Disponibile su Netflix, Beef – Lo scontro è la dark comedy che non ti aspetti.

Di cosa parla Beef – Lo scontro?

Beef – Lo scontro ruota attorno alla faida tra l’imprenditrice di successo Amy Lau (Ali Wong) e l’appaltatore Danny Cho (Steven Yeun). Quello che inizia come un banale litigio in un parcheggio si trasforma in un inseguimento in auto per poi sfociare presto in una vendetta senza tregua. Questa dark comedy, in 10 episodi da 40 minuti, racconta l’incredibile vortice distruttivo che intrappola i protagonisti e le loro famiglie.

Beef – Lo scontro è una serie da vedere?

Beef – Lo scontro è il caos assoluto che deriva dall’escalation di una rabbia repressa, dal risentimento di classe e dalle crisi che siamo ormai incapaci di colmare. Ed è così che un diverbio finisce per esplodere in un conflitto tanto assurdo quanto perverso.

Sebbene la trama richieda, a volte, la sospensione dell’incredulità, il racconto e i personaggi, dai protagonisti ai comprimari, sono empaticamente umani. C’è tanto humor nero, meschinità e ingiustizia, ma questi elementi raggiungono una sinfonia che è un crescendo, episodio dopo episodio.

Beef lo scontro recensione

Rabbia e vuoto esistenziale

Nella trama ci sono la rabbia, che è l’unico modo in cui in personaggi riescono a esprimere malinconia e una frustrazione, e la tristezza personale e, soprattutto, sociale. I due protagonisti, seppur in ambienti diversi e antitetici, vivono una costante lotta per essere riconosciuti “validi” dalla società.

Lo spettacolo evolve e si trasforma come i suoi protagonisti. La serie parte come una commedia spigolosa, si trasforma in dramma e, infine, diventa un surreale incubo. È proprio nelle battute finali che la rabbia svanisce per lasciare spazio a un dolore, spaventosamente, liberatorio.

In conclusione

Disponibile su Netflix, Beef – Lo scontro mette in scena un’esperienza universalmente condivisa: l’insoddisfazione. In una società in cui l’individuo vive perennemente sotto pressione e in ansia, la valvola di sfogo è l’esplosione emotiva, per lo più negativa, verso il prossimo. La parabola distruttiva e l’empatia giocano un ruolo chiave nella costruzione degli episodi per portare ad un’unica conclusione: non ci sono vittorie in una guerra contro se stessi.