
Una gioiosa e solare provincia americana dei primi anni del novecento viene scossa da un tragico, e visivamente violento, incidente che stronca la vita della piccola Bee (Samara Lee) e condanna i suoi genitori alla sofferenza della perdita. Dodici anni dopo, un gruppo di ragazze si trasferisce nella casa dove ancora “sopravvivono” i genitori della bambina ma, ben presto, la quiete verrà turbata dalla scoperta di una misteriosa bambola che cela un segreto demoniaco.
L’universo horror che ruota attorno alle due pellicole di The Conjuring e allo spin-off di Annabelle si arricchisce così di un ulteriore tassello che consolida un immaginario orrorifico riconoscibile e variegato, grazie anche alla capacità del regista David F. Sandberg di proporre alcune variazioni sul tema in termini sia di racconto che di estetica.
Annabelle 2: Creation è un film di chiaro-scuri dove il male non è relegato solo alle tenebre, dove la tela di ansie e tensione viene tessuta lungo tutta la storia e in ogni singola inquadratura. L’ambientazione decadente (ma sontuosa ed elegante allo stesso tempo) sviluppa un nuovo “universo del terrore” di impostazione molto classica ma mai, in questo senso, banale.
