plasmato Hollywood per decenni.
Il film, remake del classico diretto nel 1966 da John Sturges, riprende la trama, mutuata a sua volta da I Sette Samurai di Akira Kurosawa, della città in pericolo e degli eroi mercenari disposti a difenderla. La principale attrattiva della versione portata sul grande schermo da Antoine Fuqua è sicuramente il cast stellare messo a disposizione dalla produzione. Denzel Washington svetta come protagonista della storia, circondato da attori del calibro di Chris Pratt e Ethan Hawke, Haley Bennett e Vincent D’Onofrio.
La sceneggiatura di Nic Pizzolatto, concede ben poco all’introspezione dei personaggi che, come in Suicide Squad di David Ayer, sembrano uniti da motivazioni deboli e da rapporti troppo poco sviluppati per essere credibili. Parleremo in un altro momento della caduta libera dello stimato ideatore di True Detective, serie che fece sembrare Pizzolatto, per qualche anno, un elemento dirompente nel cinema americano. E invece, con I Magnifici 7 si adegua ad ogni più bassa velleità commerciale, producendo uno script facile, privo di ogni originalità e di energia. È più interessante analizzare la tendenza, in seno a Hollywood, di ridurre il rischio delle produzioni adattandole alle atmosfere di generi paralleli e di maggiore /e sicuro?) successo. Il riferimento è, ovviamente, dei film di supereroi o classici del passato. Per esempio, Jurassic Park era un franchise basato su stupore, paura, un pizzico di fantascienza e personaggi realistici, uomini, donne e bambini qualunque. L’ultimo capitolo della saga ribalta questo presupposto: entriamo in un mondo fantastico, con un eroe che parla e controlla i dinosauri, in cui il senso della misura, della distruzione e delle creature è, ulteriormente, scavalcato. Un cinefumetto. Un altro esempio? In Now You See Me i maghi che compiono azioni straordinarie con trucchi di magia tarati su criteri scientifici risultano poco plausibili, poiché richiedono la stessa quantità di sospensione dell’incredulità che si darebbe a Batman. Per non citare il terzo atto di Ghostbusters, firmato da Paul Feig, e così via…
![I Magnifici 7 (2016) - Photo: courtesy of La Biennale di Venezia](http://www.cineavatar.it/wp-content/uploads/2016/09/27732-The_Magnificent_Seven_1.jpg)