L’apocalisse è una questione di fede. Com’è Bussano alla porta?
La recensione del film di M. Night Shyamalan.

Di cosa parla Bussano alla porta?

Andrew ed Eric sono una coppia omosessuale. Insieme alla loro bambina adottata, Wen, vanno in vacanza in una baita nei boschi della Pennsylvania per staccare dai problemi quotidiani. Un giorno la bambina viene avvicinata da un uomo di nome Leonard, accompagnato da altri tre individui con armi rudimentali. Gli uomini entrano di forza nella casa e prendono in ostaggio la famiglia sottoponendola ad una scelta assurda: un membro deve essere scelto dagli altri due per essere ucciso. Il sacrificio è l’unico atto per fermare un’imminente apocalisse, pronta a scatenarsi sulla razza umana.

Nikki Amuka-Bird, Dave Bautista e Rupert Grint in una delle scene iniziali del film
Perché vedere Bussano alla porta?

Se siete fan di M. Night Shyamalan, la risposta è semplice: è un film di Shyamalan al 100%.
Se invece non lo siete vi troverete di fronte ad un film che mescola i generi, partendo da un’home invasion e diventando, nel corso dei minuti, un thriller psicologico teso e avvincente. Fin dalle primissime inquadrature, il lungometraggio pone la spettatore davanti ad un terribile dilemma, facendo empatizzare tanto con la famiglia quanto con i presunti aguzzini.

Bussano alla porta ha come tema principale la fede, ma non quella religiosa. O meglio, non solo. La fede è qualcosa di più ampio per Shyamalan. Perché si può anche avere fede nel prossimo, in ciò che ci dice, anche se terribile. Oppure si può credere alla propria famiglia, nei propri affetti, allontanando tutto il resto dal male del mondo. La fede è la chiave con cui il regista spalanca le porte del racconto, descrive i personaggi e le loro azioni.

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3 dei 4 assalitori in una scena del film: Leonard (Dave Bautista) Adriane (Abby Quinn) e Sabrina (Nikki Amuka- Bird)
Qual è la scena migliore di Bussano alla porta?

La scena iniziale è l’emblema del film. Wen è a caccia di grilli da rinchiudere nel suo vaso di vetro (metafora profetica), mentre Leonard si avvicina alla piccola con modi gentili e affabili. Un dialogo apparentemente semplice, che permette però a Shyamalan di giocare con la tensione, attraverso una regia fatta di inquadrature sghembe e primi piani sempre più stretti e claustrofobici. Una scena ordinaria in cui, con il passare dei secondi, si insinua un’atmosfera di sottile angoscia e inquietudine.

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La piccola Wen (Kristen Cui al debutto) nella scena iniziale
In conclusione

Bussano alla porta è un thriller psicologico dal sapore apocalittico che gioca in maniera intelligente con le aspettative dello spettatore e offre diverse chiavi di lettura.
Il regista pone lo spettatore davanti una domanda anto banale quanto difficile. Una domanda che presuppone una scelta: voi, in quella situazione e a posto dei protagonisti, cosa avreste fatto?

Il film è nelle sale italiane dal 2 febbraio, distribuito da Universal Pictures.