Dopo 10 giorni di programmazione con oltre 90 lungometraggi proiettati, le master class di Daniele Incalcaterra e Johann Lurf e i Milano Industry Days alla Fabbrica del Vapore, è giunta al termine la 35ª edizione del FILMMAKER INTERNATIONAL FILM FESTIVAL che ieri ha incoronato i suoi vincitori.
La Giuria Internazionale formata da Marina Ballo Charmet (psicoterapeuta, fotografa e videomaker), Giulio Bursi (film curator e critico indipendente), Ezio Dardanelli (sindacalista), Michelangelo Frammartino (filmmaker) e Carmelo Marabello (docente di arti visive) ha assegnato il primo premio al celebre maestro documentarista Frederick Wiseman per il suo In Jackson Heights presentato alla 72ª Mostra del Cinema di Venezia lo scorso settembre, motivando così la decisione presa: “Un emozionante racconto, politico e cinematografico, di New York generato dai bordi della città e dagli occhi e dalle pratiche di chi la vive e la abita.”
Al secondo gradino del podio, l’iracheno Homeland (Iraq Year Zero) di Abbas Fahdel per il quale la giuria ha dichiarato: “Oltre dieci anni dopo il crollo dell’Iraq di Saddam Hussein, il racconto domestico di donne, bambini, uomini e media dell’attesa di una guerra. L’evento bellico come forma estrema della vita quotidiana sulla scena della storia.”
Oltre ai riconoscimenti canonici, la Giuria Giovani, formata da un gruppo di studenti delle scuole di cinema milanesi, ha premiato il filmmaker britannico Ben Rivers, autore del docufilm sperimentale The Sky Trembles and the Earth is Afraid and the Two Eyes Are Not Brothers(premio Giovani).
Per quanto riguarda il Concorso Prospettive, invece, i giurati Martina Angelotti (direttrice artistica di Spazio Careof), Andrea Caccia (filmmaker), Francesco Galli (videomaker) hanno deciso di eleggere l’innovativo Entrelazado di Riccardo Giacconi e l’emozionante Il solengodi Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis, a cui sono andati rispettivamente il primo e il secondo premio.
Il formale Triokala realizzato dell’artista siciliano Leandro Picarella ha ricevuto il PREMIO MOVIE PEOPLE al miglior contributo tecnico “Per la cura e il rigore formale con cui il regista affronta la messinscena di un rituale tra sacro e profano in un angolo sperduto della Sicilia.”