Da Disney arriva un nuovo capitolo della famigerata strega della Bella Addormentata nel Bosco. Si tratta ovviamente di Maleficent, creatura delle tenebre, con le corna da diavolo, uno scettro al pari della bacchetta magica di Harry Potter, accompagnata dal fido corvo famiglio, sua spia dagli occhi onnipresenti. Malefica (in italiano) è una dei villain più conosciuti e apprezzati al mondo. Una fata oscura associata al Male puro e ricorrente al cinema e in televisione grazie a cartoni animati, pellicole in live action e serie tv.
Disney né è appunto alla base e sforna il sequel del successo del 2014, Maleficent. La storia di questo secondo capitolo parte 5 anni dopo la fine della prima, con Aurora (Elle Fanning), la giovane Bella Addormentata nel Bosco, figlia adottiva e protetta della Fata, che è divenuta regina della Brughiera, per volontà di Malefica stessa. Si tratta di un regno nei boschi al limite della civiltà umana e del dominio di re Giovanni, dove vivono varie specie di essere magici in armonia tra loro. Il figlio del re è il principe Filippo, (colui che nella fiaba, con un bacio di vero amore, avrebbe risvegliato la bella, qui sostituito dal bacio di Maleficent stessa) innamorato, cotto a tutti gli effetti, di Aurora e deciso a sposarla, unendo così i due regni per poter vivere felici e contenti. Ovviamente niente andrà come previsto e la regina Ingrith (Michelle Pfeiffer), madre di Filippo, farà quanto è in suo potere per annientare Maleficent e il regno fatato.
Maleficent – Signora del male, gioca col significato stesso della parola; in questa revisione della favola la Fata non rappresenta infatti il Male per antonomasia, bensì una sorta di equilibrio tra luce e oscurità. Grazie ai suoi tratti spigolosi, androgini, gli occhi penetranti e la sua aurea oscura, Angelina Jolieè a tutti gli effetti perfetta per incarnare il personaggio Disney. Senza contare che l’attrice è in grado di emozionare e incantare con un solo sguardo. Lo stesso vale per la giovane Elle Fanning, piccola e delicata creatura eterea, che ben si presta a rappresentare la freschezza e la bontà d’animo di Aurora. Chi non convince è invece il personaggio della regina Ingrith, che, in quanto vero villain della pellicola, viene stereotipata, nonostante la bravura di Michelle Pfeiffer. Esilaranti i siparietti e le battute acute del corvo fedele, interpretato dal bravo Sam Riley.
Gioco interessante della pellicola è tuttavia l’opposizione dei colori degli abiti. Maleficent che dovrebbe rappresentare le tenebre, è contornata dal nero e da colori affini; mentre la regina è adornata di tinte perlacee e luminose. Un gioco di contrasti volto a ricordare che non tutto è ciò che sembra e che anche un bel involucro può contenere un frutto marcio.
Nella storia vengono introdotti ovviamente nuovi personaggi e data più luce ai misteri che circondano la nascita e la natura della Fata cattiva. Purtroppo le scoperte non arricchiscono il racconto e non gli danno la marcia in più richiesta.
Ciò che invece tocca il cuore dello spettatore è il rapporto tra Maleficent e Aurora. Nei loro occhi si può leggere la compassione, la lotta interiore, il voler cambiare, ma soprattutto l’amore e da esso il sacrificio richiesto per amare davvero qualcuno. I loro occhi dicono tutto e parlano senza fronzoli allo spettatore.
Maleficent rappresenta perciò l’ambivalenza della natura umana. Racchiude in sé il bene e il male e sta a lei scegliere come usarli.
Maleficent – Signora del male continua quindi la sua traversata verso la creazione di un personaggio diverso dall’iconografia conosciuta, per coniugarlo nel mondo moderno. Questo percorso, targato ABC (e quindi sempre Disney) era già stato iniziato con la serie tv Once Upon A Time, dove la regina cattiva di Biancaneve, Regina di nome e di fatto, è divenuta, anche grazie all’interpretazione di Lana Parrilla, uno dei personaggi più amati dal pubblico, nonché redenta dal male commesso nella fiaba. Disney quindi ritenta la stessa manovra e ciò che permane nella memoria sono gli sguardi di Angelina Jolie e la colorata fotografia a tratti cupa a tratti sgargiante.