AGGRO DR1FT è il nuovo film di Harmony Korine girato interamente con termocamere. Un’esperienza estrema e impossibile da dimenticare. Recensione.

Ad Harmony Korine non gliene frega niente. Lo dice lui stesso: è arrivato a un punto della carriera in cui il cinema lineare, di trama, di convenzioni, non lo stimola più. C’è da dire che il suo cinema non è mai stato un qualcosa di definibile. Scheggia impazzita dell’underground, è stato capace di stravolgere l’immaginario acqua e sapone del mondo teen con Spring Breakers, il suo film di maggior successo. Il più commerciale (pensate un po’). Già lì arrivava come un terremoto in una cristalleria. Ora con AGGRO DR1FT (scritto così, tutto maiuscolo e con il numero 1 al posto della “i”) il suo obiettivo è proporre un’esperienza audiovisiva estrema. E basta. Ma che gran colpo!

Di cosa parla AGGRO DR1FT?

Siamo in un futuro di fantasia. Bo è un killer su commissione. Combatte il male guidato da una forza invisibile e magica. Un demone (o un angelo?) che gli dà la forza per difendere il bene. Insieme a lui c’è Zion (Travis Scott), un discepolo di Bo, che ha a sua volta un esercito addestrato per aiutare il nostro eroe nella sua impresa: liberare delle donne rapite da un terribile energumeno. Ucciderlo. Riportare la pace in attesa di un nuovo conflitto.

Esattamente così. AGGRO DR1FT è volutamente banale e stereotipato come emerge dal riassunto della trama. Korine fa un lavoro meticoloso per usare solo dialoghi triti e ritriti, frasi dal valore intellettuale pari a zero (“Dio è amore, amore è Dio”) pronunciate come se fossero grandi massime di vita. 

Aggro Dr1ft recensione

E allora che senso ha AGGRO DR1FT?

Ciò che rende il film veramente eccezionale è solo ed esclusivamente l’esperienza stessa che vuole offrire. Perché Korine ha girato il film interamente con una termocamera. Ogni inquadratura ha una palette di colori che va dal giallo più caldo al blu più freddo. Come se fossimo negli occhi di Predator! La musica è sparata al massimo. I suoni anche. Eppure alla fine, ci si sente come imprigionati dentro un videogioco anni ’80 rotto che ha preso vita senza nessun giocatore. Oppure si può vivere l’esperienza in sala come un girone dantesco, una rappresentazione di un inferno fatto di calore e synthwave violenta che fa soffrire anche lo spettatore.

Si fa fatica ad arrivare alla fine. Però una volta giunti alla conclusione si ricorderà per sempre AGGRO DR1FT come un’esperienza di cinema unica e irripetibile.

Ma quindi a chi consiglieresti AGGRO DR1FT?

Nemmeno al mio peggior nemico! Però… 

Però, se capita la possibilità, come si fa a dire di no alla visione in sala di un film del genere? Vietato guardarlo a casa, solo un grande schermo e una stanza buia permettono all’opera di impattare come dovrebbe. È bello, a volte, sottoporsi a qualcosa di completamente diverso. Sconsigliato allo spettatore casuale, il film di Korine è perfetto per chi si vuole mettere alla prova con l’audiovisivo più estremo e per chi è interessato a una ricerca sensoriale sulle possibilità ipnotiche delle immagini e sull’astrazione del racconto.

Folle, imperfetto, provocatore, dozzinale, il cinema di Harmony Korine è unico e libero. Un generatore di emozioni e sensazioni estreme che non è per tutti, ma che tutti dovrebbero provare almeno una volta.

Presentato fuori concorso all’80. Mostra del Cinema di Venezia.