GODZILLA II – KING OF THE MONSTERS: please, let them fight! – Recensione

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Godzilla King of the Monsters
Godzilla King of the Monsters
Ghidorah, storico arcinemico di Godzilla
Mostri giganti che se le danno, umani piccoli che battibeccano. Godzilla II – King Of The Monsters è più o meno tutto qui. Certo, nel mezzo c’è parecchia roba, pure troppa: uno stuolo di “titani” da applausi, un ottimo cast, una fotografia a volte impressionante, tante battutine, tanta distruzione.
Ecco, partiamo da un punto fermo: per un film del genere è necessario avere tanta distruzione e qui, per fortuna, c’è. Quello che manca è altro. Ma torniamo al 2014…
IL TEMPO DEI TITANI
Il primo Godzilla, diretto da Gareth Edwards (che alle spalle aveva solo il gioiello Monsters e poco dopo avrebbe realizzato il gioiello Rogue One – A Star Wars Story), offre un gradito ritorno alle origini del mito del kaiju più famoso di sempre. Abbandonata la via del blockbuster di solo intrattenimento intrapresa, non senza polemiche, da Roland Emmerich nel 1998, Edwards crea una messinscena opprimente, che riesce a rendere perfettamente l’idea di un’umanità impotente di fronte alla potenza di creature talmente enormi e potenti da non curarsi nemmeno della nostra presenza.
Godzilla King of the Monsters
Godzilla King of the Monsters
La dimensione umana e quella “titanica” non sono nemmeno paragonabili: Godzilla arriva a San Francisco e, incurante dei missili e dei proiettili, avanza imperterrito. Non tentenna, non se ne cura, quasi non ci nota nemmeno. Questo era il grande punto di forza e di novità di quel film: l’umanità è del tutto irrilevante nelle faccende dei titani, possiamo solo cercare di sopravvivere. La storia della famigliola che cerca di riunirsi nel mezzo di tutto quell’inferno era parallela a quella di Godzilla, ma non poteva mai essere determinante. A qualcuno non piacque, ma rese quel film unico nel suo genere e la bravura visiva di Edwards nel far capire quanto siamo insignificanti era pura gioia per gli occhi e serviva uno scopo narrativo.
“THIS TIME WE JOIN THE FIGHT”
Godzilla II – King Of The Monsters non ha quasi nulla di tutto ciò. La scelta è radicalmente diversa: ora gli umani sono determinanti, non solo nel risveglio delle creature, ma anche nell’economia dei loro scontri. Il problema che sorge a questo punto è ovvio. Se nel primo la storyline “umana” serviva solo a far capire quanto l’umanità fosse minuscola al cospetto dei veri dominatori del pianeta, qui le persone e le loro scelte diventano determinanti, sottraendo dal senso di meraviglia e impotenza i vari Godzilla, Ghidorah e compagnia.
Alla fine, di fronte a personaggi tutto sommato dimenticabili, anche se ben rappresentati, ci si trova a essere meno immersi nel mondo in cui vivono proprio perché, nonostante mai come ora si veda la potenza globale dei titani, questa è minata dal fatto che gli umani possono in qualche modo contrastarla o usarla a loro vantaggio. Il terrore del 2014 lascia il posto alla semplice curiosità di vedere cosa queste creature siano in grado di fare.
Millie Bobby Brown in Godzilla II: King of the Monsters
Ma non ci sono solo problemi, sia chiaro. Godzilla II è estremamente divertente sotto il profilo spettacolare. Alcune soluzioni visive lasciano davvero a bocca aperta, le legnate dei “mostroni” sono una gioia per gli occhi, e in generale il film risulta godibile.
L’eccessiva lunghezza lo azzoppa, specie per la presenza di intere sequenze – rigorosamente umane – che potevano essere eliminate in toto senza alterare la storia di un briciolo.
Forse il problema più grande del film è che il regista Michael Dougherty (Krampus) non è Gareth Edwards e quando cerca di riprendere le caratteristiche vincenti del primo capitolo questa differenza si vede tutta.
LET THEM FIGHT
Un buon film di intrattenimento, Godzilla II – King Of The Monsters, che mette insieme delle ottime intuizioni (specie con la splendida “farfallona” Mothra). Tuttavia,  dovrebbe poggiare di più sui suoi protagonisti non umani, spesso più caratterizzati degli altri…
Nonostante la lunghezza (due ore e un quarto si sentono tutte) mantiene un buon ritmo e, a parte un paio di punti morti e situazioni scontate da alzare gli occhi al cielo, non annoia.
Speriamo che per il prossimo capitolo venga recuperata un po’ di fiducia nel potenziale mostruoso dei titani, senza dare troppo peso a quelle scimmiette spelacchiate che pensano di avere molta più importanza di quanta non ne abbiano.