Addio a Martin Landau, premio Oscar per “Ed Wood”

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L'attore premio Oscar per "Ed Wood" Martin Landau
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L’attore premio Oscar per “Ed Wood” Martin Landau
Mentre piangiamo la scomparsa di George A. Romero apprendiamo che il 15 luglio ci ha lasciato Martin Landau, volto indimenticabile del cinema e della tv che furono.
Landau iniziò la sua carriera come illustratore per il Daily News di New York. Il suo sogno era però quello di diventare attore così, nel 1955 venne ammesso all’Actors Studios. Landau si formò secondo le coordinate fornite da Lee Strasberg, grazie al suo studio sulla presenza scenica dell’attore.
Martin Landau diventò una presenza prolifica e costante nel cinema e nella televisione tra gli anni ’60 e ’90. Il suo fu forse uno degli inizi di carriera più incredibili, prendendo parte, per un ruolo di media entità, ad Intrigo Internazionale di Alfred Hitchcock.
La sua formazione teatrale classica, non che la sua statura attoriale da mestierante, nella migliore accezione, gli ha consentito di ottenere una marginalità rispetto alla celebrità delle grandi star, guadagnandosi un pubblico “di culto” totalmente personale.
Landau fu infatti un volto rappresentativo per la fantascienza, interpretando il capitano Koening nella serie tv Spazio 1999. Sempre per il piccolo schermo partecipò alla prima incarnazione della saga spionistica Missione Impossibile. La serie creata da Bruce Geller andò in onda dal 1966 al 1973.
Martin Landau
Martin Landau in Missione Impossibile (1968)
La filmografia, vastissima e affascinante, composta da oltre 100 film e opere televisive, conta collaborazioni con registi del calibro di George Stevens (La più grande storia mai raccontata), Robert Parrish (Una città chiamata bastarda), Ron Howard (EdTV), Frank Darabont (The Majestic).
Particolarmente significativo fu il sodalizio con Tim Burton. Assieme i due diedero vita a Ed Wood, film che valse a Landau un Oscar come miglior attore non protagonista per l’interpretazione di Bela Lugosi. L’attore statunitense è stato nominato altre due volte agli Academy Awards: la prima per la sua performance in Tucker, di Francis Ford Coppola, la seconda in Crimini e Misfatti di Woody Allen.
Ricorderemo Martin Landau per la sua presenza scenica, per la sua grande fisicità (era alto quasi un metro e novanta), capace di inquietare e sovrastare la cinepresa. Egli era padre ed erede di una scuola ormai lontana dalla contemporaneità del cinema in cui l’identità dell’attore era sempre messa in funzione a quella del personaggio. Landau era un attore per mestiere, e non per stile di vita, un artigiano del cinema che faceva della professionalità la sua arma vincente.
Toccante la sua ultima interpretazione in Remember di Atom Egoyan, in cui Landau dimostra come il cinema non sia fatto solo di “primi piani” ma anche di persone che arricchiscono l’arte stando ai margini del “non protagonista”.