La riforma del cinema è legge: addio alla censura in Italia

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Addio alla Censura

Il consiglio dei ministri ha approvato, in data 22 novembre, tre decreti legislativi in attuazione della nuova legge sul cinema.
La proposta del Ministero dei Beni e delle attività Culturali, approvata, consiste nell’istituzione di un fondo cinema e audiovisivo che unifica le risorse del FUS (Fondo Unico Spettacolo) e il Tax Credit. Il fondo ammonta a 400 milioni ed è alimentato con un sistema alla francese: gli introiti erariali derivanti dalla proiezione, programmazione TV, distribuzione del prodotto cinematografico vanno ad costituire il fondo, alimentandolo in questo modo senza un aumento della tassazione. L’obiettivo è creare un circuito virtuoso che muova gli investimenti. Questa nuova risorsa verrà utilizzata soprattutto per incentivare e valorizzare le opere prime, le start-up e i progetti dei giovani. Il 3% del fondo sarà destinato inoltre ai progetti di diffusione dell’audiovisivo nelle scuole. Viene potenziato inoltre il sistema del tax credit per incentivare gli investimenti nel cinema e attrarre produzioni estere.
Anche il sistema di censura è stato toccato dal decreto. Al divieto di ingresso per i minori di 14 e 18 anni viene inserito quello ai bambini di età inferiore ai 6 anni. Aumentano in parallelo i margini di tolleranza: chi ha due anni o meno di differenza rispetto all’età del divieto potrà entrare in sala se accompagnato da un adulto.
Il provvedimento fa cadere la censura di stato, attiva dal 1913 in Italia. Non saranno più le commissioni statali a valutare se un film sia distribuibile e a quale fascia di età, ma diventerà compito degli stessi operatori cinematografici. Ci avviciniamo quindi ad un sistema all’americana in cui è l’industria stessa a valutare le pellicole sulla base di criteri omogenei decisi dall’AGICOM. Il garante vigilerà sul rispetto delle norme e avrà potere di sanzionare eventuali abusi.
Il decreto tocca anche gli spot che verranno trasmessi in sala, che dovranno rispettare gli stessi parametri stabiliti per i lungometraggi.
Fonte: Mibac