Mancano poche ore all’uscita di Interstellar e in tutto il mondo è già partito il frenetico countdown.
L’ultima fatica di Christopher Nolan, diventata un vero e proprio fenomeno mediatico, è al centro di numerosi dibattiti, confronti e discussioni soprattutto negli Stati Uniti dove la critica è divisa in due, con giudizi nettamente discordanti.
Se da un lato la stampa ha accolto con riserva la pellicola, gli artisti del settore hanno appoggiato l’opera del regista britannico che, senza dubbio, ha già dimostrato il suo valore, lasciando un segno importante nella settima arte.
Dopo il plauso di Paul Thomas Anderson, con tanto di raccomandazioni ed inviti a recarsi in sala a vedere il film, è arrivato l’elogio di un altro famoso filmmaker che ha espresso le sua ammirazione per il nuovo kolossal fantascientifico.
Stiamo parlando di Quentin Tarantino, uno dei pochi artisti, insieme ad Anderson e allo stesso Nolan, rimasto ancora fedele all’era analogica e al 35 mm. In una recente intervista il ragazzo di Knoxville ha parlato di Intestellar, accostando la pellicola a quelle dirette da Andrej Tarkovsky e Terrence Malick:
“Era da molto tempo che qualcuno non aveva una visione così ampia delle cose. L’atmosfera e l’ambiente sono costantemente avvolti da quel manto polveroso che circonda i personaggi e li rende prigionieri del loro mondo. Un’esperienza che non mi sarei mai aspettato da un film di fantascienza, quanto piuttosto a qualcosa di più vicino alle pellicole di Andrej Tarkovsky e Terrence Malick.
La prima volta che ho visto il film lo scorso ottobre sono stato accolto da Nolan e con me tra il pubblico c’erano molti colleghi registi. Non avevo un’idea ben chiara di ciò che mi apprestavo a guardare, e non appena iniziata la proiezione ho realizzato che era dal tempo del primo Matrix che non avevo un interesse così elevato per un film di cui non conoscevo praticamente nulla…”