Susanna Nicchiarelli presenta, in Concorso a Venezia 77, la sua Miss Marx,
un ritratto di una donna anticonformista, attivista e punk rock

Il film si apre nel 1883, alla morte di Karl Marx, per poi proseguire negli anni successivi che segnano il periodo più intenso e interessante di Eleanor Marx (Romola Garai).
Figlia del rinomato filosofo ed economista e degna erede del lavoro paterno, Eleanor combatte ogni giorno per la causa perpetrata dal padre, attraverso dibattiti pubblici, manifestazioni di Partito e la discesa in campo per i diritti dei lavoratori e delle donne.

La Miss Marx di Susanna Nicchiarelli è una donna moderna, a suo modo ribelle e versatile. Impegnata nel sostenere e portare avanti il lascito del padre, Eleanor (o Tussy) non rinuncia mai a combattere per i suoi ideali e a dedicarsi alle attività da militante socialista. Spinta dalla passione per la letteratura, si dedicherà anche alle traduzioni di Casa di bambola e Madame Bovary, oltre a partecipare attivamente alle rispettive rappresentazioni teatrali (qui una delle scene più emblematiche dell’intera pellicola).

Miss Marx

Nonostante una colonna sonora punk rock, con pezzi di Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo e una dirompente cover di Dancing in the Dark dei Downtown Boys, Susanna Nicchiarelli va oltre l’aspetto ribelle e rivoluzionario di Miss Marx, poiché Eleanor, prima ancora di essere una figura pubblica, è una donna comune che soffre per amore.

La regista sembra volersi concentrare sulla fragilità delle illusioni e sulla tossicità di alcune relazioni sentimentali. Raccontando la vita di Eleanor, si sofferma su alcune tematiche per l’epoca moderne e al contempo rivoluzionarie, come l’emancipazione e la difficoltà di sostenere le contraddizioni dell’animo umano.

L’incoerenza stessa della protagonista fa sì che la nostra empatia sia rivolta più alla sua sfera personale che a quella pubblica e attivista. Per questo motivo, la Nicchiarelli utilizza l’espediente narrativo della sospensione del flusso narrativo, attraverso dei discorsi recitati rivolti alla camera e fotografie di repertorio, per non scadere nel melodramma patetico.

Lo stile registico si adegua alla dialettica della contraddizione, con la presa di distanza dal coinvolgimento emotivo, per lasciare spazio alla riflessione dello spettatore.

Miss Marx

Karl Marx ricordava alla figlia di “non sentirsi estranea a niente che sia umano” e questo insegnamento accompagnerà la giovane donna lungo tutto il suo percorso. In Eleanor c’è la sofferenza e la consapevolezza di amare un uomo irraggiungibile, egoista e manipolatore. Il destino di essere innamorata di un individuo che non la merita e il sentirsi schiava dei vizi e della condotta ambigua e discutibile del compagno Edward Aveling la porteranno poi a una tragica fine.

La pellicola, in perenne ricerca di un equilibrio tra passione e ragionamento, perde forse di forza evocativa e, in alcuni tratti, rimane troppo didascalica ma il film non manca comunque di farsi apprezzare.