Vanity Fair ha diffuso in anteprime le prime immagini di West Side Story, il primo musical, con protagonista Ansel Elgort (Colpa delle Stelle, Baby Driver), della decennale carriera di Steven Spielberg. Le foto sono corredate da una lunga intervista al regista di Cincinnati.
Il sogno di Spielberg di dirigere questo musical viene da lontano, quando da bambino a Phoenix, alla fine degli anni 50, ascoltava rapito la colonna sonora del musical, immaginando nella sua piccola mente la coreografia di ogni personaggio
“Mia madre era una pianista classica“, dice il regista. “Tutta la nostra casa era decorata con album di musica classica, e io sono cresciuto circondato da musica classica“. West Side Story è stato in realtà il primo brano di musica popolare che la nostra famiglia abbia mai permesso di entrare in casa“. Sono fuggito con esso – questo era l’album del cast del musical di Broadway del 1957 – e me ne sono completamente innamorato da bambino. West Side Story è stata quella tentazione ossessionante a cui ho finalmente ceduto“.
Per le sequenze di danza del nuovo film, Spielberg ha chiamato Justin Peck, coreografo per il New York City Ballet. Per la nuova sceneggiatura, si è rivolto al drammaturgo di Angels in America Tony Kushner, che in precedenza aveva lavorato con lui in Munich e Lincoln, per creare una storia più aggiornata, che mantenga la familiarità delle celebri canzoni ma le inserisca in un paesaggio urbano più realistico. Questo realismo lo ha applicato anche al casting. Molti dei “portoricani” del film originale erano attori bianchi truccati di marrone. Spielberg ha voluto solo interpreti di origine ispanica per interpretare personaggi (20 dei 33 personaggi portoricani sono specificamente portoricani o di origine portoricana).
“Hanno portato un’autenticità. Hanno portato loro stessi, tutto ciò in cui credono e che li riguarda lo hanno messo sull’opera“. Rappresentano, credo, una diversità, sia all’interno della comunità portoricana e newyorkina che della più ampia comunità latino-americana. E l’hanno presa sul serio“.
Spielberg si cimenta per la prima volta in un’opera musicale, già portata al cinema nell’indimenticabile trasposizione del 1961 di Jerome Robbins e Robert Wise.
Il film è stato adattato da Tony Kushner dal musical originale del 1957 di Broadway, scritto da Arthur Laurents con le musiche di Leonard Bernstein, testi di Stephen Sondheim e concept, regia e coreografia di Jerome Robbins. A guidare la produzione il vincitore del Tony Award Kevin McCollum e la candidata all’Oscar Kristie Macosko Krieger.
La release statunitense rimane confermata al 18 dicembre 2020.
Fonte: Vanity Fair