Estranei di Andrew Haigh è il racconto struggente di un passato mai abbandonato e della solitudine che a volte sconfigge anche l’amore.

Adam (Andrew Scott) è uno scrittore alle prese con una sceneggiatura che racconta il suo passato, ma non sta andando bene. L’uomo si immerge nella musica della sua infanzia, i classici pop queer degli anni ’80 dei Pet Shop Boys e Frankie Goes to Hollywood, e sfoglia i ricordi di famiglia che possano dargli ispirazione per scrivere. Tutto però, è come sospeso nel tempo e Adam vive completamente disconnesso dal mondo esterno, nella sua bolla solitaria in un palazzone enorme e disabitato. Nella sua quotidianità piomba però Harry (Paul Mescal), l’altro unico inquilino del palazzo, con cui inizierà a frequentarsi.

Estranei recensione
Andrew Scott and Paul Mescal in ALL OF US STRANGERS. Photo Courtesy of Searchlight Pictures. © 2023 Searchlight Pictures All Rights Reserved.

La solitudine tra noi

Schopenhauer, filosofo tedesco del XVII secolo, diceva  che “la vita è un pendolo che oscilla tra il dolore e la noia in cui tutti soffrono e dove persino l’amore è un’illusione”.
Il regista Andrew Haigh eleva il pessimismo di Schopenhauer in una narrazione che oscilla tra la sublimazione ultima del dolore e la solitudine che lo stesso dolore provoca. La solitudine riecheggia nei corridoi vuoti, nel buio delle case spoglie e nei silenzi di una Londra così vicina e al tempo stesso lontana da sembrare immaginaria.

Troppo spesso si grida al capolavoro, abusando del termine e del suo effettivo significato, ma di fronte a Estranei sarebbe davvero ingiusto non definirlo tale: un capolavoro emotivamente straziante. Il dramma di Andrew Haigh, al suo quinto lungometraggio, ha la rara capacità di prenderti il cuore e trascinarti con lui in un racconto sconvolgente e devastante.

La sceneggiatura dello stesso regista è il raffinato adattamento di Estranei (1987), un romanzo dello scrittore giapponese Taichi Yamada. Il racconto messo in scena non solo tocca la tematica della solitudine, ma ne evidenzia la parte più drammatica, quella che non fa vivere il presente. Adam è ancorato a un passato che, con un espediente narrativo, diventa il suo presente. L’illusione di qualcosa che sarebbe potuto essere e che lo diventa solo nel momento in cui si crea un falso ricordo.

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Jamie Bell e Claire Foy in una scena del film

Ritorno al passato

Accadono così due cose. Mentre il legame tra i due si rafforza nella possibilità di costruire un futuro insieme, Adam viene ripetutamente attratto dal passato, dal trauma irrisolto della sua infanzia. Durante una visita di ricerca nella sua casa da bambino, Adam incontra i suoi defunti genitori (interpretati da Claire Foy e Jamie Bell), immutati ed esattamente come erano poco prima di morire 30 anni addietro. Gli elementi soprannaturali si radicano al vissuto quotidiano di Adam che diventa il gancio emotivo nell’esplorazione del rapporto con i genitori che non ci sono più.

Si dice che il tempo guarisce tutte le ferite; qui invece le rende più profonde. In questa storia metafisica Adam vive il dramma delle morte dei genitori, ma al tempo stesso ha la possibilità di farsi conoscere per l’uomo adulto gay (o queer per come si definisce Harry), sospeso tra l’accettazione e il desiderio di essere amato.

  • Estranei, qui il trailer del film
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Paul Mescal e Andrew Scott in una scena del film

Andrew Scott ha un dono. Nelle sue espressioni e nei sorrisi a labbra serrate riesce a portare tutto il peso del dolore e della perdita. L’Adam interpretato da Scott è in un perenne stato di tristezza. Estranei è un film sconvolgente, di sguardi e corpi raccontati con sublime delicatezza, con gli attori protagonisti che lavorano magnificamente sulla fisicità.

Il finale ha un impatto emotivo lancinante, che colpisce in maniera brutale lo spettatore  e lo tiene letteralmente con il fiato sospeso. Le lacrime scendono copiose di fronte a tanta struggente amarezza, che imprigiona il cuore e non lo abbandona.