
Due cose colpiscono particolarmente durante la visione di Gli incredibili 2 (qui la nostra recensione).
La prima è l’incredibile abilità con cui gli artisti Pixar, ancora una volta, giocano con la realtà stessa ribaltandola. Giocattoli che parlano, ratti chef, dinosauri parlanti a fianco di uomini dai comportamenti canini, mosti che hanno paura delle persone, sono questi i tasti di accensione dell’intreccio: spunti paradossali che aiutano a leggere la realtà che si cela oltre la facciata dell’animazione.
Con questo atteso, sperato, e temuto sequel Gli incredibili prevedono (ancora una volta, verrebbe da dire) i temi caldi del mondo contemporaneo. La ritrovata forza del movimento femminista ha costretto la società a rileggere, finalmente, i canoni e i pregiudizi con cui si è costituita. Il rapporto con la tecnologia, in particolare con gli schermi, sta mutando diventando sempre più complicato. Il nucleo familiare, un tempo statico, sta ora rompendo i pregiudizi legati ai ruoli all’interno di essa (mamma e papà) e approdando a una nuova complessità.

La famiglia di supereroi, al centro del film, non interessa agli autori della Pixar sotto l’aspetto paradossale costituito dall’avere super poteri e conseguenti super problemi. Quello è un territorio già esplorato da un altro cantore della modernità come Stan Lee.
Gli Incredibili e il suo seguito si concentrano sul contrasto tra l’eccezionalità della vita che conducono i protagonisti e il loro essere una famiglia ultra normale. Ultra perché ogni problema che i genitori e i figli affrontano quotidianamente viene ampliato e ingrandito all’inverosimile. Ma sono sfide che ognuno affronta ogni giorno, non solo contro super cattivi. Che siano i problemi economici o la fatica di crescere e accettare la personalità di un neonato, ma anche aiutare il figlio ad andare bene a scuola e accompagnare la figlia nell’adolescenza, ognuno di questi piccoli problemi costituisce il vero villain, il nemico da combattere e sconfiggere.
Il secondo elemento che cattura l’attenzione per la sua freschezza è legato alla figura di Elastigirl. Nel primo film l’elasticità era l’estensione della dote di madre di essere ovunque, tappare ogni buco e rimediare alle emergenza. Nel tentativo di riabilitare la nomea dei supereroi e fare ritornare legale il loro agire, Helen (Elastigirl) intraprende una carriera in solitaria, rinunciando alla vicinanza con la propria famiglia.
