Come è ormai ben noto George Lucas ha sviluppato due saghe di Star Wars tra gli anni ’70 e gli anni 2000 ed è produttore della nuova trilogia. Quello che molti non sanno è che il regista aveva una sua visione per il sequel della nuova trilogia. Lucas aveva fatto alcuni schizzi rivelati in un art-book di accompagnamento a Star Wars: Gli Ultimi Jedi. Grazie a un’intervista per una serie science-fiction targata AMC che James Cameron stava sviluppando, James Cameron’s Story of Science Fiction, si hanno alcune informazioni riguardo a questi sequel.
I tre film si sarebbero basati su organismi unicellulari chiamati Midi-Chlorian di cui si era accennato ne La Minaccia Fantasma. Nel film era stato affermato che queste microscopiche forme di vita vivano ovunque e in chiunque e che Anakin contasse il più alto numero che Qui-Gon Jinn (Liam Neeson) avesse mai visto.
Durante l’intervista Lucas ha raccontato a Cameron, che la conduceva:
“Tutti odiavano quando abbiamo iniziato a parlare dei midi-chlorian ne La Minaccia Fantasma. C’è tutto un aspetto in quel film che è legato alle relazioni simbiotiche. Per far vedere e capire che non siamo i padroni, che c’è un ecosistema”.
Rispetto ai sequel sarebbe stato così relazionato:
“I tre successivi film sarebbe andato a scavare questo microbiotico mondo. Esiste questo mondo di creature che operano differentemente da noi. Li chiamo Whills. Loro sono realmente coloro che controllano davvero l’universo. Nutrono la Forza“.
Effettivamente il primo film era stato originariamente intitolato “Viaggio dei Whills“, per essere poi rinominato “Star Wars Episodio IV: Una Nuova Speranza“. Presenti fin dai primi schizzi di Lucas, erano un ordine di esseri immortali che, similmente, controllavano tutto attraverso la Forza.
Lucas ha continuato:
“Tornando a quei giorni, il significato di ciò è che noi saremmo le macchine, i veicoli per i Whills per viaggiare. Siamo i loro vasselli e il condotto per i midi-chlorian. Loro sono gli unici in grado di comunicare con iWhills, i quali, in senso lato, sono la Forza“.